Il compagno di mio figlio. La benedizione di una famiglia qualunque
Articolo di Tom Starnes dal Washington Post (Stati Uniti), 4 gennaio 1998, liberamente tradotto da Cinzia de La Fonte di Milano
La famiglia Starnes si e` ritrovata per il raduno annuale domenica scorsa. Lo facciamo la domenica tra Natale e Capodanno da quasi 40 anni. Quest’anno ci siamo ritrovati a casa di Floyd e Carlos.
Floyd e Carlos. Sembra cosi` difficile dirlo ora. Ma c’e` stato un tempo in cui ho dubitato che una cosa del genere sarebbe mai stata facile a dirsi per me.
Floyd e` il nostro bambino, un vero fascinatore sin dal giorno in cui nel 1960 ha aperto gli occhi nel vecchio Ospedale Sibley. Tutti quelli che hanno incontrato Floyd lo hanno amato, e lui ha restituito la cortesia.
Nella primavera dell’81 quando mi ha detto di essere gay, non sono rimasto troppo sorpreso. A quel tempo nella sua vita erano gia` presenti segnali chiari.
Sebbene lui non abbia mai esibito le caratteristiche socialmente stereotipe dell’essere gay, la sua gentilezza talvolta prendeva un tratto decisamente femminile.
E per quanto fosse un bel ragazzo, con ragazze sempre dietro ad ogni passo, non ci usciva mai, a parte una volta o due.
Ma e` stato uno shock, proprio come la telefonata di mia sorella che mi diceva che la mamma era morta.
Certo lo sapevo che stava per succedere ma quando Jane ha chiamato e mi ha detto che la mamma se ne era andata, lo shock di perdere mia madre non e` stato meno reale.
Cosi` quando Floyd ha detto, bello chiaro, che era gay, ho sentito quel buco nello stomaco che non sono mai stato capace di controllare. Era paura per come avrei saputo gestire ‘questo’, ora che mi era stato messo davanti?
Era paura per cosa questo avrebe causato alla relazione padre/figlio che significava tanto per me? Era come un lutto che torceva le mie budella? Lutto che la perdita dei sogni per mio figlio — sogni di una vita ‘normale’ che includeva, ovviamente una moglie e dei figli.
Stavo male per lui. Questo certo era una parte di quello che ho provato quel giorno. Quanto duro deve essere stato, quanto coraggio deve esserci voluto per dirlo — a suo padre — il quale, deve averlo pensato, avrebbe potuto provare repulsione per il fatto di avere un figlio gay.
I padri sono quelli che tendono ad essere parchi di amore ed accettazione quando gli capita di trattare con il problema dell’omosessualita`. Probabilmente Floyd sapeva che avrebbe potuto andare cosi`.
Stavo male perche` i tipi come me fanno da sempre battute e commenti sui ‘froci’. Mi faceva male pensare che mio figlio potesse essere l’oggetto di questi commenti, sebbene, come piu` tardi mi disse, era gia` stato messo alla berlina e da anni, molto spesso a scuola, da parte dei suoi insegnanti di sesso maschile.
Ma quello che mi ha consolato da quel giorno, piu` che il coraggio e l’onesta` di Floyd nel dichiarare chi lui fosse, e` stato che nella nostra famiglia lui ha scelto me per primo. Ho fatto tesoro di questo dono.
Il giorno dopo ho parlato con un collega al lavoro, e lui mi ha detto “Aspetta fino al momento dell’indovina chi viene a cena…”.
Quel giorno e` venuto. Non direi che sia stata una grande sfida, ma mi ha dato lo stesso da fare. Le espressioni aperte di intimita` tra mio figlio e un altro uomo mi hanno richiesto un certo lavoro per abituarmici, ma l’ho fatto. E Carlos e` ora parte della famiglia.
E` un bravissmo ragazzo, parla come Desi Arnaz, cio` che ha fornito agli Starnes qualcosa su cui ridere. E` un cuoco di alto livello, e questo lo molto aiutato ad avvicinarsi a Granny Trout, la madre di mia moglie.
Anche Keott e` uno della famiglia. E` un ragazzino di 9 anni che Floyd e Carlos hanno accolto all’eta` di 3 e adottato solo l’anno scorso. Floyd e Carlos sono genitori meravigliosi. E` stupefacente vedere i progressi di Keott. Vedere un bambino terrorizzato, in costante apprensione divenire aperto, affettuoso, fiducioso e` un’esperienza di cui fare tesoro.
Cosi` il clan degli Starnes si e` riunito nella casa di Floyd, Carlos, e Keott’s per l’incontro annuale tra Natale e Capodanno.
Ce un mucchio di Starnes. Io sono uno di 8 fratelli e sorelle: 5 bambine e 3 bambini. Benton se ne e` andato prima che iniziassimo a riunirci. Elizabeth e` morta nel 1976, e Lucille l’anno scorso. Riunendo noi 5 rimasti siamo circa in 50 tra figli, nipoti, pronipoti e compagni vari.
C’e` stato un tempo in cui non tutta la famiglia sarebbe intervenuta. Un parente, che ora non e` piu` tra i vivi, pensava che fosse ‘sbagliato’ essere gay; un altro aveva declinato di partecipare alla festa di Floyd e Carlos per il loro 5 anno insieme.
E invece eccoci tutti qui, in un’eta` compresa tra i 4 mesi e i 72 anni, a scambiarci regali, gustare cose buone, giocare a calcio, scambiarci ricordi, chiedere a mia nipote Wendy quando nasce il bambino e condividere i vari acciacchi di salute.
Appunto la situazione normale in cui si svolgono le vacanze di una famiglia. E se qualcuno e` stato turbato dal luogo scelto quest’anno per la riunione, cio` non era certo evidente nel brusio e vari complimenti che giravano nella casa quel giorno.
Siamo anche una famiglia che prende seriamente la propria fede religiosa. Anche se siamo passati attraverso i rave party e i fuochi, pregando che la ‘mia generazione’ diventasse adulta, ognuno cerca di servire Dio con la propria fede, al meglio che puo`.
Quindi le nostre riunioni natalizie non sono semplici incontri tra parenti in occasione di un giorno di festa.
Ci sono anche momenti in cui stiamo insieme a ricordiamo le benedizioni che abbiamo ricevuto come famiglia e quanto siamo fortunati ad averci gli uni gli altri.
Abbiamo fatto cosi` domenica scorsa e pare che non ci fosse alcun problema per nessuno per il fatto di trovarsi nella casa di una coppia gay, una coppia gay con un figlio adottivo, e che non stavamo facendo altro che rinnovare i forti valori famigliari di amore e accettazione, che stavano in cima alla lista delle priorita` di papa` e mamma Starnes.
Testo originale: A Family’s Unusual Blessings