La fisicità della fede e dell’amore descritta dalle scrittrici lesbiche e cattoliche
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 7 ottobre 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
La scrittrice cattolica Kaya Oakes ha fatto un meraviglioso servizio ai lettori di U.S. Catholic nel suo recente articolo su alcune autrici che spesso non vengono riconosciute per la loro identità cattolica. La cosa che più mi ha colpito è che una di queste autrici è anche una delle mie preferite di sempre: Toni Morrison, vincitrice del premio Nobel. Sebbene siano passati anni da quando ho letto il suo stupefacente Song of Solomon (Canto di Salomone) e il suo monumentale Beloved (Amatissima), rimango ancora senza fiato quando prendo le mie logore copie di entrambi i libri e ne leggo dei passi scelti. Sebbene abbia letto molto su Toni Morrison, prima dell’articolo di Kaya Oakes non sapevo che fosse non solo cattolica ma convertita al cattolicesimo.
Ma l’articolo mi ha fatto conoscere anche una persona di cui non avevo mai sentito parlare prima: Rebecca Brown, romanziera e saggista che non solo si è convertita al cattolicesimo, come Toni Morrison, ma che è anche lesbica. La sua storia personale è una di quelle potenti, specialmente dal momento che si è unita alla Chiesa Cattolica da adulta, dopo essersi scoperta lesbica. L’articolo di Toni Oakes cita diverse interviste con Rebecca Brown, nelle quali l’autrice descrive il suo itinerario di fede: “Rebecca Brown è diventata cattolica nel 2012. In un intervista alla rivista Moss del 2015 ha dichiarato che nei suoi scritti c’è sempre stato ‘un reale senso di oscurità e luce. […] C’è davvero la sensazione di qualcosa che muore per poi ritornare ancora alla vita’.
Prima di diventare cattolica, Rebecca Brown pensava che il cattolicesimo fosse ‘la cosa peggiore’ a causa dello scandalo degli abusi sessuali e per il trattamento che la Chiesa, nel corso dei secoli, ha riservato alle donne. Ma ‘qualcosa mi ha attirato, e continua a farlo. Un certo desiderio, quasi una fame, mi spinge comunque verso il mistero dell’incarnazione, della redenzione e della misericordia’ aggiunge, come molti cattolici fanno: ‘Non posso spiegarlo, è così e basta’.
È ironico che gli insegnamenti del cattolicesimo storcano il naso davanti all’amore fisico di lesbiche, gay e bisessuali, perché è proprio il valore positivo che dà il cattolicesimo alla fisicità, con la teologia dell’incarnazione, che ha portato le persone, incluse le persone LGBT, alla fede. Rebecca Brown spiega la propria attrazione: “Come lesbica dichiarata, sembra che Brown occupi un posto marginale nella Chiesa, ma nel 2012 ha raccontato alla rivista Fact/Simile che il suo cattolicesimo, come gran parte dei suoi scritti è incarnato: ‘Sono portata alla passione e alla sua elementare fisicità: il rituale dello stare in piedi, dell’inginocchiarsi, del sedersi, dell’imposizione delle mani, del piegare la testa quando si prega, il battesimo con l’acqua, il fare il segno della croce, i Sacramenti come segni della presenza divina’. Nel suo più recente libro di saggi American Romances (Storie d’amore americane), in quello intitolato Priests (Sacerdoti) descrive una rievocazione infantile della comunione usando i wafer della Necco”.
Probabilmente non c’è da sorprendersi che il lavoro più conosciuto di Rebecca Brown sia intitolato I doni del corpo, un libro sulla cura delle persone con HIV/AIDS, che nel 1995 ha vinto il Premio Letterario Lambda per la Narrativa Lesbica. Brown è anche consapevole che “cattolico” significa “universale”, che in senso lato implica la diversità: “Nel 2013 scrisse un saggio per Stranger sulla sua speranza che papa Francesco fosse un ‘cattolico super-femminista, gay e di sinistra’. La domanda di un amico su che tipo di cattolica volesse essere aiutò Rebecca Brown a capire che non c’è una cosa come una cattolica: ‘C’erano e ci sono, come nella maggior parte dei gruppi numerosi, incompetenti e terribili fondamentalisti, ma ci sono anche sciamannati come me che lottano, sperano e cercano di essere decenti’”.
Sembra che Brown abbia colto il cuore del messaggio di papa Francesco sul Vangelo, deducendone un messaggio di benvenuto e di una vita nuova: “Mentre analizza la complessità del cammino del Papa e il suo modo di porsi nei riguardi delle persone LGBT, Brown è arrivata a capire che ‘Gesù non è venuto per condannare noi esseri umani; è venuto a mostrarci la misericordia, il perdono e la bontà del suo cuore amorevole. È venuto a mostrarci che ci può essere una vita anche dopo essersi sentite come morte e che, anche se qualcuno è stato orribile, o ha fatto cose orribili, può avere un’altra occasione’”.
Le considerazioni di Rebecca Brown sono risposte perfette per quelle persone LGBT a cui viene chiesto perché rimangono nella Chiesa Cattolica: descrivono i sentimenti di cui ho sentito parlare durante i miei venti e più anni di lavoro con i cattolici e le cattoliche LGBT. Come persone marginali ed emarginate da un’istituzione, ai cattolici e alle cattoliche LGBT viene ribadito di essere di seconda classe, ma Oakes sottolinea che le scrittrici di cui ha parlato, anche se rimangono ai margini della Chiesa, hanno incarnato il messaggio della fede. E conclude il suo articolo: “Brown, Morrison, e [Fanny] Howe si assumono parecchi rischi. Scrivono libri che coinvolgono i lettori sia intellettualmente che emotivamente, che si concentrano su personaggi emarginati, persone come donne, madri single, gente di colore o LGBT. Il cattolicesimo che emerge dalle loro opere prova profonda empatia per le lotte interiori degli altri, per i riti e la redenzione.
Ma è anche controculturale, alla maniera di Dorothy Day o di mistiche come Ildegarda di Bingen e Giuliana di Norwich. Lotta contro le strutture dominanti di avidità, rifiuto del mistero e l’insistenza che essere cattolico significhi semplicemente seguire un determinato numero di regole. Per tutte e tre queste autrici il cattolicesimo è un negoziato intellettuale e spirituale al tempo stesso. È, in molti modi, il cattolicesimo dei nostri giorni: una fede di cuore e mente, ma anche di pancia”.
Ho finito. Vado subito a leggermi i romanzi e i saggi di Rebecca Brown! Avete dei suggerimenti da darmi?
Testo originale: Catholic Lesbian Author Describes the Beauty of Incarnational Faith and Love