111 pastori metodisti LGBT fanno coming out. Qualcosa sta cambiando?
Articolo di Trudy Ring pubblicato sul sito del bimestrale The Advocate (Stati Uniti) il 9 maggio 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Più di 100 pastori e pastore della Chiesa Metodista Unita sono usciti allo scoperto come lesbiche, gay, bisessuali e transgender per sfidare la posizione assunta dalla loro denominazione sulle tematiche LGBT, mentre la stessa si prepara per la sua Conferenza Generale.
In totale, 111 pastori e pastore hanno firmato un documento intitolato “Lettera d’amore alla nostra Chiesa, dai vostri ministri LGBTQI”, che è stato pubblicato oggi (9 maggio) sul sito web dell’associazione Reconciling Ministries Network (Network dei ministeri per la riconciliazione), che rappresenta le chiese metodiste che accettano le persone LGBT. Il sito web è andato in tilt poco dopo che la lettera è stata postata ma un giornale dell’Ohio, il Columbus Dispatch, ne ha ottenuta una copia senza firme.
I membri del corpo pastorale criticano il regolamento della denominazione secondo il quale “gli omosessuali confessi e praticanti”, come li chiama il codice delle discipline della Chiesa, non possono essere ordinati pastori, in quanto essere gay è “incompatibile con l’insegnamento cristiano”. La Chiesa proibisce inoltre ai pastori di celebrare matrimoni omosessuali. Queste questioni saranno discusse alla Conferenza Generale Metodista che si riunirà a Portland, nell’Oregon, dal 10 al 20 maggio.
La lettera spiega: “Mentre noi abbiamo cercato di rimanere fedeli alla nostra vocazione e al patto, non sempre voi siete rimasti fedeli a noi. Ci avete sì accolti come pastori, leader giovanili, sovrintendenti di distretto, vescovi, professori, missionari e in altri servizi religiosi, ma ci avete richiesto di non essere pienamente noi stessi nel nostro ministero, di nascondere alla vista il nostro orientamento sessuale o la nostra identità di genere… Mentre alcuni di noi sono stati fortunati perché si trovano in comunità che possono servire in modo sincero e aperto, ad altri sono toccate comunità molto più ostili, che essi continuano a servire con fedeltà pagando un prezzo tremendo a danno di se stessi, delle loro famiglie e sì, anche delle comunità in cui prestano servizio, che non ricevono pienamente i doni del loro pastore perché una parte essenziale di lui o lei deve rimanere nascosta”.
“Noi siamo qui perché Dio ci ha chiamati a servire in questa denominazione e le nostre anime si nutrono della teologia nella quale siamo cresciuti” affermano i firmatari, aggiungendo che intendono rimanere nella Chiesa ma la desiderano più inclusiva: “Anche se noi dovessimo andarcene e voi cercare un linguaggio ancora più restrittivo verso le persone LGBTQI, sappiate che Dio continuerà a muoversi in maniera misteriosa nei cuori delle persone LGBTQI, giovani e adulte, e le chiamerà al servizio in questa denominazione”. La lettera prosegue dicendo che i pastori e le pastore stanno facendo coming out “per offrire speranza ai giovani LGBTQI che si trovano in comunità metodiste a loro ostili”.
La Conferenza Generale, termine che designa sia la massima istanza legislativa della denominazione sia l’assemblea, si riunisce ogni quattro anni per discutere la vita della Chiesa. Il rifiuto verso i pastori apertamente LGBT e il matrimonio omosessuale è stato frequentemente ribadito negli ultimi decenni. L’ultima assemblea del 2012 ha votato a favore del mantenimento delle regole anti-LGBT.
Alcuni pastori e congregazioni hanno rotto tali regole, come è accaduto di recente con il reverendo David Meredith, che ha sposato il suo partner Jim Schlachter a Columbus nell’Ohio. Meredith è tra i firmatari della lettera aperta, secondo il Columbus Dispatch.
Il Reconciling Ministries Network ha proposto di rimuovere il linguaggio anti-LGBT dal codice delle discipline. Alcuni gruppi all’interno della Chiesa hanno proposto che i singoli pastori possano essere autorizzati a celebrare matrimoni omosessuali e che le strutture regionali siano autorizzate a emanare le loro regole sui pastori e le pastore apertamente LGBT.
La Chiesa Metodista Unita, con i suoi 8 milioni di membri negli Stati Uniti, è la terza maggiore denominazione cristiana dopo la Chiesa Cattolica e la Convenzione Battista del Sud. Come ha scritto Matt Berryman su The Advocate, un cambiamento nelle regole riguardo le questioni LGBT avrebbe un impatto enorme: “Se la Chiesa voterà per abrogare le sue regole anti-LGBT e anti-cristiane, sarà un passo significativo, per non dire storico, verso lo smantellamento di uno dei pregiudizi di più lungo corso nella Chiesa cristiana. Un significativo cambiamento a livello di regole avrebbe un grosso impatto su migliaia di pastori e pastore, milioni di membri e innumerevoli persone che si avvicinano alla fede e cercano di conoscere e vivere un Dio che li ama e li accetta”.
Testo originale: LGBT Clergy to Methodist Church: ‘God Called Us’ Here