Perchè l’omofobia, alla luce della Bibbia, non può trovare posto nella Chiesa
Riflessioni del reverendo Nick Roen* pubblicate sul sito Desiring God (Stati Uniti) il 29 marzo 2016, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
“Giovanotto, apprezzo il suo messaggio ma dovrebbe capire che la maggior parte dei gay sono dei predatori pericolosi.” Avevo appena finito di raccontare la mia esperienza a proposito dell’attrazione omoerotica in una chiesa nel cuore del Wisconsin quando, dopo il culto, un uomo anziano mi prese da parte e queste furono le prime parole che disse. Preso alla sprovvista, gli chiesi chiarimenti. Venne fuori che, molti anni prima, quando era nell’esercito, un gay gli fece delle proposte: da quel giorno prese a considerare tutti gli omosessuali come persone pericolose e sessualmente aggressive. La sua opinione sulla comunità omosessuale si basava quasi esclusivamente su un’unica esperienza, oltre che sulla paura.
Anch’io ho paura, ma la mia paura si basa sul fatto che l’omofobia è fin troppo comune, non solo nella società ma anche nella Chiesa. Alcuni non saranno d’accordo con l’uso che faccio del termine “omofobia”: esso viene talvolta usato come termine politicamente pregno che mira a ridurre al silenzio qualsiasi opposizione al sesso omosessuale. Ma questa non è la radice del termine. Detto in maniera semplice, “omofobia” significa “paura dell’omosessualità” e, più specificamente, delle persone omosessuali. Non coincide con l’opposizione amorevole e biblica a determinati comportamenti o determinate credenze, tuttavia tale atteggiamento basato sulla paura crea spesso stereotipi dannosi e pregiudizi, fino ad arrivare a crudeli maltrattamenti. Diciamo le cose come stanno: l’omofobia esiste e non ha spazio alcuno nella Chiesa.
Scrutate il vostro cuore
Sicuramente qualcuno si sentirà chiamato in causa, e reagirà così: “Be’, io non penso che tutti i gay siano predatori pericolosi, quindi non sono omofobo”; ma l’omofobia spesso assume forme più sottili ed egualmente sinistre. Per esempio, essa può infiltrarsi subdolamente non solo nelle nostre credenze, ma anche nelle ragioni per cui le abbiamo adottate. Tali principii possono essere di per se stessi corretti e timorati, ma possono venire adottati per ragioni completamente sbagliate.
Scrutate onestamente il vostro cuore con i seguenti esempi:
- La vostra credenza secondo cui il sesso omosessuale è peccaminoso si basa su una corretta esegesi biblica? O piuttosto si basa sul fatto che non capite come qualcuno possa essere attratto da una persona dello stesso sesso e questa cosa ignota semplicemente vi mette a disagio?
- La vostra opposizione al cosiddetto matrimonio omosessuale si basa su una definizione biblica del matrimonio? O piuttosto è influenzata dalla paura che le coppie omosessuali siano un segnale dello sgretolamento delle nostre confortevoli norme culturali e che possano indicare la fine della gloriosa “società giudaico-cristiana”? O forse la vostra è la paura che una simile coppia possa trasferirsi vicino a voi, obbligandovi a fare amicizia con loro?
- La vostra opposizione al sesso omosessuale vi permette di accogliere amorevolmente le persone LGBT al culto domenicale o ad altre riunioni di cristiani? O la vostra opposizione significa che desiderate tenerle alla larga in modo da non essere messi a disagio dalla loro semplice presenza?
- Nel vostro sostegno all’etica sessuale cristiana, incoraggiate e sostenete i credenti che praticano il sesso omosessuale e che cercano di rimanere fedeli agli insegnamenti biblici e li accogliete nella piena partecipazione alla vita della Chiesa? Oppure ritenete che possano venire in chiesa, ma che non possano esercitare un’influenza o servire il corpo attraverso l’insegnamento, e anzi dovrebbero stare alla larga dal gruppo giovanile?
L’esegesi biblica è un magnifico sostegno per la fede e l’amore è un degno movente per l’azione; la paura, invece, è un’orribile motivazione per qualsiasi cosa. Ci farebbe bene esaminare umilmente il nostro cuore per svelare le motivazioni e le paure che stanno dietro il nostro atteggiamento verso le persone che si definiscono “gay”. Sostenere gioiosamente l’etica sessuale cristiana non vuol dire covare animosità verso un intero gruppo di persone solamente perché le considerate disgustose.
L’amore, non la paura
Invece i cristiani, di tutte le persone che vivono sul pianeta, devono agire non in nome della paura, ma dell’amore. Noi riconosciamo che tutte le persone sono create a immagine di Dio (Genesi 1:27) e sono perciò sacre e degne d’amore. Inoltre, siamo chiamati ad amare con lo stesso amore del nostro Padre (Matteo 5:48), che ci chiama ad amare persino i nostri nemici (Matteo 5:44-48). Tale amore caccia la paura perché non teme più il giudizio di Dio e perciò è libero di amare con generosità (1 Giovanni 4:18).
Perciò il nostro agio, i nostri interessi, la nostra sicurezza e la nostra percezione dei valori americani non costituiscono più ragioni valide per opporsi in qualsiasi modo al genuino amore biblico. Noi amiamo in questo modo perché è proprio così che Gesù ci ha amati per primo (1 Giovanni 4:19). Non si sentiva minacciato né schifato da noi; non aveva paura di instaurare una relazione con noi, peccatori come eravamo (e siamo ancora), dicendo tuttavia la verità sul nostro peccato. No, egli ci ha amato così generosamente che è morto per noi, per presentarci candidi e integri di fronte a suo Padre (Romani 5:6-8). Quando amiamo in questo modo, riveliamo l’omofobia per come è realmente: orgoglio. È un atteggiamento con il quale poniamo sotto di noi il prossimo i cui peccati e tentazioni consideriamo “più depravati” dei nostri, mentre proclamiamo malvagiamente con il Fariseo “Be’, almeno non devo lottare con una cosa simile” (Luca 18:11).
La verità è che il peccato è peccato, la tentazione è tentazione, e “gli uomini che fanno sesso con uomini” sono elencati assieme all’avidità, all’ubriachezza, all’inganno e alla calunnia: tutte cose che ci rendono degni di essere esclusi dal Regno (1 Corinzi 6:9-10). Tutte cose egualmente condannabili. Chi di noi è innocente?
Quindi esaminiamo il nostro cuore, identifichiamo gli atteggiamenti che nascono dalla paura e le radici dell’orgoglio ovunque si trovino, mettiamo a morte i pregiudizi che Dio condanna e che non fanno che ostacolare la verità. Nella nostra ricerca di fedeltà biblica non dobbiamo solo sostenere la verità, bensì farlo nell’amore (Efesini 4:15). L’amore biblico pretende da noi che diciamo la verità. Quando parliamo spinti dall’omofobia invece che dall’amore, siamo noi ad essere nel torto.
*Nick Roen è pastore addetto al culto alla Sojourners Church di Albert Lea nel Minnesota. Scrive articoli relativi al culto, alla sessualità e al celibato.
Testo originale: Homophobia Has No Place in the Church