I vent’anni de la Sorgente. Il seme gettato ha portato frutto
Testimonianza di Vinicio de La Sorgente di Roma tratta da Gruppi Italiani, supplemento ad Acqua di Fonte, n.56, Ottobre 2010, pp.1-3
Il 12 settembre 2010, nella suggestiva cornice della casa delle nostre amate suore, a due passi dal tempio della Cristianità, abbiamo avviato le celebrazioni per il 20° anno di esistenza del gruppo La Sorgente.
Per l’occasione sono state inviate lettere e mail di invito e sono stati contattati telefonicamente tanti amici che sono passati per il gruppo in questi anni, contribuendo a lasciare una loro impronta. Eravamo un buon numero.
Alcuni di coloro che non hanno potuto essere presenti di persona hanno fatto giungere un loro saluto o un pensiero.
José ha proposto un “racconto e memoria” che potesse permettere a tutti di rivivere la storia del gruppo.
Il suo intervento, intervallato dalle belle parole che don Domenico Pezzini ci ha voluto regalare per questa circostanza (pubblicato su questo stesso numero di Acqua di Fonte), ci ha fatto vivere l’emozione e la commozione di quelle prime riunioni e dei momenti cruciali di questi 20 anni di servizio alla città e alla chiesa di Roma.
Il gruppo La Sorgente nasce grazie alla ricerca personale di una sintesi tra fede e omosessualità, che ha portato José, portoghese, prete (allora in fase di ricerca personale, avendo interrotto l’attività sacerdotale), da alcuni anni a Roma.
Per volontà che certamente esulano le semplici prospettive umane, José è riuscito ad incontrare a Milano don Domenico Pezzini, che nella città lombarda aveva dato vita a un gruppo di persone omosessuali credenti.
Lo scambio di lettere e le sollecitazioni di don Domenico, lo spirito di servizio, e la sua ricerca di maturazione personale, umana e cristiana, portano José a proporre ad alcuni amici di incontrarsi e parlare.
Non si ha un programma, non si ha un testo, non si ha una scaletta precisa in mente. Si vuole soltanto parlare e confrontarsi, soprattutto sulle personali difficoltà di mettere insieme omosessualità e fede cristiana, riconoscendoci tutti nei valori del Vangelo.
La prima riunione ha luogo a Roma il 3 giugno 1989. Presenti Robert, Domenico, Alberto, Luc, José. Il secondo appuntamento sarà il 17 successivo, con altri tre amici che si aggiungono: Franco, Aldo e Antonio.
Ci si trova a casa di Robert e insieme ci si racconta, ci si conosce, si apprezzano le differenze e si marcano le distanze.
Il desiderio di conoscere altre persone che non vogliono escludere Cristo dalla loro vita dopo aver “scoperto” la propria natura, è più forte della paura e delle difficoltà che si presentano.
Si vive l’omosessualità cercando la fede. Il gruppo è un piccolo insieme di nomi e volti, persone di età compresa tra i 35 e i 50 anni.
Chi arriva in quegli anni ha necessità di parlare di se stesso e cerca negli altri la sicurezza.
Le persone iniziano a conoscersi e a fare amicizia, nascono simpatie e amicizie solide.
Da subito ci sono i primi che hanno desiderio di cercare fuori dal gruppo le risposte delle quali hanno bisogno, quindi accade che qualche amico dopo un po’ decida di non tornare la volta successiva, ma questo non è un problema.
Ci sono persone di ogni estrazione sociale, culturale e politica, accomunate dallo stesso desiderio.
Proprio l’eterogeneità delle persone, le loro storie personali, il clima culturale e politico di quegli anni saranno, talvolta, causa di discussioni e divisioni che in certi casi non si riusciranno mai a ricucire.
Nei primi incontri, e per alcuni anni, non c’è ancora un tema preciso, un argomento, un percorso, anche se già dagli inizi spesso è qualche testo di don Domenico a guidare la condivisione (le Lettere di Natale e di Pasqua, qualche suo articolo o, più tardi, Acqua di Fonte).
Questi spunti offrono molte piste di riflessione che vengono raccolte ed elaborate. Ogni tanto, poi, don Domenico stesso passa da Roma e incontra gli amici del gruppo, partecipando a qualche riunione.
Il desiderio non è quello di elaborare chi sa quale riflessione e/o documento, ma quello di costruire un “porto”, uno spazio di accoglienza, dove potersi raccontare e essere ascoltati, in un reciproco donarsi.
Fin dall’inizio il gruppo si caratterizza proprio per questo: la condivisione con i fratelli è lo strumento di crescita e il percorso da seguire.
Gli anni ’90 sono fecondi di incontri con le altre realtà che nel frattempo sono nate un po’ su tutto il territorio nazionale: importanti in tal senso sono gli incontri con il gruppo “In Cammino” di Bologna.
Il desiderio di scoprire nuove realtà è forte, si attraversa l’Italia per partecipare a questi incontri.
Il gruppo La Fonte inizia ad organizzare un ritiro in un luogo che diventerà presto un appuntamento irrinunciabile: Torrazzetta.
A questo primo incontro avvenuto il 16/17 marzo del 1991 partecipano da Roma José, Giovanni e Oscar.
Speciale importanza ha avuto, nella fase iniziale (come anche per la nascita dell’altro gruppo romano, Nuova Proposta), il Convegno organizzato a Roma, presso la “Domus Pacis” dall’1 al 3 novembre 1991, da D. Pezzini e dal gruppo La Fonte, con la partecipazione di persone venute da diverse parti di Italia, sul tema Fede e Omosessualità.
Ad un certo punto, l’entusiasmo lascia spazio a momenti meno brillanti nei quali il piccolo gruppo soffre dell’uscita di alcuni e del mancato arrivo di nuovi. Ci si domanda se non sia il caso di lasciare stare e di chiudere tutto.
José, tenacemente, con poche persone, riesce a mantenere in vita questa esperienza, lo Spirito soffia e in poche settimane i segnali attesi arrivano, la speranza torna a crescere.
In questi 20 anni, ogni volta che il gruppo ha sofferto di una certa mancanza di “nuovi arrivi a sostituire chi va via”, lo Spirito ha mostrato che occorre soltanto affidarsi, che un suo soffio porta nella direzione giusta, che di li a poco arrivano tanti nuovi fratelli e/o sorelle per camminare insieme.
E’ il dicembre 1995 quando il gruppo fino ad allora “anonimo e carbonaro” trova un nome: si chiamerà La Sorgente.
Segno dello Spirito che soffia fu senz’altro, già nel novembre 1992, l’iniziativa presa dal fondatore di Nuova Proposta (l’altro gruppo romano) di invitare a casa sua uno dei Vescovi ausiliari di Roma, il quale, con grande sorpresa di tutti, rivela una sconvolgente verità: il cuore degli uomini di Chiesa è certamente più accogliente delle fredde parole dei documenti ufficiali.
Mons. Clemente Riva è stata la figura che ha saputo risvegliare, in quanti hanno partecipato ai suoi incontri (due volte all’anno), l’appartenenza alla Chiesa nonostante la durezza di certe affermazioni e posizioni.
Il paterno, sereno, fecondo, reciproco conoscersi è stato prezioso, le parole di mons.
Riva hanno toccano i cuori e la sua prematura scomparsa ha lasciato un vuoto che solo anni dopo, in parte, è stato colmato. Anche per il gruppo arriva l’anno del giubileo.
Il grande movimento giubilare è un’occasione di “conversione e avvicinamento a Cristo” e anche il gruppo vive una fase nuova.
L’arrivo di persone che hanno esperienze di vita più marcatamente ecclesiale contribuisce a dare un taglio più spirituale a quegli anni.
Nasce l’esigenza di trovare maggiori occasioni di incontro e le proposte sono molteplici.
La visite alle basiliche, le proiezioni di un film, un’uscita a vedere una mostra sono tutti momenti di crescita e di incontro che non fanno altro che amalgamare vecchi partecipanti e nuovi arrivati.
Il gruppo in quegli anni ha un costante flusso di arrivi, tutti “ecclesialmente ispirati”. Le storie personali sono diverse da quelle di dieci anni prima.
Le persone sono alla ricerca di un equilibrio, ma con la certezza che Dio è un punto fermo nella loro vita e che il lavoro da fare è cercare il modo corretto di vivere la propria omosessualità guardando al Cristo.
Nel 2001 viene inaugurato il sito Internet, consapevoli che da quel momento il numero di persone che potrebbero arrivare, o per lo meno contattare il gruppo, è “potenzialmente” in aumento.
Si sceglie di correre questo “rischio”, facendo attenzione a che le persone si facciano conoscere prima di approdare ad una riunione.
Nel 2003 si propone al gruppo di organizzare un coordinamento che possa occuparsi di tutte quelle questioni, piccole e grandi, che prima erano demandate soltanto a José.
Nel 2004 i numeri impongono ancora una volta di cercare un nuovo spazio dove trovarsi: saremo accolti presso la sede di un’associazione cattolica, partecipando alle spese di sostentamento.
L’estate del 2005 è squarciata dalla violenta morte di Paolo Seganti, un fatto di cronaca entra con tutta la sua violenza all’interno della vita del gruppo.
Per la prima volta abbiamo sentito il bisogno di dire la nostra e per questo viene stilato, distribuito e pubblicato un comunicato ufficiale per condannare fermamente l’episodio.
Le occasioni che incontro si moltiplicano e le occasioni di crescita sono tante.
In particolare l’istituzione della Lectio e l’ufficializzazione di una Messa domenicale di nostro riferimento sono i frutti generati da questo cambio di prospettiva che ancora oggi sono presenti nelle attività del gruppo.
Le dure prese di posizione della gerarchia ecclesiastica in merito all’omosessualità ci mettono di fronte alla questione relativa alla visibilità nella chiesa.
In questo solco si arriva ad un contato diretto con un vescovo ausiliare di Roma: colloqui con il coordinamento e poi con un numero più allargato di persone del Gruppo.
Una esperienza, certo, positiva ma che presto si esaurisce, per un insieme di circostanze che ci invitano a guardare al futuro, in attesa di una nuova e migliore opportunità.
Lo Spirito soffia e le sfide aumentano, la morte di Giovanni Paolo II e l’elezione si un nuovo Papa ci portano a vivere una stagione ancora feconda di scambio e cambiamento.
Il gruppo partecipa al dolore e alla gioia del mondo cristiano per questi avvenimenti con due comunicati pubblicati sul sito e che contengono per la prima volta il termine: “nostro Vescovo”.
Le parole sottendono un’inclusione che diviene sempre più patrimonio di tanti nel gruppo.
Siamo nella chiesa non più con l’animo di chi è “discriminato” ma con il cuore di figli che non sono sempre compresi dalla Madre Chiesa.
I tanti amici sacerdoti che in questi anni abbiamo trovato sul nostro cammino ci hanno insegnato che le parole dei documenti non sono incarnate nella “vita vera” con la stessa durezza.
Vent’anni trascorsi in un cammino di accettazione, di servizio e testimonianza che a Roma soltanto La Sorgente e Nuova Proposta possono rivendicare.
Un cammino lungo e importante che non ha avuto lo scopo di produrre documenti e studi ma quello di offrire agli uomini e alla donne omosessuali credenti di Roma due spazi dove crescere umanamente e spiritualmente.
Non ci sono encicliche e documenti o pubblicazioni ex càthedra per gli omosessuali credenti, il gruppo si fa ispirare dalla scrittura, rivelata e annunciata agli uomini e alle donne senza distinzione di orientamento sessuale.
In questi vent’anni ci hanno guidato le parole rivolte, direttamente e indirettamente, da Domenico Pezzini agli omosessuali credenti.
Nei suoi scritti, nella sue pubblicazioni, nei suoi articoli, non si può non trovare una forte luce che illumina la strada di ogni uomo e donna credente omosessuale.
Le ultime vicende di cronaca hanno portato il gruppo a rendere pubblica, con un proprio comunicato, il quarto in 20 anni, la nostra vicinanza agli eventi dolorosi che toccano don Domenico e la nostra infinita gratitudine per quanto fatto in Italia nei suoi 35 anni di “apostolato”.
A conclusione della nostra giornata di incontro, abbiamo celebrato la santa Messa, nella piccola cappellina, ed è stato un momento molto forte e partecipato.
Abbiamo fatto memoria degli amici che ci hanno lasciato, degli amici dei quali non abbiamo più notizia, degli amici che sono nella sofferenza!
Tutto questo in una calda giornata di settembre, mentre la città si popolava nuovamente di tutti i suoi abitanti, come sempre capaci, più dei loro rappresentanti, di cogliere le sfide del mondo che li circonda e di guardare oltre… ai prossimi 20 anni!