Il coming out dei credenti omosessuali
Oggi, gli omosessuali credenti non si nascondono più, quale che sia la loro confessione. In tutte le religioni i gay e le lesbiche fanno sentire la loro voce. Il mensile (ndr francese) Tetù e’ andato ad incontrare coloro che proclamano che fede fa rima con libera scelta.
Siccome la Giornata Internazionale contro l’omofobia, il 17 Maggio, ha quest’anno come tema “religione e omofobia”, abbiamo voluto incontrare delle persone che hanno in comune l’aver percorso dei cammini divergenti, e nonostante ciò sono riusciti a trovare il loro equilibrio nella fede.
Non senza difficoltà, ma senza rinunciarvi. E con molto pragmatismo. Impossibile per questo, raccogliere un unica versione, rilasciate dagli interventi della stessa realtà. Ogni confessione progredisce al suo ritmo ed in base al suo modo di procedere. Ecco perché c’è la varietà delle testimonianze riunite in questo dossier.
Essere credenti ed omosessuali pone il problema della doppia identità. Non di identità fisse ed in parte equivalenti ma di pezzetti di assegnazione comunitaria associati a dei frammenti della costruzione di sé.
Nel documentario di Lionel Soukaz che ha realizzato nel 1979 sulla marcia dei gay su Washington, in piena campagna omofoba della cantante neoconservatrice Anita Bryant (colei che compare nel film Milk, di Gus Van Sant) si vede che i gruppi religiosi sono molto influenti e presenti. Gay e credenti… tutto sta nella “e”.
Ogni Chiesa si manifesta omofoba, a gradi differenti, ma sempre in nome della tradizione, della “legge naturale”, e in riferimento agli stessi testi, ed alla stessa storia. Quella di Loth, di Sodoma e Gomorra; che sia nella Bibbia o nel Corano.
Ma se questa omofobia è reale, se essa ha delle conseguenze spaventose per le persone gay, lesbiche, bisex e tans (GLBT), nei paesi cristiani come in quelli mussulmani, essa non è universale.
E la prima qualità degli uomini e delle donne che si impegnano nella fede senza rinunciare alla loro sessualità – o viceversa secondo i percorsi – fanno riflettere sia le religioni che i movimenti gay, lesbiche, bisex e tans (GLBT).
Ignorare questa riflessione porterebbe all’amputazione dell’avvenire.
Titolo originale: Le coming out des croyants