L’amore è il sale della terra, ovvero perché è importante partecipare alle veglie per le vittime dell’omofobia
Riflessioni di Rosa Salamone
Il tema dell’omosessualità non è quasi mai un tema che viene trattato in modo sereno. Molti attribuiscono l’ostilità nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisex, trans e queer (LGBTQ) ad una sorta di omofobia latente, è noto per esempio che molti omofobi sono omosessuali repressi; altri pensano che il sesso è una di quelle tematiche per cui si accendono le paure più istintuali, tanto da risultare difficile un approccio equilibrato al tema.
Senza voler togliere autorevolezza a nessuna di queste tesi, credo che tanto discutere sugli omosessuali e sui loro diritti, sulla loro visibilità e normalità, in termini così spesso polemici nasconda un confronto tra due modi di amare diversi.
C’è l’amore che sostanzialmente dichiara: ti amo ma devi cambiare, perché così come sei non va bene. L’unica maniera di amare è quella stabilita da un codice morale prescritto da una chiesa, da una società o da una famiglia. Al di fuori di questo, c’è solo lo spazio per gli outsiders.
Quindi, tu lesbica o omosessuale devi cambiare. Non perché fai del male a qualcuno, perché rubi, uccidi, violenti o inganni, ma perché un codice esterno ha stabilito che cos’è l’intimità sessuale tra due persone adulte.
Questo è il punto per cui si arriva assurdamente a proibire l’amore in nome dell’amore. Ma questo è solo esercizio del potere, ansia di controllo, amore che si gonfia e addebita il male.
Ecco perché le affermazioni di certe chiese in nome dell’amore hanno conseguenze devastanti, perché trasmettono messaggi in contraddizione tra di loro. Da una parte si proclama che gli omosessuali vanno accolti, dall’altra li si stigmatizza come psicologicamente disordinati.
Ora si dice che non bisogna perseguitarli, dall’altra non si riconoscono i loro diritti. Ora li si proclama figli e figlie di Dio, ora li si invita al nascondimento e all’invisibilità.
L’esposizione a questo tipo di prescrizioni contraddittorie è la persona scissa, divisa e frammentata, in lotta con se stessa, nemica dei propri desideri, incapace di accettarsi per quello che è. Sono innumerevoli le vittime dell’amore che cerca il proprio interesse.
Nei casi di maggiore fragilità e delicatezza umana è come se molte persone lesbiche, gay, bisex, trans e queer (LGBTQ) credenti fossero rinchiusi in un legame relazionale con le loro comunità per nulla adulto, che non è né sano né equilibrato, perché finisce col danneggiare la loro salute fisica e mentale.
Si sbaglierebbe però a pensare che tali messaggi, camuffati con dichiarazioni di accoglienza e accettazione, abbiano risvolti negativi solo per chi lo subisce.
Altrettanto pericolose sono le conseguenze per chi li emette. Relazionarsi con una persona, per volerla cambiare, produce infatti comunità convinte di potere e dovere cambiare i loro simili in nome dell’amore.
Crea, cioè, persone con deliri di onnipotenza, portati ad un amore che si vanta nella convinzione di essere Dio, poiché solo Dio è in grado di cambiarci e alla condizione di desiderarlo profondamente.
Sviluppa comunità turbate dall’intimità delle persone, che non ascoltano, non recano conforto, non hanno l’umiltà di apprendere, poiché non vedono una persona per ciò che é ma per ciò che vorrebbero fosse. È un amore sale eccessivo e dannoso. Che distrugge il sapore degli alimenti, che li annienta.
Quanto invece il sale è piccolo, prezioso, per nulla appariscente. La sua grandezza consiste in modo proporzionato alla sua umiltà. È con una piccolissima aggiunta, infatti, che riesce a insaporire gli alimenti, che ne esalta la loro qualità più profonda, che li condisce e li rende più gustosi.
Così è l’accoglienza di chi ti accetta e sa farsi da parte perché è ben lontano dal presentarsi agli altri come un modello, di chi non pretende di cambiarti perché è benevolo e sa che un omosessuale è perfettamente capace di costruire scuole e ospedali, è in grado di dare rifugio allo straniero, è capace di prendersi cura di chi è orfano e solo.
Non ti vuole diverso nelle tue espressioni d’amore perché ha la modestia di credere ogni cosa quando due persone si amano autenticamente, nè gode dell’ingiustizia nel vedere i propri simili privati dei loro diritti o messi a morte dai pregiudizi. E’ un amore che non istaura relazioni dannose in grado di provocare danni psicologici, alcolismo, droga o manipolazione mentale.
Disperazione, solitudine e caos. Troppe persone lesbiche, gay, bisex, trans e queer (LGBTQ) credenti vivono sulla loro pelle simili disagi da figli di un Dio tiranno. Ed è per questo che ritengo le veglie così importanti.
In gioco non c’è soltanto una battaglia ideologica che si svolge disgraziatamente sulla nostra pelle causando spesso suicidi, umiliazioni e rabbie di ogni tipo. C’è qualcosa di più, c’è la scelta tra due forme di amare diversissime tra di loro.
L’amore che ti distrugge come persona e l’amore che è paziente e benevolo; che non invidia e non si vanta; che non si gonfia, quindi non si comporta in modo sconveniente; che non cerca il proprio interesse né s’inasprisce, né addebita il male; che non gode dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità; che soffre, crede, spera e sopporta ogni cosa.