Al compleanno dei gruppi di cristiani omosessuali romani sono stato io ad aver ricevuto dei regali!
Testimonianza di Claudio Abate del 24 novembre 2010
E’ il 14 novembre 2010 e l’appuntamento è per le ore 10 in piazza del Campidoglio, a Roma, per recuperare il pass per accedere al convegno per i vent’anni de La Sorgente e Nuova Proposta.
L’autunno ha deciso di darci tregua dopo diversi giorni di pioggia. La giornata è di quelle che ti scaldano il viso se lo rivolgi verso il sole, di quelle che ti sorridono con i grossi occhi azzurri del cielo terso.
L’occasione è importante e anche il tempo ha voluto farci un regalo. Passo i controlli e registrato salgo al II piano; attraverso le sale dei musei Capitolini ricche di dipinti e finalmente faccio il mio ingresso nella sala “Pietro da Cortona” a noi concessa per l’evento.
Hanno fatto davvero le cose in grande! E’ la location un gesto dietro cui leggere qualcosa? E’ finalmente una qualche forma di riconoscimento? Gli interventi non sono ancora iniziati e aspetto qualche minuto perché altri possano raggiungerci.
Sono le ore 10,20 ed è il momento di cominciare: i rappresentanti dei due gruppi danno il benvenuto e fanno i loro discorsi introduttivi. Ora tocca agli oratori e, a un certo punto, interviene Gianni Geraci.
La sua ricostruzione sulla storia dei gruppi di omosessuali credenti si concentra sulla figura di Ferruccio Castellano.
Racconta le tappe della sua vita, scendendo nei dettagli, dalla scoperta della sua omosessualità, alla necessità di parlarne con il suo parroco, che lo indirizza al vescovo di Pinerolo che, a sua volta, gli suggerisce di parlare con don Luigi Ciotti.
Man mano che la trama si sviluppa mi scopro concentrato, appassionato e affascinato dallo spirito di iniziativa di quest’uomo.
Immagino l’omofobia interna ed esterna che ha dovuto affrontare esponendosi nella società ancora molto ostile dell’epoca, vivo quasi il disagio e la vergogna avvertiti di fronte a personalità della Chiesa non accogliente mentre faceva delle richieste di apertura e cercava di organizzare un convegno su “Fede cristiana ed omosessualità”.
Mentre ascolto Gianni apprendo che questo è stato il brodo primordiale che ha generato la realtà attuale dei gruppi di omosessuali credenti, a partire dal gruppo Il Guado di Milano. La forza, il coraggio, l’iniziativa o il bisogno di creare ambienti accoglienti hanno spinto Ferruccio a impegnarsi tenacemente e ad insistere per organizzare i gruppi di omosessuali credenti che si moltiplicano sul nostro territorio cui tanti di noi si sono rivolti.
I suoi gruppi hanno saputo ascoltarmi quando sono stato profondamente triste e solo, hanno saputo regalarmi conoscenze e amicizie, serate in compagnia, sono presenti su un percorso di lenta scoperta e accettazione.
Tutti questi sono stati i frutti dell’impegno di Ferruccio, il suo testamento dal valore inestimabile perché l’aiuto e il sostegno che danno barlumi di speranza sono impagabili.
Mi sento profondamente riconoscente verso Ferruccio e ammirato per il servizio che è riuscito a dare.
Mi sembra di avere un grosso debito con lui e non riesco a trovare le parole per esprimere in pieno la mia gratitudine ed ammirazione.
Dubito che sarei stato in grado di fare una cosa lontanamente simile alla sua e questo lo rende ancora più ammirevole ai miei occhi.
Non poteva immaginare cosa avrebbe prodotto il suo lavoro e mi chiedo se sapere del conforto dei suoi gruppi hanno dato a tutti noi e alle centinaia di ragazzi che sono passati per essi avrebbe potuto impedirgli di compiere quell’ultimo atto di auto annullamento (ndr Ferruccio Castellano muorì suicida a Torino il 16 settembre del 1983 dopo aver subito una forte azione di mobbing a causa della sua omosessualità, prima alla Sip e, successivamente, nella scuola dove insegnava).
Nella mia mente girano parole come: «Non vedi, Ferruccio, quanto bene hai fatto? Non sei contento? Non rattristarti, Ferruccio, hai dato gioia a molti», ma sono parole neanche dette che allora non poteva sentire perché assordato dalle grida di quanti lo perseguitavano, lo schernivano e offendevano sul luogo di lavoro tanto da ferirlo nello spirito.
Credo almeno che l’incontro con don Franco Barbero lo abbia rincuorato visto il successo del primo campo da loro organizzato e lo stravolgente ottimismo di quest’altra incedibile personalità.
Anche don Barbero è presente a Roma per il convegno dei compleanni dei due gruppi ed è inevitabile che la sua positività mi colpisca.
La naturalezza e il senso di spensieratezza con cui racconta delle sue vicende personali e di alcune sue sventure come la riduzione allo stato laicale per le sue posizioni sulla morale sessuale contrarie al magistero della Chiesa mi lasciano completamente sorpreso.
Sono sbalordito di fronte alla serenità con cui sembra gettare alle spalle eventi di così grande impatto. Appare come vestito di una corazza, di un’aurea luminosa e lo scudo impenetrabile della pace.
Solo un simile temperamento e spirito d’animo può avergli consentito di andare avanti senza farsi scoraggiare troppo. Il suo esempio è di grande forza e coraggio, ma non capisco da dove possano venire. Mi prometto che cercherò di imitare almeno in parte la sua tenacia, ma veramente fatico a immaginare come si possa mantenere una simile fiducia.
Cosa mi ha lasciato il convegno? Ho conosciuto due persone uniche nel loro genere cui devo per motivi diversi vari insegnamenti: a Ferruccio devo l’aiuto che ho ricevuto dai gruppi, patrimonio del suo testamento e a don Barbero l’aver visto il volto illuminato di fiducia e audacia che stento ad applicare nelle piccole, se confrontate, difficoltà del mio vivere quotidiano.
Era una festa di compleanno per i due gruppi romani ed io ero l’invitato. Ci sono stato per gridare: tanti auguri! Ma sono io ad aver ricevuto dei regali.