Cosa c’è di male nell’essere LGBTQ e cristiano/a? Quello che la Bibbia non dice
Riflessioni pubblicate sul sito Queer Theology, liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Non c’è davvero niente di male nell’essere gay o transgender e cristiano?
La prima domanda che mi sono fatto quando ho capito che mi piacevano i ragazzi è quella che poniamo regolarmente alla teologia queer: Non c’è niente di male nell’essere gay, bisessuale, transgender e cristiano? Voglio dire, davvero?
Vi siete mai fatti questa domanda? Quali passi avete fatto per trovare la risposta? Se siete come me, potreste aver fatto qualcosa come:
1. Cercare su Google “Essere gay/transgender e cristiani è sbagliato”
2. Cliccare ogni link nelle prime dodici pagine dei risultati
3. Leggere ogni articolo
4. Convincersi che non c’è niente di male nell’essere gay ogni volta che leggi un articolo positivo
5. Convincersi che, dopotutto, c’è qualcosa di sbagliato nell’essere gay ogni volta che leggi un articolo anti-gay
6. Ripetere il tutto.
Sono andato avanti così, come un criceto sulla ruota, per dieci anni prima di arrivare finalmente, FINALMENTE, a credere che sì, si può essere gay, bisessuale, transgender o queer e cristiano, perché essere LGBTQ è una parte naturale e normale della varietà della creazione di Dio.
Ma come l’ho saputo?
La “loro” obiezione: 7 passaggi “oscuri”
Se parlate con un cristiano che pensa che essere queer sia un peccato, di solito farà riferimento a uno o più dei diversi passaggi anti-LGBT:
Genesi 1 & 2: Adamo & Eva, non Adamo & Stefano
Genesi 19: Sodoma e Gomorra
Levitico 18:22 (e Levitico 20:13): abominio
Romani 1: relazioni innaturali
1 Corinzi 6:9 e 1 Timoteo 1:10: trasgressori effeminati e omosessuali
(I passi della Bibbia considerati anti-transgender sono raramente menzionati)
C’è una definizione per quel che sta accadendo qui: proof texting.
Theopedia definisce il proof texting come “il metodo con cui una persona fa appello a un testo biblico per dimostrare o giustificare una posizione teologica, senza riguardo per il contesto del passo che sta citando”.
Se senti qualcuno dire: “La Bibbia dice…” corri nell’altra direzione. La Bibbia dice un sacco di cose!
Ecco alcune cose che dice la Bibbia:
Che la terra era coperta d’acqua quando è stata creata, prima che Dio creasse il suolo (Genesi 1:9), ma anche che la terra era completamente asciutta prima che Dio portasse i fiumi e riempisse d’acqua il pianeta (Genesi 2:5-6).
Che Dio creò per primi gli animali e poi gli esseri umani (Genesi 1) , ma anche che Dio creò prima Adamo, poi gli animali, e quindi Eva (Genesi 2).
Ok, la Bibbia si contraddice nei primi due capitoli!
“La Bibbia dice” in Esodo e nel Deuteronomio che se una donna viene rapita, il suo rapitore dovrà sposarla o pagare suo padre (perché egli ha “danneggiato” la “proprietà” del padre).
Paolo dice in 1 Tessalonicesi che Gesù sarebbe tornato durante la sua stessa vita (4:15-17).
Quindi, cosa dice la Bibbia?
La Bibbia dice un sacco cose – e questo ha perfettamente senso! Gli scritti che noi chiamiamo “la Bibbia” sono stati scritti da dozzine di autori nel corso di millenni. Infatti, sembra che molti libri siano una combinazione di diverse fonti preesistenti. Per esempio, sembra che i primi cinque libri della Bibbia ebraica siano stati combinati a partire da quattro fonti diverse, chiamate JEDP, mentre Matteo e Luca attingono da Marco e da un’altra fonte condivisa (e sconosciuta) alla quale ci si riferisce come fonte Q.
Quando l’ho sentito per la prima volta, la mia fede è stata scossa! Mi sono sempre immaginato Mosè che scribacchiava Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio, e mi veniva detto che gli scritti di Matteo fossero osservazioni dirette e racconti ispirati divinamente.
Se davvero i primi cinque libri della Bibbia ebraica sono una miscellanea di vecchie leggende religiose e Matteo e Luca dovrebbero includere una bibliografia… cosa significa per la mia fede?
Ecco cosa significa: gli autori della Bibbia stavano lottando per dare un senso a se stessi, al mondo che li circondava e alla loro relazione con qualcosa di più grande di loro, proprio come succede a voi e a me.
Questo non rende la Bibbia meno autentica, ma la rende più vera.
Giustizia o giudizio?
Quindi, se è possibile fare text-proofing in ogni modo e in qualsiasi posizione, a che serve la Bibbia quando bisogna prendere le decisioni che guideranno la vostra vita morale incentrata su Dio?
Quando guardo alla Bibbia, vedo un inconfondibile insegnamento di giustizia.
Dio che usa Giuseppe per salvare la sua famiglia dalla carestia in Genesi. Dio che guida il popolo ebraico lontano dalla schiavitù dell’Egitto in Esodo. Dio che nomina Debora profetessa e capo di Israele in Giudici. Il profeta Amos chiamato per giustizia a scorrere come un fiume imponente.
E poi c’è Gesù. Gesù, c’è Gesù!
Il Messia nato da una madre non sposata, adolescente e migrante, che sente voci mentre vive sotto l’occupazione nel Medio Oriente. Questo è colui che i cristiani sostengono sia il nostro Messia.
Gesù, che contava le donne come sue amiche e seguaci (e che è stata contestato da una donna e, nella sua risposta, ha cambiato idea!). Gesù che ha mangiato con le prostitute e ha congedato le adultere senza giudicarle.
Il vero volto dell’obiezione: il potere
Per ogni versetto che i cristiani anti-LGBTQ dicono condanni l’omosessualità, ce ne sono una dozzina che condannano chiaramente qualcosa che sosteniamo e sostengono qualcosa che condanniamo (che non è dire che tali passaggi condannano anche le persone queer).
Si potrebbe andare avanti e indietro tutto il giorno facendo proof-texting con i propri parenti, il proprio pastore o anche se stessi e non si arriverebbe da nessuna parte.
Ecco perché funziona: il cristianesimo anti-LGBTQ non ha nulla a che fare con la Bibbia o con Dio.
Funziona perché c’è l’idea pervasiva che le persone LGBTQ siano malate e perverse. Essa si basa sul fattore X e richiede che si prendano, fuori dal loro contesto, pochi e vaghi passaggi della Bibbia per condannare ogni persona queer, in un modo che non avrebbe mai funzionato ad esempio, con cose tipo indossare vestiti di tessuti diversi, come reagire ad un rapimento, o anche ottenere un divorzio.
Gesù ci dice, in Matteo 7, che “si riconoscerà dai frutti” se un insegnamento religioso è vero o meno.
I frutti della teologia anti-LGBTQ rivelano la loro falsità: depressione, disperazione, suicidio, famiglie spezzate, perdita della fede, bullismo, molestie.
I frutti di una teologia inclusiva testimoniano la sua giustezza: un ritorno alla fede, una guarigione delle relazioni e una vivacità e rinascita nella vita della Chiesa.
Come si può essere sicuri?
Ho una confessione da farvi: a volte, quando sono a letto in notti particolarmente agitate (di solito quando sono stato alzato troppo a lungo e ho bevuto troppe Pepsi) fisso il soffitto e contemplo (a) la vastità e la mancanza di senso dell’universo (b) “cosa succede se loro hanno ragione ed essere gay è peccato???”
E poi alla fine mi addormento e lascio scivolare via tre decenni di omofobia implacabile che sono stati gettati su di me. E continuo a fare questo lavoro.
Perché?
Perché sono convinto – assolutamente convinto – che essere LGBTQ è una parte buona e necessaria della diversità della creazione di Dio.
Perché?
Perché ho passato quasi dieci anni a fare attivismo LGBTQ basato sulla fede e questo mi ha messo in contatto con un sacco di cristiani ben intenzionati ma fondamentalmente anti-queer, ma anche con innumerevoli persone LGBTQ di tutto il mondo.
Quando penso ai cristiani anti-LGBTQ trovo argomenti aridi, internamente incoerenti che alla fine si riducono a un “perché penso che etero sia meglio.”
Ho lavorato con più di un centinaio di persone queer cristiane, mentre facevano coming out, mentre combattevano per trovare la propria strada attraverso la quale dare un senso alla teologia e trovare accoglienza. Come conseguenza del loro amore e della loro accettazione – siano o meno ancora cristiani – sono più felici e più in salute.
I frutti sono chiari e né angeli né demoni, né cristiani ben intenzionati armati di una manciata di versi scelti con cura dalla Bibbia, ci potranno separare dall’amore di Dio.
Ho dovuto spendere anni facendo intenso attivismo per imparare tutto quello che ora so del genere, della sessualità e della giustizia cristiana. Padre Shay ha passato tutta la sua vita preparandosi per il suo ministero (più tre anni di seminario). La buona notizia è che non si deve attraversare il paese o andare in seminario per incontrare cristiani LGBTQ e i loro amici etero che vi ispireranno e vi saranno d’aiuto nel vostro viaggio.
Testo originale: Is it REALLY ok to be gay or transgender and Christian?