Perché abbiamo bisogno di santi LGBT?
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul suo blog Jesus in Love (Stati Uniti) il 30 ottobre 2015, liberae traduzione da Silvia Lanzi
È il momento di accogliere i santi queer. Molti pensano che i santi e le altre anime arrivino solo per Halloween, il giorno di tutti i santi e dei morti (dia de los muertos). Ma i santi LGBT sono importanti perché la gente cerca vie alternative per condurre vite piene d’amore.
Le Chiese hanno cercato di controllare le persone nascondendo la storia queer. I santi LGBT ci mostrano non solo il LORO posto nella storia, ma anche il NOSTRO posto – perché siamo tutti santi che hanno lo scopo di incarnare l’amore. Siamo in grado di sfruttare l’energia dei nostri predecessori nella fede. Per alcuni diventano amici e aiutanti, facendo miracoli come il semplice ricordarci che “non siamo soli.”
All’inizio credevo che i santi LGBT fossero rari. Gradualmente sono arrivata a vedere che sono ovunque e in qualunque periodo, e sono tra di noi ora. Tutti noi abbiamo incontrato santi nelle nostre vite. Sono persone normali che sono anche straordinarie.
Definire qualcuno un “santo queer” è liberatorio in due sensi: il più ovvio è che rivelare il reale orientamento sessuale queer, o il genere sessuale dei santi tradizionali, libera le persone dai dogmi oppressivi e neganti la sessualità della Chiesa. Di più, rivelare la “santità” delle persone LGBT ignorate dalla Chiesa, libera la gente dalla tirannia della dicotomia sacro/profano. Definizioni come “santi queer” liberano dagli orpelli – sfidando il presupposto che la santità e l’identità LGBT si escludano a vicenda.
Mentre si avvicina il giorno di tutti i santi, offro le mie riflessioni su quel che ho imparato scrivendo più di settanta profili nel LGBT Saints Series negli scorsi otto anni. Questa è la mia teologia queer sulla santità. Chi sono i santi LGBT e queer? Se volete qualche nome specifico di questa tribù arcobaleno, visitate la pagina dei santi LGBT all’indirizzo http://jesusinlove.org/saints. php.
Una delle sfide più grandi è stata quella di capire chi è un “santo” e che è “LGBT”. Se i confini della santità sono permeabili, la definizione di LGBT è ancora più fluida.
La maggior parte delle Chiese tradizionali non avrebbe canonizzato alcun santo apertamente LGBT, così dobbiamo rivendicare noi i nostri santi. È importante rivalutare figure famigliari come riscoprire quelle perdute e riconoscere i santi del nostro tempo. Sembra che la Chiesa abbia il potere di decidere chi è santo, ma ognuno può anche scegliere per sé. Paolo ci spinge a “attendere alla vostra salvezza con timore e tremore.” (Filippesi 2:12).
Mitch Gould, uno storico di argomenti queer e quaccheri, ha riassunto bene il dilemma quando mi ha detto, “la santità è un’accusa diabolicamente sfumata.” Le tradizionali storie dei santi tendono ad essere eccessivamente pie, presentando supereroi idealizzati che sembrano distanti e irrilevanti. I santi sono stati usati per portare le persone all’accettazione passiva delle situazioni oppressive. Troppo spesso i santi sono stati messi su un piedestallo per glorificare la verginità e la sofferenza masochistica. L’enfasi sui miracoli non rispetta la natura, il continuo miracolo della vita.
Le femministe hanno criticato i santi come strumenti della moralità dominante, ma con i santi LGBT è vero il contrario: questi santi possono scuotere lo status quo. Siamo in grado di ripristinare la complessa realtà dei santi le cui vite vengono travisate da agiografie e dalla gerarchia che vuol far rispettare lo status quo. I santi queer possono aiutarci a riabilitare la compiutezza, unendo sessualità e spiritualità per il bene di tutti.
Ho iniziato a scrivere sui santi LGBT dopo aver finito la serie di libri sul Gesù queer (i racconti di Jesus in Love e Art That Dares). Molte persone mi hanno detto che non si sarebbero potute relazionare ad un Gesù gay, ma piaceva loro l’idea che tra quelli che lo seguivano ci fossero persone LGBT.
I leader eccliastici hanno usato i santi per imporre un controllo dall’alto verso il basso, ma il desiderio di santi scaturisce naturalmente dalla base. Le persone sono attratte dalla presenza del potere spirituale nella vita dei santi, e la loro volontà di usare quel potere per gli altri, anche a caro prezzo per se stessi. I santi attraggono con la qualità del loro amore, anche se le loro vite personali, possono non essere “sante”.
Ero a conoscenza della nuova ricerca e dell’arte sui santi LGBT, così sono rimasta scioccata quando ho scoperto che non era facilmente disponibile online. In gran parte dovuto alla repressione della Chiesa sulla spiritualità LGBT, molta venne nascosta sotto l’oscura etichetta di “immagini provocatorie” – se fosse stata mai stata disponibile su internet.
Come blogger independente, sono libera di mettere i santi LGBT dove più gente ne può trarre beneficio. Ho deciso di scoprire e di portare alla luce eroi santi e modelli di comportamento, per ispirare le persone LGBT di fede e i loro sostenitori. La risposta positiva avuta in così breve tempo, dichiara che le persone sono impazienti di entrare in contatto con i fedeli queer che li hanno preceduti.
Cos’è un santo?
La mis definizione di cosa qualifica qualcuno come “santo LGBT” è in continua espansione. Prima includevo i santi canonizzati dalla Chiesa, ma ho scoperto presto che molti hanno raggiunto la “santità” per acclamazione popolare. La Chiesa, infatti, non ha avuto un formale processo di canonizzazione per i primi mille anni.
In definitiva, tutti i credenti, viventi e non, possono essere chiamati “santi”, una pratica iniziata nella Chiesa antica. Nel Nuovo Testamento, Paolo ha usato la parola “santo” per riferirsi ad ogni membro della comunità cristiana, una pratica continuata dal reverendo Troy Perry, fondatore delle Metropolitan Community Churches. Uno dei ricordi del mio lavoro con lui era che ogniqualvolta scriveva una lettera ai membri dell’MCC, le iniziava con “Cari santi”. Riceviamo sempre delle risposte dalla gente che protesta, “non sono un santo!”. Ma, in un senso molto reale, siamo tutti santi.
Il dizionario definisce il santo come una “persona sacra” o una “persona estremamente virtuosa”. Io preferisco piuttosto il concetto di santità che emerge dai commenti di questo blog durante una discussione sul post “Artist shows sensuous gay saints.” (Artista mostra santi gay sensuali.). L’artista di Atalanta Trudie Barreras ha scritto: “La mia definizione di santo non ha assolutamente nulla a che fare con la definizione della Chiesa gerarchica, e tutto a che fare con la qualità dell’amore mostrato”. O, come ha commentato l’autore gay Toby Johnson “Essere santo significa creare più amore nel mondo.”
La santità arriva in maniere differenti. Alcuni diventano santi conducendo una vita esemplare, ma la via più sicura alla santità è rischiare o perdere se stessi per il bene degli altri. Come ha detto Gesù: “Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici.” (Giovanni 15:13). I martiri, dalla parola greca “dare testimonianza”, sono un tipo comune di santo.
Qualche volta i lettori obiettano che la mia serie di santi LGBT include i moderni martiri le cui vite non reano “sante”. Il mio intendimento è che non c’è bisogno che i martiri siano un modello di comportamento, ma sono onorati semplicemente perché sono stati uccisi per un particolare motivo. Perciò ho incluso persone come Harvey Milk e Matthew Shepard, dal momento che vennero uccisi perché omosessuali e la loro morte ha promosso la causa dei diritti delle persone LGBT, a prescindere dai loro difetti.
Sia che morirono o meno da martiri, le vite dei santi furono comunque difficili. Anche le nostre vite lo sono – e questo può essere un punto in comune. Come i cristiani LGBT di oggi, i santi hanno dovuto talvolta fronteggiare l’opposizione della Chiesa. Alcuni martiri, inclusa la “travestita” Giovanna d’Arco, furono uccisi non PER la Chiesa, ma DALLA Chiesa.
Cosa significa LGBT?
Lesbiche, gay, bisessuali, transgender e queer non esistevano come categorie durante la maggior parte della storia in cui i santi hanno vissuto. Un modo conveniente per aggirare il dilemma è dire che i santi LGBT sono quelli di speciale interesse per le persone LGBT e per i loro sostenitori. Il termine “queer” è sempre più usato per descrivere le persone di “genere variabile” del passato, così spesso ho usato la definizione di “santi queer”.
Alcuni negano l’esistenza di santi LGBT perché è praticamente impossibile provare la loro attività sessuale. Comunque non serve che gli amori omosessuali siano consumati perché qualcuno venga onorato come santo LGBT. Un profondo amore tra due persone dello stesso sesso è sufficente.
L’omosessualità è più di un comportamento sessuale. L’American Psychological Association definisce l’orientamento sessuale come “un modello duraturo di attrazione emotiva, romantica, e/o sessuale.” La cultura dominante cristiana tenta di sopprimere l’omosessualità evidente, così ad ogni accenno di omosessualità che sopravvive nei documenti storici deve essere dato un significato supplementare. Molti santi ufficiali erano monache o frati che abitavano in conventi o monasteri non misti. Naturalmente i loro attaccamenti emotivi primari erano per persone dello stesso sesso. Presto quasi tutti i santi sembreranno LGBT!
Cerchiamo di essere ispirati dai santi LGBT che ci circondano come un “gran numero di testimoni”, e impegniamoci nei nostri propri percorsi queer verso la santità.
Testo originale: Why we need LGBT saints