Il mio ragazzo è attratto dagli uomini. Aiutatemi a capire!
Email inviataci da Roberta B., risponde Maurizio Mistrali, psicoterapeuta
Sono una ragazza di ventidue anni fidanzata da quasi cinque anni con un ragazzo. Tra noi c’è un rapporto molto bello, basato sulla stima, il rispetto, l’amicizia e l’amore. Per entrambi è la prima esperienza di così lunga durata e spesso ci ritroviamo ad immaginare un futuro insieme.
Nell’ultimo anno ci sono stati dei momenti difficili, dovuti ad una mancata realizzazione di un progetto non solo lavorativo ma anche di vita, da parte del mio ragazzo, che hanno avuto un po’ di ripercussioni sul nostro rapporto. Ad oggi la cosa si è risolta ma lui avverte ancora un malessere e un’inquietudine che io fino ad ora imputavo all’abitudine, alla routine di un rapporto che forse non riusciva più a soddisfarlo pienamente.
Poco fa mi ha detto, con molta fatica, di essere attratto anche dai ragazzi, ma solo dal punto di vista fisico. E’ una cosa che lui prova fin dall’inizio, ma non aveva avuto il coraggio di dirmelo… per favore aiutatelo e aiutatemi a capire… grazie per l’attenzione. Aspetto con ansia una risposta… grazie.
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La risposta…
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Cara Roberta, il primo pensiero è di stima e di sincera simpatia per il suo impegno e la serietà del suo progetto di vita. Mi sento investito di una grande responsabilità per le domande che lei fa. E’ sempre molto difficile dare “risposte” a domande così pregnanti e complesse. Vorrei fermarmi a “conversare” un po’ con lei e buttare lì qualche riflessione.
La prima è che bisognerebbe affrontare la “crisi” in ogni aspetto della vita certamente come evento critico, ma pure come una opportunità di crescita e di bene (anche se dolorosa).
Nella scrittura ideogrammatica cinese la parola “crisi” si compone di due ideogrammi: uno sta per “pericolo”, l’altro per “opportunità”. Questa visione è estremamente coerente con una esperienza provvidenziale della vita fondamentale per un credente.
Questa logica permette alcune “cose” piuttosto importanti: non identificarsi con l’evento critico e le emozioni che ci suscita, mantenere una neutralità possibile, che aiuti a “stare” nella situazione critica, dolorosa, inquietante, ecc…entrando metaforicamente in un “laboratorio” dei nostri pensieri, dei sentimenti, dove la coscienza può analizzare avvenimenti e dinamiche e trasformare, volendo, in modo funzionale tanti “prodotti” della nostra vita.
Leggendo la sua lettera sono incoraggiato a sperare che quanto le ho appena scritto sia, se vuole, possibile a lei ed al suo fidanzato…un rapporto veramente basato sulla stima, il rispetto, l’amicizia e l’amore, ha la “tenuta” sufficiente a reggere un periodo di chiarimento personale, identitario e relazionale.
Un’altra riflessione investe le possibili paure del suo fidanzato che giustificano il malessere e l’inquietudine che lei rileva.
Nel processo di costruzione del senso d’identità che ciascuno di noi è chiamato a compiere un passaggio fondamentale è rivestito dagli aspetti sessuali…li chiamo così generalizzando perchè è utile ascoltare quello che le psicoscienze hanno da dirci e che è universalmente accettato, così usciamo dalla generalizzazione. Riassumendo: esiste , chiaramente, un “sesso biologico” inscritto nei nostri cromosomi, maschile o femminile.
“L’identità di genere” è un tratto permanente e precoce che permette una”identificazione primaria”di se come femmina o come maschio.
Il “ruolo di genere” esprime quelle aspettative, ruoli, attese, familiari ,culturali, ecc… di come si deve comportare un maschio o una femmina.
Per ultimo “l’orientamento sessuale”chiarisce l’attrazione erotica per le femmine, per i maschi, od entrambi. Nello sviluppo processuale che investe questi aspetti ci possono essere degli “intoppi”, delle problematicità, e diventa necessario farsi aiutare da un terapeuta che affianchi la persona in questo processo di riconoscimento e accettazione della propria identità.
Un’altra riflessione nasce dai disastri che negare, evitare,l condizionare con preconcetti, la scoperta e il riconoscimento della propria identità sessuale comporta.
Viviamo in una società eteronormativa nella quale il benessere psichico di un individuo è fortemente condizionato ad indirizzarsi nella strada “maestra” dell’eterosessualità, ed una persona può rifiutare e rimuovere tutto quello che ritiene “pericoloso” od incoerente con un progetto di vita “ideale” che si è fatto.
Magari viene sostenuto nell’illusione di cambiare da psicoterapie compiacenti, o da consiglieri spirituali superficiali.
Sono situazioni che colludono col disprezzo di una parte di se stessi che può portare a gravi disfunzioni personali e a manipolazioni di altre persone: usate come conferma della propria illusione.
Vedo con dolore molti che conducono “doppie vite”, matrimoni “aperti” per salvare il salvabile, mogli narcisiste certe che …”io ti salverò”… Veri disastri che comportano la sofferenza di tante persone.
Ciò che non è coraggiosamente costruito sulla consapevolezza, l’onestà e la sincerità con se stessi, prima o poi frana rovinosamente addosso ai costruttori.
Il consiglio che mi permetto di dare è quello di farsi aiutare in un processo di chiarimento che il suo fidanzato dovrebbe affrontare personalmente, e contemporaneamente aiutarvi con una terapia di coppia che sorregga entrambi ad avere il coraggio della “consapevolezza”.
La ricerca dell’autenticità può essere un’esperienza difficile, dolorosa, ma è il percorso che tutti dobbiamo fare per trovare noi stessi e metterci in una relazione “vera” con gli altri, è la condizione indispensabile per la nostra dignità ed anche perchè l’amore, l’amicizia, siano veri.