Io non conoscono quell’uomo (Matteo 26, 69–74a)
Riflessioni su Matteo 26, 69–74a di Innocenzo del gruppo Kairos lette alla veglia ecumenica del venerdì Santo della Parrocchia della Madonna della Tosse di Firenze il 25 marzo 2016
“Io conoscono quell’uomo”, grida Pietro. Ma cosa possono dirci quelle sue parole oggi? Cosa possono dirci a Noi, che viviamo in una società che si proclama cristiana ma dove in tanti, ancora una volta, “non conoscono quell’uomo”. Come succede a Lesbo, a Kos, a Lampedusa, dove arrivano ogni giorno donne, uomini e bambini, in fuga dalle guerre, dalla povertà e dalla disperazione. Naufraghi indesiderati, che approdano sulle nostre terre. “Non conoscono quell’uomo”, dice Pietro e purtroppo, anche oggi, lo ripetiamo in tanti.
Ma non voglio parlarvi di cose che, in fondo, io non conosco davvero, ma voglio donarvi un ricordo, un mio ricordo di quando io ho detto “non conoscono quell’uomo”. Ero un ragazzino come tanti che aspettava che suonasse la campanella, per entrare quel giorno a scuola. Quando un gruppetto di miei compagni puntò un ragazzo, cominciò a prenderlo pesantemente in giro, come accadeva spesso, “femminuccia, frocio, vai via!”, gli dicevano. Lui fuggi, lo inseguirono, cadde, si fece male, si fece molto male. Suonò la campanella, ma quel giorno quel ragazzo non entrò a scuola, ma i suoi aggressori sì. Io ho visto tutto, ma allora ho taciuto, tanto io “non lo conoscevo!”.
Purtroppo anche oggi non è facile dire di “conoscere quell’uomo di nome Gesù” che ci “parla attraverso le persone che, nella nostra giornata, vengono a battere alla nostra porta”. Padre Vannucci non si stancava mai di ripetere che “non dobbiamo mai chiudere” quelle porte, ma dobbiamo “essere aperti a tutta la realtà che ci circonda” (cit. tratta da G. Vannucci, Esercizi Spirituali, ed. Romena, 2005, pag. 82), perché solo così sapremo dire “IO CONOSCO QUELL’UOMO”, è un mio fratello.
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Dal Vangelo di Matteo 26, 69 – 74a
Pietro era seduto nel cortile della casa del sommo sacerdote, quando una serva gli si avvicinò e gli disse: “Anche tu stavi con quell’uomo della Galilea, con Gesù”. Ma Pietro negò davanti a tutti dicendo: ”Non so nemmeno cosa vuoi dire.” Poi se ne andò verso la porta del cortile. Là un’altra serva lo vide e disse a tutti quelli che erano vicini:”Questo era con Gesù di Nazareth”. Ma Pietro negò ancora e disse: “Giuro che non conosco quell’uomo. Poco dopo alcuni di presenti si avvicinarono a Pietro e gli dissero:”Certamente sei uno di quelli: si capisce da come parli che sei della Galilea”. Allora Pietro cominciò a giurare e a spergiurare che non era vero e diceva: “Io non lo conosco nemmeno!” (Matteo (26, 69 – 74a)
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