Radio Maria, ma Dio non è cretino
Riflessioni di Antonio Barillà pubblicate sul sito d’informazione L’Indro il 7 novembre 2016
Per dare un’occhiata alla deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino, ne vale proprio la pena, bisogna fare viaggio fino a Volterra e visitare la locale pinacoteca civica. Ai più pigri basterà scaricare l’episodio ‘La ricotta‘ di Pierpaolo Pasolini, che si snoda intorno al dipinto.
L’opera del pittore manierista è di grande intensità drammatica. Alcuni uomini depongono Cristo dalla croce, ai piedi della quale Maria viene sostenuta da due donne, mentre un’altra in ginocchio è aggrappata alla madre del Crocefisso e un personaggio, in primo piano sulla destra, manifesta tutto il suo sgomento.
Una madre annientata dal dolore, ma forse le cose non stanno proprio così ai piedi di quella croce. Pure nella sua disperazione, la madre di Dio sembra l’unico appiglio di speranza, la figura a cui tendono i presenti chiedendo sostegno.
Già adolescente, è sottoposta a richieste più grandi di lei, culminate nell’insopportabile uccisione dell’unico figlio, al quale è costretta a sopravvivere. Un figlio indipendente e talvolta sfrontato, come quella volta che, ragazzino, redarguì i genitori, andati a cercarlo avendolo perso di vista, rammentando loro le vere ragioni per le quali era al mondo. Nessuna mamma potrebbe amare un figlio in modo così incondizionato, sapendo per certo di non potere spostare nemmeno di un grado la traiettoria del suo destino.
Maria è una figura che porta sulle spalle pesi sovrumani, una donna a tutto tondo, discreta, strutturata, equilibrata, saggia, consapevole. Una leader autorevole che non spreca neppure mezza parola in discorsi inutili. Caratteristiche non certo da ‘madonnina’ sdolcinata e nemmeno da perpetua, miti dei tradizionalisti.
Per queste ragioni e per altre, a molti piacerebbe capire quali sono i punti di contatto tra la Madonna e ‘Radio Maria‘, il cui stile complessivo non si discosta troppo da quello palesato dal domenicano Giovanni Cavalcoli, ora allontanato perché ritenuto non in sintonia con le linee pastorali del Pontefice, ma che sull’emittente tiene una rubrica e non da ieri. Messo all’angolo, in definitiva, solo dopo che il Vaticano è intervenuto in maniera insolitamente dura.
La verità è che un consacrato capace di affermare che il terremoto è la conseguenza della legge sulle unioni civili, dovrebbe essere aiutato e, nel frattempo, tenuto alla larga da qualsiasi mezzo di informazione, soprattutto quando precisa che in Vaticano dovrebbero rileggersi il Vangelo.
Il punto, in fondo, è proprio questo, la lettura dei Vangeli, che per i fondamentalisti non si discutono nemmeno nelle virgole, pure essendo frutto di una selezione operata dagli uomini, peraltro con un metodo non esattamente scientifico.
L’errore che in genere si commette quando si fa cenno al fondamentalismo e all’integralismo consiste nel ritenerli semplici posizioni teologiche. In realtà si tratta di strutture interiore degli individui che vi aderiscono, in non pochi casi di vera e propria malattia, deliri impermeabili all’autocritica. Per questo motivo l’integralista non sente ragioni, potrebbe venire il Creatore in persona a dirgli come stanno le cose, lui non farebbe una piega, anzi gli contesterebbe i suoi errori, sebbene, generosamente, gli darebbe la possibilità di redimersi.
Una posizione del tutto simile a quella Vaslav Nijinsky, il grande ballerino russo minato dalla schizofrenia. Nel suo diario auspica per sé un incontro con Dio in persona, onde potergli ‘spiegare’.
Le parole deliranti del domenicano Giovanni Calvalcoli, sulle frequenze di ‘Radio Maria‘, non sono il primo e neppure il più fulgido esempio di questa logica da scantinato. Non considero neppure quelle recentissime di un membro del Governo israeliano, che attribuisce il terremoto al voto dell’Italia alle Nazioni Unite, avverso alla causa del suo Paese. Il vero fuoriclasse in materia è Roberto De Mattei, che tra i suoi titoli vanta quello di Presidente della Fondazione Lepanto, giusto per capire da che parte si pone, ma che al tempo della sua celebre esternazione, sempre a proposito di terremoti, era pure vice presidente del Cnr. In particolare De Mattei spiegò che il terremoto del 1908, quello che rase al suolo Messina e uccise quasi centomila persone, fu una punizione divina contro gli abitanti a causa del loro ateismo.
Certo, ognuno è libero di dire le stupidaggini che crede, ma che gli si offra una tribuna per farlo è irresponsabile. Del resto ‘Radio Maria‘, manco a dirlo, ospitava pure le riflessioni del De Mattei, e anche in questo caso, due anni fa, fu costretta a cacciarlo per le sue posizioni aggressive verso le idee di papa Francesco. Se due indizi fanno una prova, ci dobbiamo domandare come mai questi cattolici così singolari finiscono diritti nell’emittente di Padre Livio Fanzaga, il quale, a sua volta, non scherza quanto a tradizionalismo e sfoggia una produzione letteraria piuttosto virata su Medjugorje e Satana.
Gli integralisti si attaccano in modo patologico alla loro finzione, secondo la quale Dio avrebbe privilegiato la loro religione. Una finzione è solo un costrutto mentale che andrebbe sottoposto a verifica prima di farne una certezza, in caso contrario succede quello che abbiamo sotto gli occhi, uomini di fedi diverse che si scannano con pretesti religiosi. Non è un caso che gli integralisti siano contro ogni forma di dialogo tra le religioni.
Cinque anni fa avevo deciso di intitolare un volume sul rapporto tra i bambini e il trascendente, ‘Dio non è cretino‘. L’editore aveva acconsentito, poi, in base alle osservazioni del distributore, mi aveva chiesto di recedere, così il volume uscì con un altro titolo, meno diretto. Ogni tanto glielo rinfaccio e ci scherziamo sopra, ma confesso di essere arrabbiato davvero, perché c’era una ragione profonda a sostegno delle mie posizioni, una ragione colta perfettamente proprio da uno dei destinatari di quella pubblicazione, ossia un bambino. Ateo di famiglia atea, era presente tra il pubblico durante un incontro in Emilia, espresse con un acume sconosciuto ai grandi il suo pensiero: «Domenico, se Dio non è cretino, forse vuoi dirci che a esserlo sono altri, magari quelli che gli attribuiscono o gli fanno dire le cose più strampalate». Si, sono proprio loro i cretini. Beata innocenza.