Le suore statunitensi ai loro Vescovi: ‘sulle unioni gay siete come farisei accecati’
Articolo di Ingrid Colanicchia tratto da Adista Notizie del 27 Novembre 2010, p.8
Un’opportunità persa: è così che la National Coalition of American Nuns – associazione di religiose statunitensi dal 1969 impegnata sui temi della giustizia nella Chiesa -, giudica l’Assemblea autunnale dei vescovi Usa (Usccb), svoltasi dal 15 al 19 novembre scorsi.
A destare lo sgomento dell’associazione è la “mancanza di sensibilità della Usccb nei confronti delle persone gay e lesbiche”.
“È passato più di un mese – denunciano, secondo quanto riporta il sito di informazione gay Washington Blade (18/11) – da quando i media hanno dato notizia di una serie di suicidi fra i gay”, (v. Adista n. 84/10).
“In questo periodo, la Conferenza episcopale non ha pubblicato neppure un documento in merito a queste tragiche, evitabili morti.
Non si è levata la voce di nessun vescovo per condannare una cultura in cui i giovani sono vittime di bullismo per il solo fatto di essere come Dio li ha creati e sono a volte spinti dal giudizio della società a tentare il suicidio”.
“Molte persone – prosegue il documento diffuso all’indomani dell’apertura dei lavori dell’Usccb e in seguito alle dichiarazioni in difesa del matrimonio emerse in Assemblea – hanno accusato alcuni segmenti della religione istituzionale, inclusa la gerarchia cattolica, di alimentare questi attacchi e di contribuire a questi suicidi”.
“L’assemblea annuale dei vescovi questa settimana ha rappresentato l’opportunità di condannare questi orribili eventi. Invece i vescovi hanno scelto di parlare ‘della difesa del matrimonio’, il loro attacco ben strutturato alle coppie dello stesso sesso”.
“Come Farisei accecati, non vedono che la comunità cattolica è sconcertata da questo silenzio di fronte alla brutalità ed esasperata dalla loro insistenza su un’agenda politica contraria all’equiparazione tra matrimonio gay e etero, in un momento in cui la loro credibilità su questioni sessuali è al minimo storico”.
Sembra che i vescovi Usa, sottolinea ancora la National Coalition of American Nuns, non abbiano imparato molto dal caso del Minnesota dove, nel settembre scorso, non aveva destato molto favore l’iniziativa dell’arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis di distribuire circa 800mila dvd, per una spesa di 1,6 milioni di dollari, in cui il matrimonio tra persone dello stesso sesso era definito una minaccia per lo Stato: molti fedeli hanno infatti deciso di raccogliere quanti più dvd possibili per rispedirli alla diocesi con l’appello a fare delle necessità dei poveri e dell’amore per il prossimo la priorità assoluta.
“I cattolici pensano che i loro vescovi dovrebbero predicare un messaggio di cura e di comprensione, invece che di rifiuto e di odio”, scrivono ancora dalla National Coalition of American Nuns.
È tempo – è l’invito dell’organizzazione – che tutti i cattolici statunitensi si alzino in piedi e dicano “basta alla retorica discriminante e alle misure repressive provenienti da uomini che caricano pesanti fardelli sulle spalle degli altri e non levano un dito per l’empatia e l’umana compassione”.
Una questione talmente sentita, quella dell’uguaglianza di lesbiche, gay, bisessuali e transgender nella Chiesa e nella società, da indurre – nel settembre scorso – quattro storiche organizzazioni cattoliche statunitensi che lottano per una maggiore giustizia all’interno della Chiesa (New Ways Ministry, Call to Action, DignityUSA e Fortunate Families) a unirsi sotto la sigla Equally blessed (ugualmente benedetti).