La codardia degli oppositori di papa Francesco
Articolo di Michael Sean Winters pubblicato sul sito del settimanale National Catholic Reporter (Stati Uniti) il 12 luglio 2016, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Un gruppo di 45 “studiosi, prelati e sacerdoti” ha mandato un appello a tutti i cardinali cattolici perché implorino papa Francesco di correggere quelle che il gruppo considera “affermazioni erronee” contenute nella Amoris Laetitia, come riportato da Edward Pentin del bisettimanale National Catholic Register: “’Non stiamo accusando il Papa di eresia’ afferma Joseph Shaw, firmatario dell’appello e portavoce del gruppo, ‘ma pensiamo che numerose affermazioni della Amoris Laetitia possono essere considerate eretiche a una prima lettura del testo. Altre dichiarazioni verrebbero teologicamente considerate in maniera diversa: scandalose, erronee o ambigue, tra le altre’”.
Meno male! Sono sollevato che il gruppo non ritenga Francesco un eretico, almeno non necessariamente, e comunque con la condizione che ritiri le suddette affermazioni. E poi, solo alcune parti della sua esortazione apostolica sarebbero “scandalose, erronee o ambigue”, non l’intero documento. Sarebbe corretto leggere l’intero testo, non solo le frasi riportate da Edward Pentin. Per esempio, questi studiosi, prelati e sacerdoti ignorano forse che l’esortazione apostolica di papa Francesco ricalca da vicino il documento prodotto dal Sinodo, del quale ogni singolo paragrafo è stato approvato dai due terzi dei padri sinodali?
Secondo Pentin, l’appello chiede ai cardinali “di presentare una richiesta al Santo Padre perché ripudi in maniera definitiva gli errori che compaiono nel documento e perché dichiari autoritativamente che la Amoris Laetitia non richiede di credere o di considerare veri tali errori”. Mi chiedo come il Papa, che ha emanato il documento da pochi mesi, possa pensare che le affermazioni di cui si discute non siano “vere”. Di certo non le ritratterà. Forse che gli studiosi, i prelati e i sacerdoti che hanno steso l’appello pensano che dovrebbe mentire? La menzogna non è intrinsecamente malvagia? Stanno invitando il Papa a commettere peccato, il peccato di scandalo.
Queste persone non hanno nemmeno pubblicato i loro nomi. Uno degli organizzatori ha riferito a Pentin che hanno scelto di rimanere anonimi perché “temono rappresaglie e si preoccupano delle ripercussioni sulla loro comunità religiosa, sulla loro carriera accademica, il loro lavoro e la loro famiglia”. Questa è un’enormità. Le persone che perdono il lavoro negli istituti cattolici in questo periodo non sono quelle che hanno mandato a memoria i discorsi di san Giovanni Paolo II sulla “teologia del corpo”. Degno di nota è il fatto che Pentin non critichi l’affermazione. Solo la scorsa settimana, interrogato sul perché non avesse rimosso i cardinali a lui più ostili, il Papa ha risposto che non è sua intenzione tagliare teste: fuor di metafora, Francesco riconosce che anche chi gli si oppone, ma ha servito la Chiesa per tutta la vita, può comunque contribuire e non dovrebbe ricevere il benservito solo perché non è leale alla sua persona. Avrei voluto vederlo affilare meglio la lama della proverbiale ascia.
Ho simpatia per i cattolici in difficoltà con ciò che un Papa dice o fa, soprattutto quando questo costituisce un cambiamento. Se la loro coscienza li spinge a scrivere una lettera aperta che dia voce al loro disagio, hanno tutto il diritto di farlo. Va bene anche se preferiscono una comunicazione privata. Ciò che non approvo è quando “si suona il campanello e poi si corre via”, come ha detto un mio amico conservatore, quando non si vuole firmare la lettera e si rifila a Edward Pentin il compito di pubblicizzare le proprie lamentele. Questa è codardia, né più né meno. Se fossi un cardinale, ed è meglio per tutti che io non lo sia, e ricevessi una simile missiva non firmata il giorno dopo averla letta sui giornali, la farei finire immediatamente nel cestino della carta straccia.
Ma perché Pentin l’ha riportata? Dopo tutto è un reporter e il compito dei reporter consiste nello scovare le notizie e fornire un abbozzo di analisi, ma non sono sicuro che questa sia una notizia. In una Chiesa che conta più di un miliardo di anime, il fatto che ci siano 45 scontenti non dovrebbe sconcertare. Vorrei far notare anche come Pentin non faccia gran che per citare qualcuno disposto a difendere il Santo Padre. Nessun commento da parte di qualcuno che ritiene che l’appello sia una cattiva idea. Il giornalista riporta una divergenza di opinione tra il cardinale Christoph Schönborn e il cardinale Raymond Burke, ma nulla che riguardi l’appello. Naturalmente Pentin lavora per i comodi della dirigenza dell’EWTN Global Catholic Network, che possiede il National Catholic Register. Domanda chiave: la dirigenza dell’EWTN e del Register, che ripete costantemente ai suoi spettatori e lettori di fornire “autentiche” notizie cattoliche, i cui commentatori spesso si lamentano delle presunte distorsioni nei media laici, questa dirigenza approva gli articoli pieni di preconcetti con cui Pentin attacca il Papa, oppure no? Tale opposizione a Francesco è espressione di una “autentica” fede cattolica?
Durante le elezioni presidenziali del 1952 il reverendo Norman Vincent Peale, pastore della Marble Collegiate Church di New York e noto per la sua predicazione incentrata sul “potere del pensiero positivo”, dichiarò che il candidato democratico Adlai Stevenson era inadatto a diventare presidente degli Stati Uniti. L’ironico Stevenson, sollecitato a commentare, rispose: “Da un punto di vista cristiano, trovo l’Apostolo Paolo seducente (appealing) e l’Apostolo Peale terrificante (appalling)”. Questo appello (appeal) non firmato, strombazzato da Pentin, è terrificante.
Testo originale: Cowardice in the anti-Francis brigade