Gesù entra in città. La passione di un Cristo queer
Testo di Kittredge Cherry tratto da The Passion of Christ: A Gay Vision (La passione di Cristo: una visione gay), illustrazioni di Douglas Blanchard, Apocryphile Press, 2014, 154 pagine, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
“Entrato Gesù in Gerusalemme, tutta la città fu in agitazione e la gente si chiedeva: ‘Chi è costui?’. E la folla rispondeva: ‘Questi è il profeta Gesù.” (Matteo 21:10-11). Una folla del XXI secolo marcia sotto un arco (di trionfo) con un giovane e carismatico uomo, Gesù entra in città. Striscioni per “libertà” e la “giustizia” ne fanno un raduno per quasi tutte le cause, dall’uguaglianza del matrimonio gay e dei diritti LGBT all’occupy movement o al Tea Party.
Le masse adorano Gesù come se fosse una rock star o un leader politico. Allungano le loro mani verso di lui, afferrandolo come il salvatore che credono che sia. Gesù ha radunato un gruppo variegato e multirazziale, donne e uomini, giovani e vecchi, gay ed etero, sani e sulla sedia a rotelle.
Una madre ed una figlia aprono la strada, insieme ad un nero che tiene le redini del cavallo cavalcato da Gesù. Passando attraverso l’arco, Gesù si lascia indietro la vecchia vita per andare incontro a nuove sfide.
Braccia alzate, la gente gioisce, ma il cielo è grigio e loro non sono uniti. I loro striscioni si deformano ed escono dalla cornice, il che li rende difficili da leggere. Ogni persona guarda in una direzione differente, e non si guardano mai negli occhi. Mentre inizia la storia della Passione, Gesù sembra distaccato dalle passioni che si muovono negli altri. I semi del conflitto sono già piantati.
Nel mezzo di questo “trionfo”, Gesù si china per essere abbracciato da qualche sconosciuto fuori dalla visuale. È impegnato in qualcosa che gli altri ignorano. La folla continua a marciare, fa un passo a destra, quasi fuori della cornice. Chi guarda non può sapere quel che vede Gesù e il gruppo che si avvicina costringe coloro che guardano a prendere una decisione: unirsi alla folla, allontanarsene o venirne calpestato. La luce dall’arco forma un alone sbilenco dietro la sua testa.
Non ci sono palme nel generico panorama cittadino di Blanchard, ma questa è una visione moderna della Domenica delle Palme, che commemora l’entrata di Gesù a Gerusalemme. Tutti e quattro i vangeli descrivono come Gesù entri a Gerusalemme, occupata dai romani, al massimo della sua popolarità. Fans entusiasti gli danno il benvenuto stendendo sul selciato davanti a lui rami di palme, gridando “Hosanna,” che significa “Salvaci adesso!”
Folle enormi sono riunite a Gerusalemme per la festa ebraica della Pasqua. Vedono Gesù come un liberatore politico arrivato ad avverare le antiche profezie sul messia: un re terreno consacrato da Dio. Il suo arrivo su un asino ricorda loro le processioni vittoriose degli antichi re discendenti da Davide. Cavalcando un umile asino invece che un cavallo da guerra, suggerisce di venire in pace.
Loro erroneamente pensano che Gesù si dichiari re d’Israele, pronto a comandare una ribellione contro l’esercito romano. La Domenica delle Palme suggerisce i compromessi che le persone fanno nella ricerca del potere.
Mentre la folla marcia verso Gerusalemme con Gesù è già sulla strada che avrebbe portato alla distruzione di quest’ultimo. Il loro movimento è stato guadagnato di slancio su una traiettoria che non poteva essere modificata o interrotta. “Se questi stessero in silenzio, griderebbero le pietre” (Luca 19:40).Gesù dice ai tradizionalisti che lo vogliono prendere di tacitare la folla.
L’ingresso trionfale di Gesù prefigura il vuoto e l’impertinenza della gloria terrena. Il vangelo di Luca dice che Gesù pianse sulla città quando la processione si avvicinò a Gerusalemme, il centro della religione ebraica e della vita statale. Più di una volta nella Bibbia si è lamentato dell’incapacità di Gerusalemme di riconoscere i profeti di Dio.
Avrebbe voluto riunire la sua gente insieme “come una gallina raccoglie i suoi pulcini sotto le ali”, ma hanno rifiutato. Gesù mostra un potere che non è di questo mondo, mentre essi ricercano un potere terreno. Egli è circondato da una folla adorante sulla via verso Gerusalemme, ma essi non erano la vera comunità che dovrebbe essere forgiata dai disagi a venire. Il viaggio di ogni eroe porta all’ingresso in un luogo nuovo. Nella Domenica delle Palme Gesù si lascia alle spalle la sua vecchia vita di maestro e guaritore itinerante, attraversando un passaggio per affrontare la morte stessa per il bene di tutti.
Le scene di massa sono uno dei punti di forza di Blanchard come artista. Egli fa buon uso di questo talento in Gesù entra nella città, che è una delle immagini più famose nella serie della Passione. Egli è in grado di catturare i movimenti indisciplinati di una folla quasi come una macchina fotografica. Infatti, mentre lavorava su questa serie, l’artista studiava le fotografie del movimento americano per i diritti civili di Charles Moore.
Blanchard dipinge ogni viso nella folla come un individuo unico. Per esempio il giovane uomo con il mohawk (pettinatura tipica dei punk) appuntito che porta il cartello “giustizia” sulla destra sembra appena uscito da un corteo del Gay Pride. Molti artisti della storia hanno mostrato Gesù che marciava attraverso la porta di profilo o di tre quarti, ma Blanchard prende l’insolita iniziativa di raffigurare Gesù di fronte mentre guarda dritto verso lo spettatore.
L’entrata di Gesù a Gerusalemme è una delle immagini cristiane più antiche. Si può trovare tra i più antichi manufatti artistici delle catacombe di Roma, dove il sarcofago del IV secolo di Giunio Basso mostra Gesù che cavalca un asino verso Gerusalemme. L’immagine segue una tradizione dell’arte imperiale romana: quella di dipingere l’arrivo formale (adventus) dell’imperatore in una città, durante o dopo una campagna militare. Cristo che entra a Gerusalemme è stato ritratto da molti grandi artisti, dal Medioevo al Barocco.
Una delle versioni più antiche e meglio conosciute è un affresco dipinto da Giotto nel 1305 nella cappella degli Scrovegni a Padova. Albrecht Düren, artista del Rinascimento tedesco, l’ha incisa a bulino nella sua Piccola Passione, che Blanchard riconosce come una fonte della sua visione gay della Passione. Ma la scena è omessa nella tradizionale Via Crucis, che invece inizia quando Gesù è condannato a morte.
Gli artisti moderni hanno perlopiù ignorato la Domenica delle Palme in favore di altri episodi della vita di Cristo. Un’eccezione è la fotografa svedese Elisabeth Olson Wallin che si è immaginata la vita di Gesù in un ambiente LGBT contemporaneo con la famosa serie del 1998 intitolata Ecce Homo. La sua versione dell’arrivo a Gerusalemme mostra Gesù in bicicletta alla Stockholm’s festival LGBT Pride Parade.
Gli archi di trionfo sono stati inventati dagli antichi romani e rimangono una delle forme architettoniche più influenti. L’arco di questo quadro è una forma semplificata del Washington Square Arch a New York dove Blanchard vive dal 1991. Si tratta di un punto di riferimento a nel Greenwich Village, un quartiere pseudoartistico con una tradizione anticonformista. Questo arco è stato a sua volta basato sull’arco di Tito a Roma, del primo secolo che ha ispirato anche l’arco di Trionfo a Parigi. L’arco di Tito venne costruito per commemorare l’assedio di Gerusalemme, ma ironicamente in questo quadro serve da porta d’ingresso a Gerusalemme per Gesù condannato. L’arco di Trionfo ha giocato un ruolo di primo piano nei raduni per le vittorie militari da Napoleone a Hitler. Nel 1999 una nuova versione ingrandisce una sorta di idea contemporanea dell’impero: un casinò di Las Vegas. Tutti questi archi stanno per il potere materiale, e, quindi, accennano alla sua caducità com il mutare dei tempi.
Arrivare in una metropoli è spesso un rito di passaggio LGBT. Molte persone quel lasciano la loro casa in cerca della libertà in una mecca urbana dove si uniscono e formano comunità vere e proprie. Marciare in una parata del Gay Pride per la prima volta è un’esperienza non dissimile dall’entrata trionfale di Gesù. Le marce del Pride celebrano la cultura LGBT e servono da dimostrazione per uguali diritti.
Come l’arrivo di Gesù a Gerusalemme, le parate del Pride sono feste gioiosamente e selvaggiamente rauche – tutti urlano e gridano – e possono nascondere potenziali pericoli. La comunità LGBT non è immune dai pericoli che hanno afflitto i gruppi svantaggiati da prima del tempo di Gesù: nel tentativo di raggiungere il potere politico, le comunità possono perdere il contatto con il vero potere che già hanno tramite la loro cultura unica, la spiritualità, la storia condivisa, e la connessione con l’altro. Forze esterne ed ostili possono usare divisioni interne per schiacciare qualsiasi leader che si innalzi fino a sfidare il sistema.
La Domenica delle Palme segna l’inizio della Settimana Santa, un periodo di riflessione sulla Passione di Cristo che porta alla Pasqua. Con questo secondo quadro della serie, Blanchard va a fondo nell’ambizioso progetto di raccontare la storia della Passione in un ambiente urbano contemporaneo e da una prospettiva gay. L’azione non si fermerà fino all’ultimo quadro. Che l’avventura abbia inizio!
Ecco, il mondo gli va dietro (Giovanni 12:19)
Ognuno ha applaudito quando Gesù ha argomentato per la giustizia e la libertà. Le folle l’hanno seguito nella città, gridando e agitandosi. I loro canti non erano così diversi dai nostri: “Possimo farlo! Fuori dal buio e nelle strade! Siamo frodi, abituatevi!” Gesù era una superstar che faceva una grande entrata. Ma lo fece nel suo stile modesto e gentile. Sorprese la gente cavalcando un asino. Alcuni dei suoi sostenitori, coloro che avevano particolare successo, lo spingevano a far tacere gli altri – per assimilare, non alienare. Tenere un tono basso. Comportarsi in modo rispettoso, non domandare rispetto. Smettere di ostentare. La sua risposta: sono qui per liberare le persone! Se le folle avessero fatto silenzio, avrebbero gridato i sassi! Era quel tipo di giornata, la Domenica delle Palme, quando tutti gridavano per l’uguaglianza e la libertà. Ma qualcuno sta ancora ascoltando?
Eccomi qui Gesù!
Testo originale: Passion of Christ: A Gay Vision. Jesus Enters the City