Crescere trans. Skye, la sua transizione e le esperienze che la stanno trasformando
Testimonianza di Skye Cross rilasciata a Zosia Bielski, pubblicata sul sito del quotidiano The Globe and Mail (Canada) il il 16 luglio 2015, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Cresciuta in povertà con una madre senzatetto, la diciottenne Skye lotta con i costi della transizione, dall’operazione al trattamento laser per la barba al cambiamento legale di identità. Questa adolescente di Halifax spera in futuro di lavorare nel sociale nel campo delle dipendenze e della salute mentale.
Nel secondo anno di liceo ho cominciato le mie sperimentazioni con il make-up ma mi identificavo ancora come maschio perché non conoscevo nient’altro. L’anno dopo ho lasciato la scuola a causa del bullismo e da quel momento ho avuto diversi problemi di salute mentale. Non sapevo con esattezza chi fossi ed è difficile chiedere aiuto quando non sai di cosa hai bisogno.
Quando ho lasciato la scuola ho fatto il mio coming out. L’anno successivo mi sono trasferita in un’altra città e lì ho ripreso la scuola, ma nemmeno lì è andata bene. Ero ancora in una fase precoce della mia transizione, avevo appena cominciato a prendere gli ormoni ed ero molto androgina come aspetto. Venivo presa in giro, i compagni e i professori mi trattavano come un maschio, così ho abbandonato di nuovo la scuola e ho cominciato a lavorare. Tra poco affronterò il GED [serie di test per valutare le conoscenze scolastiche di chi non porta a termine regolarmente il liceo e che dà accesso al diploma, n.d.t.], è la cosa migliore da fare.
Adesso sono in stallo perché non posso ancora cambiare legalmente il mio nome, qui in Nuova Scozia devi avere 19 anni a meno che non hai il consenso dei genitori, ma mio padre vive fuori dalla provincia e non ne vuole sapere niente.
Tecnicamente non ho mai fatto coming out con mia madre. A un certo punto ho cominciato a truccarmi e dopo un po’ lei ha cominciato a regalarmi dei trucchi. Ho cambiato nome su Facebook e anche lei ha cominciato a chiamarmi Skye. Fino a quest’anno non ne avevamo mai parlato ma ora anche lei fa riferimento a me come a una ragazza. Ha parlato con gli altri membri della mia famiglia, ha cercato di affrontare le loro obiezioni. È stata molto diretta e decisa. Questo è quello che soprattutto voglio: che mia mamma mi difenda.
Gli e le adolescenti trans hanno bisogno di vedersi rappresentati, di punti di riferimento. Io li avrei voluti avere. Ho attraversato la mia transizione assolutamente alla cieca ed è stato estremamente stressante. Con gli ormoni sarebbe stato bello se qualcuno mi avesse chiesto “Hey, cosa sta succedendo?”. Ero l’unica donna trans che conoscevo e non avevo nessuno con cui parlare, così ho cominciato a frequentare una comunità di qui che si chiama Progetto Giovani. Faccio parte del consiglio di amministrazione e mi hanno offerto molte opportunità. Mi hanno mandata a Toronto per parlare all’incontro nazionale dell’Alleanza Omo-Etero per una Scuola Sicura. Ho parlato alla Commissione per i Diritti Umani e in molte scuole della provincia. È la cosa che più mi ha cambiato come persona.
Oggi ho molta più fiducia nel mio corpo; certo non è perfetta, ma non lo è per nessuno.
Testo originale: Growing up trans: Six teens open up about discovering who they really are. Skye Cross