Disputa con Dio. Le affermazioni lanciate dai cristiani contro le persone LGBT
Testo tratto dalla guida “A la familia: a conversation about our families, the bible, sexual orientation and gender identity” redatta da rev. Miguel A. De La Torre, rev. Ignacio Castuera e Lisbeth Melendéz Rivera, Stati Uniti, 2011, pp.48-67, liberamente tradotta da Ilaria Ziccardi
Giacobbe, il patriarca del libro della Genesi, lotta con Dio esigendo che gli si dia una benedizione (Genesi 32:24-32). Ma Giacobbe capisce che il suo sforzo di vedere Dio faccia a faccia ha delle conseguenze. Non solo Giacobbe si trasforma in una persona nuova ricevendo il nome di “Israele”, ma da questo giorno in poi lui zoppicherà – una ferita che gli ricorderà per il resto dei suoi giorni il suo incontro con il Divino. Ci sono sempre conseguenze quando lottiamo onestamente con il testo biblico.
Come Giacobbe anche noi possiamo ricevere una benedizione, ma ad un costo. Possiamo essere rinnovati poiché la scrittura ha dimostrato l’abilità di trasformare completamente la vita degli individui attraverso il tempo. Idealmente la trasformazione avviene in meglio, ma la storia ci ha mostrato come questo non avvenga in tutti i casi.
Lottare con Dio può trasformarci, ma può anche renderci più umili. Il cambiamento può forzarci ad abbandonare preziosi presupposti sul mondo e sul nostro posto nel mondo. Potrebbe spingerci a domandarci cosa abbiamo sempre pensato che la Bibbia dicesse. Potrebbe anche condurci a interrogare la Bibbia o Dio. Il cambiamento e il rinnovamento nei nostri pensieri e del nostro modo di pensare e di vivere è in genere difficile e lascia molti di noi a “zoppicare” nella frustrazione senza una piena comprensione.
Mettere da parte la nostra personalità per conformarci agli insegnamenti biblici è solitamente un processo doloroso, e a volte può costarci la vita. Nei due capitoli seguenti ti chiediamo, caro lettore, di unirti a noi che lottiamo con Dio e con la Bibbia. Potrebbe rivelarsi difficile, se non doloroso; ma come Giacobbe speriamo che tu vada via zoppicando con una benedizione.
Per coloro che sono trattati come emarginati sessuali e spirituali, un incontro con la chiesa può condurre ad una fede crescente e un forte impegno con Dio. Per gli altri, il dolore e il rifiuto della comunità di fede o della famiglia è troppo difficile da sopportare. Il nostro approccio come cristiani verso coloro che la società discrimina può condurre sia alla soddisfazione che alla disperazione. Quanto dovrebbe essere inclusiva la chiesa? Sono tutti invitati ad avvicinarsi al trono di Dio? Quando ci troviamo davanti all’Agnello è meglio essere colpevoli di giudicare troppo o di amare troppo? Aprire le porte della chiesa ai nostri fratelli e sorelle LGBT dipende da come leggiamo e interpretiamo 8 dei 31.173 versi biblici. Questi 8 versi sono stati usati per escludere, discriminare, perseguitare. E ancora, se dovessimo osservarli attentamente, potremmo scoprire che ci hanno insegnato a leggere in essi e nella Bibbia i nostri pregiudizi come un tutto.
Nel prossimo capitolo consideriamo questi 8 versi della Bibbia, che tradizionalmente sono stati visti dalla chiesa – cattolica e protestante – come i segni più chiari del rifiuto di Dio e della chiesa delle persone LGBT. Ma prima, lotteremo con le solite domande poste da coloro che sono stati addestrati a leggere la Bibbia attraverso la lente della società omofobica trans-fobica. Nel mondo spagnolo c’è un modo di dire che non è stato applicato necessariamente alla Bibbia, ma che ha grande valore ed efficacia: “In questo mondo traditore, niente è verità e niente è bugia. Tutto dipende dal colore del vetro attraverso il quale si vede.” Dunque, qual è l’obiettivo di leggere la Bibbia? Quali sono le prospettive oppressive di alcuni scrittori biblici e della maggioranza dei lettori ed interpreti del testo sacro?
Cominciamo la disputa con il testo biblico con una storia dell’evangelista Marco:
E i discepoli lasciando la folla, presero Gesù così com’era nella barca. Altre barche erano con lui. Si sollevò una grande tempesta di vento, le onde colpivano la barca in modo che la barca si riempiva. Ma lui se ne stava a poppa addormentato sul cuscino; loro lo svegliarono e gli dissero: <<Maestro, non ti importa che periamo?>> Si svegliò, comandò al vento e disse al mare <<Taci, calmati!>>. Poi il vento cessò e rimase una calma piatta. Gesù chiese loro <<Perché avete paura? Non avete fede?>>. (Marco 4:36-41).
Possiamo usare l’idea di questo testo biblico per definire come approcciare le Scritture in questo capitolo. Come dimostrato nel passaggio, Gesù risponde a domande in tutta la Bibbia con una domanda diversa che ci porta ad una verità più profonda. La domanda più importante che necessita di considerazione non è se i discepoli moriranno ma perché loro non hanno una fede sufficiente per calmare le acque. In molti casi troviamo che le domande che abbiamo posto riguardo alle persone LGBT, sono espresse dagli antagonisti delle persone LGBT. Abbiamo bisogno invece di comportarci come Gesù e di fare domande diverse.
La prima domanda con la quale dovremo lottare è se le persone LGBT possono cambiare. Un altro modo di fare questa domanda è considerare se le persone scelgono di essere LGBT. Questo quesito è posto ripetutamente alla comunità LGBT ed ha generato programmi basati sulla religione che hanno cercato di far cambiare alle persone il loro orientamento sessuale. In molti nella comunità LGBT hanno risposto che il loro orientamento sessuale o identità di genere non è una scelta ma è una verità innata. Il problema è che la nostra sessualità è enormemente complessa. Molte persone LGBT, come i loro omologhi eterosessuali, sanno che dalla pubertà e qualche volta da prima, la direzione del loro orientamento sessuale o la loro sessualità ha cominciato a girare dentro uno spettro. La domanda più importante che dovremmo fare è chiederci se il cambiamento sia necessario.
Carlos sapeva che era stato creato da Dio come una persona gay. Non sentiva la necessità di confessare ciò che era così essenziale per la sua persona. Tuttavia, molte denominazioni cristiane richiedono ai loro membri di prendere una decisione molto difficile: accettare le persone omosessuali come Carlos come dono di Dio o negare che le persone omosessuali e transessuali esistono realmente. Quando scelgono la seconda soluzione, loro affermano che l’orientamento sessuale o l’identità di genere sono scelte e che le persone come Carlos scelgono di essere omosessuali. Da questo punto di vista vedono il ruolo dato loro da Dio come quello di “convertire” il peccatore dalla sua omosessualità o dalla sua identità transgender alla “norma” dell’eterosessualità o dell’identità di genere “normale”. Loro giustificano tale conversione attraverso una asserzione teologica che Dio non avrebbe creato le persone omosessuali e transgender. Ancora, non importa cosa si dice, la realtà è che una parte dell’umanità, come Carlos e gli altri le cui storie sono condivise qui, sono e continuano ad essere LGBT senza aver scelto o selezionato questa identità o orientamento.
Come cristiani, non siamo obbligati a decidere se la gente deve cambiare la sua identità o orientamento. Ciò che siamo obbligati a fare è permettere alla gente di dire la verità sulla propria identità così come speriamo di dire la nostra ed onorare questa verità come data da Dio. Come Gesù ha detto nel suo Discorso della Montagna, “Voi siete la luce del mondo. Una città costruita sulla montagna non può essere nascosta. Nessuno dopo aver acceso una lucerna la pone sotto il moggio, ma sul porta-lucerna e dà luce a tutti quelli che sono a casa” (Matteo 5:14-16). Come cristiani ci è richiesto di lasciar brillare la verità che è nel cuore dei nostri fratelli e sorelle, affinché tutti ne possano beneficiare.
La seconda domanda con la quale combattere è se le persone LGBT sono solo interessate al sesso. La risposta è di certo no. il nostro orientamento sessuale o identità di genere non stabilisce la nostra condotta sessuale. Se le persone LGBT sembrano parlare più di sesso rispetto alle persone eterosessuali, è perché loro sono forzati dalla cultura a parlare della loro identità esclusivamente attraverso il sesso. La domanda che noi dovremmo effettivamente porre alle persone LGBT ed eterosessuali è piuttosto “Come stai trattando il tuo vicino? Come, in altre parole, stai contribuendo ad un benessere sociale?”
Quello che tutte queste persone hanno in comune è che stanno contribuendo alla nostra comunità. Tutti loro vivono le loro vite per glorificare Dio attraverso le attività umanitarie. Il fatto che tutti loro sono persone LGBT non deve sminuire i loro contributi alla nostra comunità né sminuire il loro valore come esseri umani creati dallo stesso Dio che ha creato gli eterosessuali. I dibattiti sull’orientamento sessuale e l’identità di genere dovrebbero abbracciare la totalità dell’identità delle persone, senatori, giudici, banchieri, capi di corporazioni, capi di stato, ministri, sacerdoti, suore, carpentieri, insegnanti, medici ed ogni altra occupazione immaginabile.
Prendiamo l’esempio del Sergente della Marina Eric Alva, originario di San Antonio si è unito alla marina nel 1989 all’età di 19 anni. Per 13 anni ha servito con orgoglio il suo paese come membro del 3° battaglione, 7° marines. Quando la guerra in Iraq cominciò, la sua unità è stata tra le prime ad essere schierate. Alva detiene il primato di essere stato il primo soldato americano ad essere stato ferito in Iraq.
Il 21 marzo 2003, mentre viaggiava con un convoglio a Basra con il suo battaglione, ha calpestato una mina. L’esplosione ha colpito il suo braccio destro e danneggiato la sua gamba destra così malamente da doverla amputare. Per il suo valore e sacrificio, Alva è stato premiato con il “Purple Heart”. Dopo il suo congedo militare, Alva ha finito il suo master in lavori sociali ed ora vive a San Antonio. Alva era uno delle circa 65000 persone LGBT che hanno servito il paese (secondo quanto riportato dall’Istituto Urbano). Ma allora nuovamente, Che cosa importa? Dovrebbe esserci qualche differenza? Il sacrificio fatto dalle persone LGBT per proteggere il loro paese dovrebbe essere più o meno importante del sacrificio fatto dagli eterosessuali?
La terza domanda con la quale dobbiamo combattere è se l’attrazione sessuale e un senso interiore dell’identità di genere può essere cambiata. Ma ciò che dovremmo chiedere, ciò che crediamo Gesù dovrebbe domandarci è “Come le persone LGBT possono essere un dono per l’umanità?”
Questa reazione della Chiesa Avventista del Settimo Giorno è un episodio troppo comune ma, come abbiamo detto precedentemente, nasce dalla domanda sbagliata. Ciò che dobbiamo esplorare è come i cristiani, includendo i pastori e gli studiosi di religione, stanno cambiando la discussione sulla sessualità e l’identità in questo paese. Ciò che troviamo è che questo cambiamento nelle discussioni religiose aiuta non solo le persone LGBT ma anche gli eterosessuali che hanno bisogno di una opportunità per parlare delle loro relazioni sessuali o che cercano di uscire dalla morsa delle aspettative della società su ciò che significa essere “un buon uomo” o “una buona donna”.
Una quarta domanda connessa ci chiede di esplorare la possibilità che non è l’identità di genere di coloro i quali la società ha etichettato come innaturale che ha bisogno di cure. Forse sono quelli che hanno fatto del loro machismo la norma che hanno un bisogno disperato di cure e il perdono dei loro peccati. E forse sono quelli che sono sottomessi al marianismo che richiedono liberazione. Negli ultimi 2000 anni, la società e la chiesa cristiana ha fatto dell’eterosessualità la norma richiesta per tutta l’umanità. Sfortunatamente lo sviluppo di una iper-mascolinità, o machismo, ha creato ruoli rigidi, definendo cosa è un buon uomo e cosa è una buona donna. All’interno della nostra cultura, ciò ha significato che gli uomini devono essere machi e le donne, come la Vergine di Guadalupe, devono essere passive.
Questa struttura sociale, nella quale ci sono solo due scelte possibili – l’uomo macho o la donna passiva – prospera, definendo quali sono i comportamenti “normali”. A sua volta, questo diventa la base per le nostre regole, tradizioni e costumi. Quando noi come cultura imponiamo queste severe regole di genere, legittimiamo qualsiasi forma di abuso, fisico o psicologico, contro la comunità LGBT e tutti coloro (specialmente le donne) che non sono all’altezza delle aspettative del machismo o del marianismo.
È una tragedia e un peccato grave quando il machismo causa la morte di quelli creati a immagine di Dio. Prendiamo l’esempio del 2002 della diciassettenne Gwen Araujo di Fremont, California. Gwen era un adolescente transessuale che partecipava ad una festa. Quando tre uomini che erano presenti alla festa capirono che Gwen era biologicamente maschio, la picchiarono fino a renderla incosciente, la trascinarono in un garage, la strangolarono con una corda e la seppellirono in una tomba poco profonda.
Creiamo famiglie insane, e per estensione, società insane quando permettiamo ai machi di essere definiti conquistatori e difensori di un ordine sociale centrato sull’uomo dove si favoriscono più le azioni che le parole. Questa prospettiva enfatizza che solo gli uomini possono essere leader dominanti e controllare sia la sala riunione che la camera da letto. A loro è permesso di agire sulla base del loro insaziabile appetito sessuale, solo perché seducendo molte donne il macho può provare la sua virilità. Ma essere un macho implica molto più della semplice conquista. Il macho ha la responsabilità di proteggere coloro i quali egli considera inferiori a lui. Ci si aspetta che i machi si comportino secondo le norme che la cultura ha legittimato. La carica del macho si trasforma per proteggere l’onore della sua famiglia, assicurandosi che nessun altro macho “conquisti” le sue donne, che siano mogli, amanti o figlie, mentre lui pensa di conquistare allo stesso tempo beni e donne di altri maschi.
Questa organizzazione di genere per la nostra cultura ha causato secoli di dolore, non solo per la nostra comunità LGBT e per le donne, ma anche per gli uomini forzati a vivere con questi nocivi falsi standard. In questo mondo pieno di machismo, un transgender può essere omosessuale se il comportamento di lui o di lei non si accorda con il comportamento che ci aspettiamo che i maschi posseggano. Tutti i veri uomini dovrebbero essere interessati a giochi violenti. Loro devono evitare di apparire gentili o miti o mostrare di nutrire sensibilità verso gli altri. Devono sempre provare a controllare o a competere con gli altri. Per essere un macho, uno deve sembrare forte, virile e aggressivo. Altrimenti, come dimostra la morte di Araujo, le conseguenze possono essere fatali.
Dall’altra parte, ci si aspetta che le donne devono essere passive, sottomesse, dipendenti, deboli, sacrificate e caste. Tale definizione automaticamente preclude loro la posizione di leadership. Quegli uomini che non sono visti come machi, vengono considerati delle donne e così meritano disprezzo e abuso. Le donne che mostrano qualità maschili sono anche disprezzate e abusate e sono sconfitte nell’assegnazione del loro posto all’interno della società. Le donne lesbiche che hanno un’identità di genere più mascolina e gli uomini gay che hanno una identità di genere più femminile o i transgender spesso sono vittime di abuso.
La quinta domanda con cui noi lottiamo è se la comunità cristiana è pronta ad accettare le persone LGBT, in particolare i transgender e gli intersessuali. Tuttavia, la domanda che davvero abbiamo bisogno di farci come cristiani è se stiamo allontanando i figli di Dio dalla fede negando loro il posto nella nostra comunità.
Purtroppo, ci sono cristiani che rifiutano di accettare la diversità come dono divino e cercano di riunire l’umanità in semplici categorie con punti di vista determinati da modelli di dominazione e subordinazione. In verità, nessuno di noi si adatta pienamente alle assunzioni culturali sull’espressione e l’identità di genere. Per le persone LGBT, questa realtà conduce una unica sfida spirituale: Possiamo mantenere la nostra fede anche quando gli altri rifiutano di conoscere chi siamo?
Infine, quanto spesso sentiamo la domanda “I pedofili di solito sono gay?” la domanda più rilevante (e difficile)che dobbiamo chiedere è “Quali sono le cause reali della pederastia, la relazione sessuale tra adulti e bambini, nella nostra cultura?” C’è una tendenza insidiosa ad associare la pedofilia con gli uomini gay, una correlazione non sostenuta da dati statistici. Molte delle organizzazioni religiose dei diritti presentano opinioni come fatti, ad esempio che la grande maggioranza degli uomini che violentano i bambini sono gay. Queste opinioni sono perpetuate da James Dobson, Donald Wildmon ed altri all’interno dei media conservatori che hanno ingannato la gente nonostante l’evidenza opposta. Secondo l’U.S. Department of Health and Human Services la grande maggioranza di coloro che usano le loro posizioni di potere per approfittare di ragazzi e ragazze sono uomini eterosessuali.
Avendo lottato con queste domande espresse solitamente dalla nostra comunità, possiamo andare al prossimo capitolo per discutere di specifici testi biblici usati da alcuni Cristiani per discriminare le persone LGBT.
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Testo originale: A La Familia: A Conversation About Our Families, the Bible, Sexual Orientation and Gender Identity (Pdf)