Crescere trans. Il cammino di Lyra: “Questa sono io”
Testimonianza di Lyra Evans rilasciata a Zosia Bielski, pubblicata sul sito del quotidiano The Globe and Mail (Canada) il il 16 luglio 2015, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Lyra è cresciuta in una cittadina dell’Ontario e non sapeva che esistessero le persone transgender. Ma quando la giovane attivista si è trasferita a Ottawa ha cominciato la sua transizione e ha contribuito a fondare ETC Youth, un’organizzazione non-profit che offre un luogo protetto dove i e le giovani LGBTQ possono socializzare, luogo che include un coro trans-inclusivo e dei balli gay-friendly per studenti liceali. Lyra si è presa un anno sabbatico prima dell’università: è indecisa tra la carriera di assistente sociale e quella di ingegnere.
Quando ero piccola mi è stato insegnato che tutti ricadevano in due categorie e che tutto questo era predeterminato. Non mi era mai venuto in mente che potessi essere una ragazza. Però mi piacevano attività tipicamente femminili come il balletto, la ginnastica artistica e il pattinaggio artistico. Da bambina ho quasi sempre avuto i capelli lunghi. Non ho mai ben capito fino a che mi sono trasferita in una grande città. Avevo già fatto coming out come gay e, man mano che cresceva il mio impegno nella comunità queer, ho saputo che esisteva anche una comunità trans. Lì ho capito davvero chi ero.
Avevo deciso di preparare tutto in anticipo: avevo scelto un nome e, quando ho deciso di fare coming out, nel giro di una settimana l’ho detto a tutti e alla fine l’ho postato su Facebook: “Questa sono io. Dovrete conviverci”. Nel giro di due settimane ho cominciato a prendere gli ormoni. Le reazioni sono state estremamente positive. Potevo essere autenticamente me stessa senza temere di stare nascondendo qualcosa.
Una delle cose che gli adulti sembrano non cogliere è che le identità sono fluide. Una persona può uscire allo scoperto come donna trans e cinque anni dopo fare la stessa cosa come persona non binaria. Le identità possono cambiare come possono non farlo. Un altro grande mito sulle persone trans è che tutti i loro percorsi si assomigliano. Non tutti i percorsi cominciano con gli ormoni e terminano con l’operazione. Alcune persone possono prendere gli ormoni per molti anni e decidere di fermarsi lì con la loro transizione. Altre vogliono andare oltre, altre ancora, invece, fanno un passo indietro. Qual è il mio cammino? Non ho ancora deciso dove mi fermerò.
Ho incontrato un bel po’ di ostilità. Non sono il tipo che discute e litiga, perciò, se qualcuno si rifiuta di accettarmi per quello che sono o vuole litigare, mi limito a non interagire con lui/lei. Consiglierei agli adulti di ascoltare chi sta vivendo questa esperienza: loro sanno cosa stanno passando e cosa può essere d’aiuto.
I e le giovani che sono sostenuti dalle loro famiglie hanno la vita più facile. A Pasqua ho aperto casa mia a chi, per una ragione o per l’altra, non poteva andare a casa. Si chiama “la famiglia che ti scegli”: passi le feste con le persone a cui tieni. Ho cucinato un fritto cinese di burro di mandorle con cavolfiore, verdure miste e tofu: non era certo un tradizionale pranzo di Pasqua. Oltre a me c’erano solamente due persone, ma erano comunque due persone. In ogni festa in cui di solito le famiglie si riuniscono – Natale, Pasqua, Ringraziamento – cercherò sempre di rendermi disponibile per chi non avrà un posto dove andare. Di solito è una cosa un po’ triste perché tutti abbiamo molti sentimenti che riguardano la nostra famiglia.
Un messaggio ai genitori: sostenete i vostri figli. Sono sempre vostri figli. Tanti danni sono stati fatti a quelle che avrebbero potuto essere famiglie e non lo sono state.
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Testo originale: Growing up trans: Six teens open up about discovering who they really are. Lyra Evans