Viaggio nei paesi dove l’omosessualità è un crimine: Arabia Saudita
Estratto dall’articolo di Max Strasser su Foreign Policy (Stati Uniti) del 20 Dicembre 2010, liberamente tradotto da Lorenza
L’Arabia saudita è un altro paese che interpreta la legge islamica alla lettera: la punizione contro i gay è la morte tramite lapidazione. La prigione può anche essere richiesta. E uomini possono anche essere fustigati per il fatto di “comportarsi come delle donne”.
Le cose sembrano cosi difficili per i gay in Arabia Saudita che un diplomatico, rappresentante il regno a Los Angeles, ha chiesto l’asilo dopo che un impiegato del consultato ha scoperto la sua omosessualità e ha dato l’informazione a Riyadh.
Il diplomatico ha affermato che ha paura di essere ucciso al suo ritorno nel paese. Ciononostante, se si guarda bene e se si sa dove guardare, c’è un movimento gay undergroud prospero in Arabia Saudita. Un residente di Riyadh ha rivelato ad Atlantic che la capitale è un “paradisio gay”. Il fatto che le relazioni omosessuali siano molto diffuse è da ricercare nella segregazione dei generi, molto stretta nel paese.
Ciò significa che le donne e gli uomini non interagiscono tra di loro al di fuori della famiglia. A scuola e in altri posti, afferma l’articolo di Atlantic, i giovani fanno i loro esperimenti sessuali con persone dello stesso sesso per mancanza di altre opzioni.
Testo originale: Saudi Arabia