Come giovane gay cattolico continuo a sognare una Chiesa che sappia accogliere
Testimonianza di Tommaso da Roma sul I° Ritiro nazionale per Giovani Cristiani LGBT (Firenze, 28-30 ottobre 2016)
In questo weekend per Giovani Cristiani LGBT a Firenze ho incrociato tanti sguardi, ragazzi come me, persone già incontrate, amici nuovi, amici rivisti e ognuno aveva una storia da raccontare. Tutti hanno portato qualcosa di proprio a testimoniare il desiderio di esserci, nonostante ciascuno venisse anche da molto lontano. Ho visto sorrisi, molti, che ci siamo davvero regalati a vicenda insieme alle nostre storie di ricerca interiore, di voglia di vivere e di trovare un senso al nostro essere credenti e allo stesso tempo omosessuali. Io continuo a sognare una Chiesa rinnovata, quel rinnovamento cui credo anche Papa Francesco aspiri ma che ancora sentiamo non essere pienamente attuato.
Mentre un certo mondo cattolico è ancora convinto che esistano premi per la buona condotta degli uomini, che la Grazia di Dio vada meritata, e che, in caso contrario, l’ira divina scenderà su noi miseri peccatori, ne esiste un altro che accoglie chi è relegato nelle frontiere e decide di accompagnarlo per farlo sentire pienamente accolto. Al ritiro ho portato la mia grande sofferenza di non essere accettato fino in fondo dalla mia famiglia che ostinatamente, o anche solo per orgoglio, continua a brandire questa spiritualità del merito, del sacrificio, della richiesta di misericordia da parte di un Dio che ci concede la sua benevolenza solo se gliela chiediamo, se ci pentiamo delle nostre azioni e compiamo digiuni e pentitenze.
Per fortuna che proprio il ritiro mi ha dato occasione di ricordare alla mia famiglia che Dio non può vendicarsi o punire ma solo riempire di benedizioni specialmente chi vive nel segno del servizio al proprio fratello.