Il papa e la famiglia. Le novità inattese dell’Amoris Laetitia
Riflessioni di José Maria Castillo* pubblicate sul blog Teología sin censura (Spagna) il 23 aprile 2016, liberamente tradotte da Dino
Una delle affermazioni che, in determinati ambienti ecclesiastici, vengono in questi giorni maggiormente ripetute, è che la recente esortazione apostolica Amoris Laetitia di Papa Francesco non porta niente di nuovo, se paragonata alla Familiaris Consortio di san Giovanni Paolo II. Dopo tanto sinodo e tanto ritornare sull’argomento, arriviamo alla stessa conclusione. A quello che la Chiesa ha sempre insegnato. È davvero così?
Lo scrittore José Antula ha pubblicato un dettagliato studio, La vera novità della Amoris Laetitia, nel quale spiega in modo documentato le novità contenute nella recente esortazione di papa Francesco. Va da sé che sono completamente d’accordo con ciò che dice José Antula nel suo recente scritto. E varrebbe la pena che le mentalità più rigide e spiritualiste si rendessero conto di ciò che insegna papa Francesco quando ad esempio parla dell’“amore erotico” (n° 150) e dell’amore come “passione” (n° 148). Argomenti che di certo non si sentono facilmente nella retorica clericale. Ma soprattutto, quello che maggiormente richiama l’attenzione è l’insistenza del papa sul tema dell’amore reciproco, “amore d’amicizia”, che equipara e unisce gli sposi – e non sulla dottrina della Chiesa o sulle sue leggi – come argomento trasversale, che ricorre in tutta la recente esortazione papale dall’inizio alla fine.
Bene, assodato ciò che ho appena esposto, mi sembra importante che comprendiamo (o ci rendiamo conto della) la novità contenuta in tutto questo programma riguardante la famiglia, se consideriamo questo argomento a partire da dimensioni che sono ad esso attinenti. Per esempio, la dimensione storica o quanto concerne la sociologia dell’istituzione familiare.
Mi spiego. Se facciamo attenzione a quello che affermano i sociologi attualmente più quotati, comprendiamo immediatamente che la famiglia è una di quelle istituzioni che stanno vivendo cambiamenti tanto rapidi e tanto profondi che, in una stessa famiglia, spesso i nonni non capiscono i nuovi costumi dei figli e, ancora meno, quelli dei nipoti. Molti non hanno pensato che la famiglia tradizionale era soprattutto un’unità economica, cosicché, per secoli, il matrimonio non è certo stato contratto sulla base dell’amore sessuale. Così si comprendeva (e si viveva) questa materia da un punto di vista che si rifaceva al diritto romano. Tutti i diritti e tutto il potere si concentravano nel pater familias (Peter G. Stein). E così siamo rimasti, in cose molto fondamentali, fino a poco tempo fa. Per questo la diseguaglianza era intrinseca nella famiglia tradizionale.
Negli ultimi anni tutto è saltato per aria. E rimangono tre punti fondamentali, che stanno sostituendo i vecchi legami che solevano unire le vite private della gente: le relazioni sessuali e amorose, le relazioni padre-figlio e l’amicizia. Di conseguenza, il centro dell’istituzione famigliare si è spostato: dalla famiglia come “unità economica” a quella che appropriatamente è stata chiamata la “relazione pura” (Anthony Giddens). Ma cos’è, infine, questa “relazione pura”? “È la relazione che si basa sulla comunicazione, di modo che è essenziale capire il punto di vista dell’altra persona”.
Quindi, se le cose stanno in questi termini, e io ne sono convinto, se adesso rivolgiamo l’attenzione all’esortazione di Papa Francesco, non c’è bisogno di sforzarsi molto per capire che il Papa, essendo fedele alla tradizione della Chiesa, ha colpito nel segno riguardo ciò che sta avvenendo nell’istituzione familiare, e anche riguardo la soluzione per lo stato di cose che stiamo vivendo.
Più chiaramente: la soluzione dei problemi della famiglia non si trova nell’affermare verità categoriche, né arriverà dal sottomettere a norme rigide qualsiasi cosa noi volessimo regolarizzare. No. Il problema non sta in niente di tutto questo, e pertanto in niente di tutto questo si troverà la soluzione. La famiglia recupererà la sua stabilità, il suo equilibrio e la sua ragion d’essere nella misura in cui l’amore d’amicizia, che nel linguaggio secolare potrebbe essere chiamato “relazione pura”, occupi quella centralità che, per secoli, era stata occupata dal pater familias come padrone e garante di quell’unità economica che, di fatto, l’istituzione familiare era.
Papa Francesco, rispetto a san Giovanni Paolo II, non solo ha portato diverse innovazioni in questioni davvero fondamentali, ma ha anche colto “i segni dei tempi” molto meglio di quanto si immaginano coloro che si impegnano a far sì che tutto rimanga immutato.
* José Maria Castillo è dottore in teologia ed ex sacerdote gesuita spagnolo.
Testo originale: El Papa y la familia: la novedad inesperada