Il sostegno alle coppie dello stesso sesso non è uno strappo con l’insegnamento cattolico
Articolo di Terence Weldon pubblicato sul suo blog Queering the Church (Gran Bretagna) il 30 luglio 2015, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Ciò che è particolarmente interessante del recente lavoro sulla teologia narrativa del professor Alain Thomasett è che esso mostra come gli insegnamenti esistenti possano offrire sostegno alle coppie omosessuali, senza nessun cambiamento nel nocciolo della dottrina sessuale. È importante che quest’opera abbia propugnato i suoi argomenti in un importante incontro di vescovi tedeschi, francesi e svizzeri come parte di una giornata di studio per preparare il prossimo Sinodo di Roma sul matrimonio e la famiglia.
Chiedere un cambiamento nella dottrina sessuale, o il rispetto per le coppie omosessuali, non è una particolare novità per la Chiesa Cattolica, almeno non in Europa. È stato sostenuto che probabilmente una maggioranza di teologi ora è d’accordo che questo fondamentale cambiamento sia necessario, e in anni recenti molti di loro hanno fatto formali richieste per un simile cambiamento. Inoltre, ci sono molti vescovi e cardinali che hanno affermato pubblicamente che la Chiesa dovrebbe essere in grado di riconoscere il valore delle unioni civili.
Il problema è che il Sinodo non è stato chiamato a considerare alcun cambiamento nell’insegnamento, cui si sarebbero ferocemente opposti un solido blocco di vescovi più conservatori. La chiave per capire la pregnanza degli argomenti di Thomasett è che non sta chiedendo alcun cambiamento nella dottrina ma semplicemente l’applicazione della stessa in un contesto appropriato, e non una reazione riflessa a degli atti sessuali astratti.
Egli nota, per esempio, che, mentre l’omicidio è chiaramente considerato inaccettabile nella dottrina formale della Chiesa, il contesto fa tutta la differenza: uccidere per autodifesa non è lo stesso che un omicidio premeditato. Thomasett richiama inoltre l’attenzione sull’importanza assoluta della coscienza personale e dell’attenzione al sensus fidelium (il senso dei fedeli). Così, mentre la dottrina continua ad asserire l’insegnamento dell’ Humanae Vitae, secondo la quale contraccezione artificiale non è accettabile in pratica, è largamente accettata la tolleranza pastorale verso la contraccezione per determinate coppie. Allo stesso modo, un’estensione nella pratica pastorale del riconoscimento e dell’accettazione di particolari coppie omosessuali, incluse le unioni civili o persino, forse, la benedizione religiosa, non è poi così inverosimile.
Certamente, non si intravedono cambiamenti nell’insegnamento della Chiesa nel Sinodo di ottobre. Comunque, i vescovi di Germania, Francia e Svizzera presenti saranno ben informati su come l’interpretazione e l’applicazione della dottrina esistente potrebbe essere più accomodante. Possiamo credere che queste idee saranno ben accolte anche da molti dei loro colleghi, specialmente da quelli degli altri paesi europei – e anche dallo stesso papa Francesco, che in ultima analisi, firmerà la valutazione finale delle conclusioni sinodali.
Dopo il Sinodo dovremmo aspettarci che alcuni vescovi, soprattutto in alcuni Paesi europei, torneranno alle loro diocesi con una maggiore comprensione di come l’accettazione delle coppie omosessuali nella pratica pastorale non sia, dopotutto, necessariamente in conflitto con gli insegnamenti della Chiesa.
Dall’inizio di questo pontificato, papa Francesco ha notato frequentemente che la dottrina cattolica non solo può cambiare, ma deve costantemente evolversi. Questa idea della necessità di evoluzione della dottrina è stata ampiamente ripresa anche da altri ed è stato il filo conduttore che ha attraversato tutti i lavori presentati alla giornata di studio a Roma. Francesco ha anche espresso il desiderio che molte decisioni nel governo della Chiesa vengano prese più in basso nella catena gerarchica, per esempio dai vescovi di ogni nazione, senza fare sempre riferimento alla Curia. Queste decisioni a livello nazionale potrebbero certamente includere l’applicazione della prassi pastorale.
Questo potrebbe includere la benedizione delle coppie omosessuali? Probabilmente sì. Quando un’associazione di laici cattolici tedeschi recentemente ha chiesto alcuni cambiamenti nella Chiesa, incluse le benedizioni di queste unioni, la risposta del cardinale Marx è stata che queste non potevano essere accettate “senza riserve”. L’implicazione è che potrebbero essere accettate, con qualche riserva. Non ha specificato esattamente quali sarebbero queste riserve.
Già ci sono singoli sacerdoti in molti Paesi che sono disposti, in modo furtivo, a officiare cerimonie di benedizione per particolari coppie omosessuali, specialmente quando le conoscono personalmente e conoscono personalmente la qualità della loro relazione. È probabile che, dopo il Sinodo, un diverso tono della prassi pastorale incoraggerà maggiormente a farlo – e incoraggerà alcuni vescovi a chiudere un occhio su questa prassi. Mentre il numero delle coppie omosessuali legalmente riconosciuto continua ad aumentare e mentre le Chiese protestanti accettano in misura sempre più ampia sia i pastori gay che le coppie omosessuali, ci dovremmo aspettare che, in pratica, la benedizione cattolica delle coppie dello stesso sesso aumenti sia come numero che come visibilità, come l’uso del contraccettivo, la convivenza prima del matrimonio che adesso sono, in pratica, ampiamente accettati.
Testo originale: Catholic Moral Theologian, on how Existing Teaching could Support Same-Sex Couples