Dieci parole che descrivono le difficoltà quotidiane degli adolescenti LGBT
Testo pubblicato su lambda-education (Svizzera), liberamente tradotto Giulia Cazzola
Silenzio. Vergogna. Paura. Ansia. Invisibilità. Solitudine. Bugia. Sofferenza. Autocommiserazione. Dieci parole, dieci parole che descrivono il dramma quotidiano della maggior parte degli adolescenti gay. Il 25% di tali adolescenti tentano il suicidio. Una percentuale che mette in risalto la gravità del disagio e che crea una consapevolezza riguardo la portata di tale malessere.
Luogo fondamentale per affermarsi, la scuola insegna ad insegnanti ed alunni il principio di non discriminazione sulla razza, la religione, la nazionalità o sul sesso. E l’orientamento sessuale? Introvabile nel programma. Nei libri o negli insegnamenti dei professori. Rinforzando il tabù – e quindi l’omofobia, l’istituzione pubblica non adempie alla propria missione di educazione per tutti.
Per porre rimedio a tale situazione, PINK CROSS ha formato il gruppo “Gioventù e Scuola”. L’unico obiettivo: porre termine all’omofobia a scuola, fare in modo che ogni alunno e insegnante gay venga rispettato e valorizzato, garantire alle generazioni future di potersi esprimere in un ambiente sano e accogliente.
Troppo giovani per discutere di omosessualità? Se non sono troppo giovani per intergrare dei meccanismi sessisti e omofobi, per farsi insultare pesantemente o per imparare a detestarsi, i bambini non sono di sicuro troppo giovani per parlare, già dalle scuole elementari, di diverse forme d’amore e di rispetto nei confronti di tutti.
Testo originale: Dix mots – dix mots qui décrivent le drame quotidien de la majorité des adolescents gays