L’identità omosessuale dall’Antichità al Medioevo in un saggio magistrale di John Boswell
Recensione di Silvia Lanzi al libro Cristianesimo, tolleranza, omosessualità di John Boswell
Si tratta di un saggio di tipo accademico, un po’ pesantuccio e che richiede almeno un’infarinatura rispetto alle problematiche trattate, ma che merita senza dubbio di essere letto.
Niente di strano perché Jeb (questo il suo nomignolo), professore a Yale, con questo lavoro voleva scrivere un saggio ben argomentato. E ci è riuscito. Partendo dall’opinione che greci e romani avevano dell’omosessualità, è passato a parlare della Chiesa primitiva – che su queste due culture si innestava – nella quale, in un primo momento, essa veniva tollerata se non esaltata (si pensi a figure come Sergio e Bacco), sancita com’era da speciali formule di affidamento dei partner l’uno all’altro, con tanto di cerimonia religiosa. Boswell analizza poi, con argutezza, i motivi per cui questa tolleranza è venuta meno – sostanzialmente l’esegesi di passi come quelli contenuti nel Levitico o nelle lettere di Paolo. Sembra che però questo tipo di amore abbia comunque continuato a proliferare: ne sono prova molti testi nati soprattutto in ambito ecclesiastico ma non solo (che Boswell cita doviziosamente in appendice). Secondo lui, sembra che addirittura l’amor cortese sia venato di omoerotismo. Un altro motivo per cui, afferma lo studioso, le unioni omosessuali hanno via via perso terreno nella Chiesa è la loro infertilità. In un periodo in cui il motto “crescete e moltiplicatevi” veniva preso alla lettera – e la sterilità era una delle cause possibili dello scioglimento di un matrimonio – si capisce bene come le relazioni omosessuali non fossero viste di buon occhio. Tuttavia, la cultura gay era ben presente nonostante la censura. Parlo coscientemente di cultura gay perché anche Boswell lo fa nel suo saggio, con buona pace di coloro che affermano sia nata nel secolo scorso. È una tesi forse un po’ ardita, ma non del tutto errata. Infatti esiste un corpus letterario, seppure esiguo (e ancor più esiguo se si pensa che nel Medioevo erano pochissimi a saper leggere e scrivere), che mostra un inclinazione decisamente omoerotica – e probabilmente consapevole: una delle tesi principali dal saggio è che ci sia sempre stata la percezione del sé omosessuale.
Un saggio con un taglio sorprendentemente nuovo: assolutamente tradizionale per quanto riguarda la forma, con un poderoso apparato di note che, come afferma l’autore, si possono anche saltare senza compromettere il senso dello scritto ma che, all’occorrenza, danno al lettore riferimenti puntualissimi e pregnanti; ma assolutamente innovativo per quel che riguarda l’argomento e il modo in cui è stato trattato.
Un unico rammarico: che uno studioso accademico di così grande valore, e che tanto ha fatto per gli studi LGBT, ci abbia lasciato così presto.
John Boswell, Cristianesimo, tolleranza, omosessualità. La Chiesa e gli omosessuali dalle origini al XIV secolo, pp. 512, Leonardo, 1989