I conservatori si appellano al Sinodo Valdese affinché non si discuta delle benedizioni per le coppie omosessuali
Articolo di Vera Schivazzi tratto da Repubblica, edizione di Torino, del 5 agosto 2010
Un duro attacco, una polemica (non solo religiosa, ma anche politica e culturale) che ha tutta l’aria di voler durare a lungo.
Un gruppo di valdesi, concentrati soprattutto nelle valli del Pinerolese e guidati dal senatore del Pdl Lucio Malan, ha pubblicato a pagamento sul settimanale evangelico “Riforma” un appello contro le nozze omosessuali e l’adozione di bambini da parte di coppie gay.
I firmatari del documento, “Appello al Sinodo per la fedeltà alla nostra Confessione di fede”, si riferiscono a un episodio preciso, la benedizione – celebrata a Trapani dal pastore Alessandro Esposito – di una coppia di donne tedesche già legata da un patto civile, nel giugno scorso.
In maggio invece, a Roma, il pastore Paolo Ricca – una delle personalità più eminenti tra i Valdesi, storico e promotore dell’ opera di Lutero in Italia – aveva a sua volta celebrato il battesimo di due gemellini “adottati” da una coppia di uomini italiani grazie all’ inseminazione artificiale, all’ ovodonazione e alla pratica dell’ “utero in affitto” in California.
In quell’occasione, Ricca aveva indirizzato a entrambi i “padri” l’ appellativo di “genitori” suscitando le ire non solo dello stesso Malan ma anche di altri fedeli “conservatori”.
Oltre a Malan, tra i primi firmatari dell’ appello ci sono il pinerolese Giorgio Mathieu, dirigente del Pdl nella zona, Fabrizio e Sergio Malan (che come l’omonimo senatore appartengono alla chiesa di Luserna) e un gruppo di fedeli e simpatizzanti anche di altre chiese evangeliche.
Sullo sfondo sta il nodo difficile del rapporto tra fede e omosessualità, che da parecchi anni viene affrontato a intervalli regolari anche in margine al Sinodo e che nel 2007 è stato oggetto di un documento congiunto approvato a maggioranza dalle chiese valdesi e battiste, nel quale si afferma che occorre tutelare «i diritti delle persone e delle coppie omosessuali».
Ma nulla è stato ancora stabilito per quanto riguarda i matrimoni né, sia pure in linea di principio, sulle adozioni. La Moderatora Maria Bonafede ha espresso la sua solidarietà al pastore Esposito, e più volte si è pronunciata in favore di una maggiore «accoglienza» nelle chiese per le persone omosessuali.
Paolo Ricca ha risposto – in due puntate – alle prime rimostranze espresse per lettera da Malan, ma anche dalle sue parole, ricche di riferimenti biblici, traspare la consapevolezza di un tema delicato: «Quello che dobbiamo chiederci è che cosa dice la Scrittura sull’omosessualità, se ciò che dice risente di condizionamenti storici e culturali che potrebbero relativizzarne il valore o se dobbiamo considerarla parte integrante della “eterna e indubitabile verità” che la Scrittura contiene e come impostare questo discorso nel quadro dell’ etica cristiana che ruota intorno all’unico comandamento dell’ amore».
Ma le risposte di Ricca, come peraltro quelle della Moderatora, non hanno convinto il senatore del Partito della libertà, e ne hanno provocato l’appello, la cui pubblicazione in forma di pubblicità ha suscitato un certo clamore nel mondo valdese ed evangelico.
E, anche se le chiese valdesi, 30.000 fedeli in Italia, sono già da decenni schierate su posizioni “progressiste” (sono state favorevoli alla legge sul divorzio come a quella che consente l’ aborto, e si sono schierate contro molte delle restrizioni previste dalla legge sulla fecondazione artificiale), anche al loro interno esiste una non insignificante area “conservatrice”, rappresentata dai fedeli più anziani, dalle piccole comunità, da membri di chiesa più legati a un’ interpretazione rigida della Bibbia.
Ora questi fedeli sembrano aver trovato in Malan e nei suoi alleati, in gran parte politicamente schierati col centrodestra, il loro più o meno provvisorio megafono.
Un tema caldo per il Sinodo, che si aprirà il 22 agosto e durerà una settimana: l’ annuale assemblea dei delegati delle chiese valdesi e metodiste dovrà pronunciarsi sui temi più importanti, con decisioni che la Tavola e la Moderatora dovranno mettere in pratica nell’anno successivo.
Non a caso è proprio ai delegati dell’ assemblea che si rivolgono Malan e i suoi.