Uguale agli altri, ma diverso da me stesso. Appunti dal IV Forum dei Cristiani LGBT
Testimonianza di Luca da Mirandola del Progetto Giovani Cristiani LGBT sul IV Forum dei Cristiani LGBT (Albano 15-17 maggio 2016)
Il IV Forum dei cristiani LGBT per me è cominciato ad agosto dell’anno scorso, una telefonata dall’Inghilterra da parte di Davide, qualche spiegazione in merito, qualche chiacchiera per conoscersi e poco altro. Non sapevo davvero cosa aspettarmi, non sapevo cosa fosse, non l’avevo nemmeno sentito nominare, fantasticare era difficile, ma avevo accettato volentieri di collaborarvi.
Ebbene i mesi di preparazione successivi a quell’agosto sono stati molto intensi, nonché gli ultimi della mia carriera universitaria; cosa ancora più fondamentale già da dicembre hanno creato numerose aspettative su quei tre giorni intensi e lontani da casa. Riunione dopo riunione dopo gli ultimi preparativi, con un biglietto nascosto nello zaino si parte alla volta di Roma, località Albano Laziale. Nonostante la ricchezza di questo evento, al quale ho partecipato con entusiasmo e interesse, desidero condividere un aspetto meno evidente, anzi invisibile quasi, ma ugualmente significativo.
Da ogni angolo d’Italia tutti i partecipanti al Forum hanno cominciato a radunarsi, persone da conoscere, interrogare o semplicemente ascoltare per la loro storia ed esperienza, ognuna particolare ed unica nel suo genere. L’incredibile spontaneità con la quale queste persone conversavano, senza abbassare la voce alla parola omosessuale, non mostravano timore alcuno a dire il vero mi stava a poco a poco scuotendo. Ma se all’inizio, preso un po’ dalla foga dello svolgimento delle attività da svolgere, l’entusiasmo era davvero palpabile, già la sera del primo giorno avvertivo che tutto sommato non mi sentivo così a mio agio in quel luogo, non mi sentivo nel posto giusto, dopo tante aspettative ero quasi deluso da me stesso e dall’essermi forse fatto troppi viaggi mentali. Ma oramai eravamo in ballo e ballare si doveva.
Il sabato è stato dedicato principalmente a testimonianze di gruppi e persone cristiane omosessuali, scandita dai vari momenti di preghiera e raccoglimento che facevano da cornice ai numerosi workshop su fede e persone LGBT.
Nonostante la frenesia della giornata di sabato, le chiacchiere e i momenti di relax continuavo a sentirmi spaesato, come se stessi vivendo quell’esperienza in terza persona, non proprio quello che mi aspettavo dal Forum, ero contento di poter parlare, anche se per pochi minuti, con così tante persone. Tuttavia avevo la sensazione che qualcosa non stava andando per il verso giusto, che ci fosse qualcosa di strano, ma non riuscivo a capire cosa, o almeno non l’ho capito fino all’ultima sera quando tavola quando ho conosciuto una famiglia la cui testimonianza in un workshop mi aveva colpito, mi avevano sorpreso il percorso fatto dai genitori, il coming out della figlia e il contesto sociale e religioso nel quale ciò era avvenuto. La madre in particolare mi aveva ricordato implicitamente che anche se ero lì al Forum, qualcosa lo avevo lasciato a casa.
Dopo la bella serata passata in compagnia, al momento di andare a letto il senso di smarrimento è diventato quasi invadente, sapevo bene che non c’era sonno che avrebbe potuto portarmi verso il letto, troppi dubbi, ero abbastanza confuso.
Mi sono incamminato verso il giardino limitrofo pieno di ulivi che la luna illuminava raggiante, avrò percorso almeno dieci volte quell’uliveto al buio quella sera. Mi sentivo smarrito, lontano da ogni cosa, eppure non triste ma sereno. Mi sentivo diverso, ma non dagli altri come mio solito, mi sentivo diverso da me stesso, non mi era mai successo. Dopo un’ora o più trascorsa a ragionare, pregare e scervellarmi su quello che poteva essere stato il Forum, ebbene ci capivo ancora meno, me ne andavo a letto ancora più confuso e smarrito di prima. La mattina successiva, l’ultima prima della partenza, vagamente felice per l’esperienza fatta durante il momento di preghiera il ragazzo che guida la riflessione ci invita ad abbracciare i vicini di posto, dopo poco arriva quella madre di quella famiglia che mi dice: “Luca, lo so che sei qui senza la tua famiglia, sei qui senza i tuoi genitori, ma ti abbraccio come se lo facesse tua mamma!”
Fossi stato in un film probabilmente avrei pianto, ma è avvenuto qualcosa di molto più profondo, ho realizzato che per due giorni interi avevo convissuto serenamente con me stesso sia come cristiano, sia come omosessuale, e quell’abbraccio mi ha per qualche secondo completato come persona, mi ha dato un senso di vicinanza che non ricordo di avere provato da molto tempo, credetemi è difficile rendere preziosa, per chi la vive quotidianamente, la sensazione di sentirsi a casa.
E’ difficile spiegare a chi non è omosessuale lo straniamento che deriva dal poter parlare con altri, spesso sconosciuti, senza dovere montare i filtri dell’eterosessualità; è strano vedere quanto ciò che si dice e ciò che si pensa sia così inesorabilmente vicini, è qualcosa di immenso sentirsi così simili a chi hai accanto, e non parlo degli altri omosessuali, ma delle mamme, dei religiosi, dei fratelli e famigliari dei partecipanti, persone che hanno una storia e un volto.
Certamente non era la prima volta che incontravo gruppi di persone omosessuali, o che stavo in compagnia con persone che sapevano della mia omosessualità, ma due giorni interi hanno spazzato via quintali di rugginosi rancori e qualcosa come undici anni di occultamento e menzogne.
Senza bisogno di lanciarsi in deliri trasognanti voglio solo dire che non so davvero quale forza mi abbia spinto a venire al Forum, non so quale forza mi abbia spinto parteciparvi nonostante i pesanti sotterfugi del nascondimento, non so quale forza mi abbia concesso di stare, seppur smarrito, serenamente assieme a tante persone, non le mie forze di certo; davvero non so cosa abbia guidata quella madre ad attraversare metà della sala conferenze per venire ad abbracciarmi, per i cristiani è troppo facile dare un nome a questi dilemmi, ma è comunque qualcosa che non dimenticherò facilmente.