Le religioni del mondo e il cammino per l’uguaglianza delle persone LGBT
Articolo di Harry Knox e Sharon Groves pubblicato sul sito Faith in America (Stati Uniti), liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Si è scritto molto sul rifiuto del Vaticano di far entrate nei seminari cattolici uomini apertamente gay. La prima soffiata della stampa sul documento ha coinciso con un nuovo tentativo del Religion and Faith Program (Programma Religione e Fede) della Human Rights Campaign Foundation, nell’estate del 2005, che aveva una duplice missione: (1) fornire mezzi ai leader religiosi e ai laici per parlare con forza dell’uguaglianza delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender in una prospettiva di fede e (2) lavorare con i credenti per cambiare il modo di parlare dell’uguaglianza LGBT all’interno delle loro comunità.
Fino ad ora una lettura integralista ha convinto molti americani che la religione è contraria agli interessi delle persone LGBT e, anche, a quelli di tutta l’umanità. La nostra convinzione di fondo invece è che tutte le religioni abbiano in sé un profondo rispetto per la fonte di amore e compassione che esiste nelle nostre vite e questa fonte include tutte le persone, a prescindere dalla razza, dal genere, dalla condizione economica, dall’abilità fisica o dall’orientamento sessuale. Come speriamo capirete da questa panoramica generale sulle tradizioni non cattoliche, i sottintesi scritturali di molte delle regioni del mondo sono molto più inclusivi di quello che normalmente si crede.
Un esempio tratto dalla storia di Lot (Lut): “E quando disse al suo popolo: ‘Vorreste commettere un’infamità che mai nessuna creatura ha commesso prima di voi? Vi accostate con desiderio agli uomini piuttosto che alle donne. Siete un popolo di trasgressori’” (Corano 7:80-81). Uno hadit (detto) attribuito a Muhammad dice: “Siano maledetti quegli uomini che indossano abiti femminili e quelle donne che indossano abiti maschili. Il profeta Muhammad (la pace sia su di lui)”.
Islam
L’islam è la seconda religione mondiale ed è in forte crescita. Come tutte le maggiori religioni del mondo, la sua posizione su gay e lesbiche è teologicamente complessa. Al giorno d’oggi nell’islam dominano gli elementi più conservatori. Di conseguenza, in tutto il mondo molti suoi organismi ufficiali condannano l’omosessualità, anche se differiscono molto riguardo al tipo di punizione inflitta. Per esempio la scuola hanafita, che predomina in Asia meridionale e orientale, ritiene che il sesso omosessuale non meriti una punizione fisica, mentre gli hanbaliti, che predominano nel mondo arabo, credono che l’attività omosessuale debba essere punita severamente.
Presupposti teologici
Le basi su cui l’islam condanna le persone LGBT derivano da pochi versetti del Corano, molti dei quali descrivono la storia di Lot, che viveva nella città biblica di Sodoma, e da quattro ahadit, attribuiti al profeta Muhammad che non reggono a un esame storico, né a quello teologico.
Il racconto coranico della storia di Lot enfatizza l’ingiunzione contro quegli uomini eterosessuali che usano lo stupro omosessuale come forma di tortura e punizione. Non parla di pratiche lesbiche. Alcuni studiosi musulmani progressisti, soprattutto in Occidente, pensano che il Corano non si riferisca a relazioni amorose tra gay o lesbiche ma parli solo di attività omosessuale in un contesto violento e privo di amore. Essi hanno sollevato anche dubbi sull’autenticità degli ahadit sull’uccisione degli omosessuali e non sono convinti che fossero le parole e le pratiche del profeta Muhammad.
L’islam progressista negli Stati Uniti
La Fondazione Al-Fatiha, in attività dal 1997, appoggia i diritti delle persone LGBT. Il suo obiettivo è far capire ai musulmani e ai non credenti che l’islam è una religione di tolleranza e non di odio e che Allah ama la sua creazione a prescindere dall’orientamento sessuale. Pochissimo tempo fa l’Unione dei Musulmani Progressisti del Nord America ha organizzato, tra le altre cose, delle attività per promuovere i diritti umani delle persone LGBT e rifiutare le interpretazioni autoritarie, razziste, sessiste e omofobe della religione perché antitetiche ai principii di compassione e giustizia.
Buddhismo
Il buddhismo si compone di molte scuole, movimenti e movimenti nei movimenti, tra i quali non c’è accordo sulle relazioni omosessuali. Il Buddha non ha lasciato alcun insegnamento sull’omosessualità e non ha dato molto valore alla procreazione. Inoltre, i testi sacri sono pieni di relazioni amorose tra uomini, sebbene per la maggior parte non sessuali. Nondimeno, attitudini culturali largamente sedimentate sull’omosessualità e l’interpretazione del precetto buddhista di astenersi dalla cattiva condotta sessuale in alcune comunità hanno alimentato l’ostilità nei confronti delle persone LGBT.
Nelle loro prassi le tre maggiori scuole buddhiste affrontano in modo leggermente diverso la questione omosessuale. Il buddhismo theravada si concentra fortemente sulla tradizione monastica e l’omosessualità fa parte di quei comportamenti sessuali proibiti a monaci e monache. Notare come l’omosessualità non sia oggetto di una condanna particolare. Il buddhismo zen, d’altra parte, enfatizza la liberazione di tutti gli esseri e così si focalizza molto di più sugli insegnamenti che il Buddha ha rivolto ai laici. Quando parla di una condotta sessualmente riprovevole il buddhismo zen indica pratiche come l’edonismo, il masochismo e la prostituzione come violazione della Via di Mezzo. Le pratiche sessuali, omo o etero che siano, d’altra parte, vengono apprezzate quando sono parte di una relazione basata sull’amore e sulla dedizione. Delle tre tradizioni, il buddhismo tibetano è quella più controversa.
Buddhismo tibetano
Grazie soprattutto alla forza della personalità dei vari Dalai Lama, il buddhismo tibetano è diventata la forma di buddhismo più riverita negli Stati Uniti. Le loro posizioni sull’omosessualità sono complesse e in costante evoluzione. In positivo, il Dalai Lama ha condannato pubblicamente la violenza contro le persone LGBT e si dice abbia affermato: “Se due persone non hanno fatto voto [di castità], e nessuno dei due ne è offeso, perché non dovrebbe essere accettabile?” Comunque, in un conferenza stampa del 1997 è risultato che da un punto di vista della dottrina buddhista il sesso lesbico e gay è da considerasi riprovevole.
Si dice che in un incontro del 1997 con i rappresentanti della comunità gay e lesbica il Dalai Lama si sia mostrato interessato a come la ricerca scientifica moderna potrebbe creare una comprensione nuova dei testi buddhisti, riconoscendo che alcuni dei suoi insegnamenti possano essere specifici di un determinato periodo storico e culturale. Nello stesso incontro ha spronato i presenti per costruire un consenso tra le tradizioni buddhiste e le comunità per cambiare collettivamente la comprensioni dei riferimenti scritturali sulla sessualità per la società contemporanea.
Induismo
L’induismo è praticato da un sesto della popolazione mondiale ed è la terza religione del mondo. La maggior parte degli induisti vive in India ma ce ne sono anche un milione e mezzo negli Stati Uniti. Sebbene ci siano molti gruppi induisti LGBT negli Stati Uniti e in India e l’induismo nel suo complesso ha senz’altro recepito prospettive più inclusive, la cultura induista moderna rimane contraria ai diritti delle persone LGBT. Comunque è interessante il fatto che gli antichi insegnamenti indù offrano alle persone LGBT una storia ricca e affascinante. È stato fatto molto da parte degli studiosi indù e degli attivisti LGBT per riscoprire e reinterpretare questa ricca storia spirituale.
Ci sono quattro testi, scritti originariamente in sanscrito, che compongono i Veda, ovvero i testi primari dell’induismo. La letteratura vedica offre molti esempi di diversità in entrambi i generi, come la storia devozionale, risalente al XIV secolo, sul re-eroe Bhagiratha, miracolosamente nato e cresciuto da due vedove che avevano fatto sesso insieme con la benedizione divina.
La letteratura vedica ha sviluppato anche un’elaborata categoria per le persone che non sono a loro agio nel paradigma eterosessuale, il tritiya-prakriti o terzo sesso. Esso comprende gay, lesbiche e transessuali; sebbene non conducessero un’esistenza utopistica, ci sono prove che le persone del terzo sesso vivessero in particolar modo presso gli artigiani o nelle comunità monastiche.
Comunque, il colonialismo del XVI e nel XIX secolo ha giocato un ruolo fondamentale nella demonizzazione dell’omosessualità. Per esempio, nel 1860 gli inglesi vararono una legge anti-sodomia e rinforzarono una corrente omofoba che nell’India moderna è diventata dominante. Oggi ci sono prove che la situazione sta cambiando in meglio. Si è iniziato un dibattito sul matrimonio e le coppie omosessuali, sia nelle comunità indiane che in quelle statunitensi. Sono emerse nuove voci tra gli indù LGBT. L’Associazione Vaishnava Gay e Lesbica, in particolare, si è occupata di alimentare la discussione internazionale sulle tematiche LGBT e di dare risorse importanti sull’inclusività sessuale delle sacre scritture induiste.
Ebraismo
L’ebraismo è una delle prime religioni monoteiste di cui si ha notizia ed è una delle tradizioni religiose più antiche praticate al giorno d’oggi. Negli Stati Uniti ci sono circa 5,8 milioni di ebrei. Come il cristianesimo, l’ebraismo ha un vasto spettro di posizioni circa i diritti delle persone LGBT e ci sono differenze evidentissime tra le quattro maggiori confessioni.
Ortodossi
Anche se l’ebraismo ortodosso è molto diverso da come spesso lo si dipinge, è il più conservatore tra le quattro confessioni contemporanee e il più ostile alle istanze LGBT. Gli ebrei ortodossi credono nell’origine divina della Torah (i cinque libri di Mosè) e nel loro dovere di studiarla e di osservare la legge ebraica.
Gli insegnamenti dell’ebraismo ortodosso proibiscono il sesso tra uomini come descritto nel Levitico, che è la parola di Dio, e i precetti rabbinici antichi ci dicono che le relazioni omosessuali sono orribili e pericolose. Dal momento che la Torah non dice nulla sulla sessualità lesbica, le proibizioni contro di essa hanno meno peso secondo la legge ebraica ortodossa, anche se è comunque vista come indecente.
Mentre pochissimi leader ortodossi sostengono le leggi miranti a proibire il matrimonio omosessuale, la maggior parte di loro ritiene che il matrimonio sia un’istituzione sacra tra un uomo e una donna e gli ortodossi non accettano come rabbini persone apertamente gay che abbiano una relazione.
Ebraismo riformato e ricostruzionista
Il movimento riformato con i suoi 1,7 milioni di membri è la più vasta confessione statunitense, mentre i ricostruzionisti con 130.000 membri sono la confessione più piccola. Entrambi i gruppi sono a favore delle persone LGBT, li accolgono come membri e come rabbini e sono completamente a favore del matrimonio omosessuale, battendosi anche contro le discriminazioni sul lavoro.
Nel 1990 l’ebraismo riformato ha reso illegale, per le scuole rabbiniche, la discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Nel 2003 l’Unione per il Giudaismo Riformato ha firmato una dichiarazione che si oppone alle leggi contro il matrimonio omosessuale e lo Hebrew Union College, il primo seminario della confessione riformata, ha ammesso il suo primo studente transessuale.
L’ebraismo conservatore ha sviluppato una risposta a quello che considera un radicale allontanamento dalla tradizione da parte dell’ebraismo riformato. Tutto è iniziato negli Stati Uniti, dove continua ad avere il seguito più ampio: 1,4 milioni di membri. Sia per quanto riguarda la sfera teologica che quella sociale spesso l’ebraismo conservatore è percepito come un gruppo di mezzo tra la confessione riformata e quella ortodossa
In positivo, nel 1990 gli ebrei conservatori hanno dato pubblicamente il benvenuto ai membri di tutti gli orientamenti sessuali, hanno appoggiato la depenalizzazione dei comportamenti omosessuali tra adulti consenzienti come anche le leggi che proteggono gay e lesbiche dalla discriminazione. Sfortunatamente, hanno dichiarato che gay e lesbiche non possono diventare rabbini e inoltre si oppongono al matrimonio omosessuale, alle unioni civili o a qualsivoglia benedizione delle coppie gay.
Questa regola è cambiata nel 2003 con la storica decisione del Consiglio dei Rabbini di autorizzare un matrimonio gay con rito ebraico. Questo voto è il primo esempio in cui il Consiglio ha permesso ai suoi rabbini di celebrare un matrimonio omosessuale.
Dopo l’autorizzazione delle unioni gay da parte della Congregazione Beth El di Baltimora nell’agosto 2003, il Comitato delle Leggi e degli Usi Giudaici ha riproposto il divieto del matrimonio gay e dell’ordinazione di rabbini omosessuali. Tuttavia il comitato si è impegnato a continuare a riesaminare le problematiche gay e lesbiche alla luce della legge ebraica. Nel 2005 un nuovo gruppo, Keshet-Rabbis (Keshet è una parola ebraica che significa arcobaleno), formato da più di duecento rabbini conservatori, ha firmato un documento che dichiara: “Nonostante il nostro modo di intendere le fonti e i valori ebraici, dichiariamo che gli ebrei LGBT possono partecipare pienamente alla vita comunitaria e raggiungere posizioni di rilievo in campo professionale e laico”.
Le principali confessioni protestanti
Il cristianesimo conta più di due miliardi di fedeli, che ne fanno la maggiore religione al mondo. Un certo numero di confessioni protestanti ha aperto la via alle problematiche LGBT. La Chiesa della Comunità Metropolitana, fondata nel 1968, è la prima Chiesa ad avere un ministero inclusivo per gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. L’Associazione Unitariana Universalista, sebbene non strettamente cristiana, trae le sue origini dal cristianesimo liberale ed è una delle confessioni pro-LGBT del paese. Anche la Società degli Amici è un forte alleato. La Chiesa Unita di Cristo ordina pastori e pastore LGBT e nel giugno 2005 è diventata la prima confessione cristiana a battersi per il matrimonio omosessuale, sia civile che religioso.
D’altra parte, però, c’è un certo numero di confessioni, incluse la Convenzione Battista del Sud, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni e la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, per citarne solo alcune, che sono tradizionalmente contrarie alle istanze LGBT. È nelle confessioni protestanti moderate che ci sono i movimenti più attivi circa le problematiche LGBT, sia in positivo che in negativo. Qui sotto focalizziamo la nostra attenzione sulla Chiesa Evangelica Luterana d’America ma le sue controversie interne sono quelle di altre confessioni comprese, tra le più note, la Chiesa Presbiteriana, la Chiesa Metodista Unita e la Chiesa Episcopaliana.
Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA)
Per più di quindici anni i cinque milioni di membri della Chiesa Evangelica Luterana d’America hanno riflettuto su come accogliere gay e lesbiche. Questa lotta mostra come sia difficile il dibattito sull’uguaglianza delle persone LGBT nelle principali comunità ecclesiastiche.
L’ELCA accoglie membri omosessuali ma crede che la benedizione delle loro relazioni non trovi supporto nelle Scritture. Comunque, essa continua ad annoverare comunità e pastori che la pensano in maniera diversa. Anche se la Chiesa richiede il celibato ai suoi ministri gay, non ha comunque sanzionato chi non ha seguito questa direttiva. Più recentemente, nell’agosto 2005, l’assemblea ecclesiastica ha votato per mantenere politiche selettive sull’ordinamento (ma ha perso un referendum indetto per rafforzare questo tipo di politica) e si è rifiutata di rendere chiara la sua posizione ambigua sulla benedizione delle relazioni omosessuali.
La prassi varia molto da congregazione a congregazione e secondo i sinodi regionali. Uno di essi, quello metropolitano di New York, riconosce e approva la presenza dei pastori gay. Mentre tre congregazioni sono state cancellate dall’ELCA negli ultimi quindici anni per aver richiamato gay e lesbiche che avevano rifiutato il voto del celibato, numerose altre hanno fatto lo stesso con pastori che avevano relazioni omosessuali. La denominazione ha sanzionato alcune di queste congregazioni, senza per altro espellerle.
L’ELCA ha continuato il suo dibattito sull’omosessualità tra il 2005 e il 2009. Ora come ora, più di trecento congregazioni che vi si riconoscono hanno approvato delle norme che accolgono le persone LGBT, un segno di cambiamento che coinvolge solamente le singole congregazioni, è vero, ma pur sempre tale.
Questa breve panoramica forse non rende giustizia alle religioni praticate nel mondo e alla loro complessità storica e teologica. Quel che speriamo di dimostrare, comunque, è che anche in quelle religioni che sembrano maggiormente ostili alla comunità LGBT ci sono persone in cerca della verità che lavorano per costruire una religione che offra conforto e un amore rispettoso per tutti. Questo impegno spirituale per il cambiamento è una costante fonte d’ispirazione per noi che ci sforziamo di creare Chiese che sappiano apprezzare tutto il popolo di Dio. Il movimento per la giustizia non si fermerà qui.
Le tre principali confessioni protestanti – cenni
Chiesa Unita di Cristo (UCC)
1972 La UCC è la prima Chiesa cristiana americana ad ordinare un uomo dichiaratamente gay.
1977 È la prima Chiesa cristiana americana ad ordinare una donna dichiaratamente lesbica.
2005 È la prima confessione cristiana statunitense di un certo rilievo a promuovere il matrimonio omosessuale.
Chiesa Episcopaliana
1989 Prima ordinazione di un ministro apertamente gay.
2003 Viene eletto e confermato vescovo il reverendo Eugene Robinson, apertamente gay.
2005 La Camera dei Vescovi vota per sospendere la benedizione delle relazioni omosessuali e l’ordinazione di nuovi vescovi, gay o eterosessuali, fino all’Assemblea Generale del 2006. In risposta, i leader della Comunione Anglicana chiedono alla Chiesa Episcopaliana e alla Chiesa Anglicana del Canada di ritirare i loro rappresentanti dal Consiglio Consultivo Anglicano fino al 2008.
Chiesa Metodista Unita
1988 La Conferenza Generale crea un comitato per lo studio dell’omosessualità ma non permette alle persone LGBT di prendervi parte.
1996 La Conferenza Generale vota 553 a 321 l’opposizione alle unioni omosessuali.
2005 Il Consiglio Giudiziale appoggia il rifiuto di alcuni pastori all’entrata di uomini gay nella Chiesa e sconsacra Beth Stroud, una ministra lesbica. Nel frattempo, i vescovi stabiliscono che l’omosessualità non è un ostacolo all’essere membri della Chiesa.
Testo originale: World Religions and the Struggle for Equality