Dopo il ritiro dei giovani cristiani LGBT di Firenze che si fa?
Testimonianza di Samuele da Milano sul I° Ritiro nazionale per Giovani Cristiani LGBT (Firenze, 28-30 ottobre 2016)
Ecco di seguito poche righe che riassumono la mia esperienza a Firenze del Ritiro per Giovani Cristiani LGBT. Lo faccio in 3 macro-punti:
1. il ritiro è stato un’occasione formidabile di conoscenza: ovviamente conoscenza di altri ragazzi omosessuali che si interrogano sulla direzione del proprio cammino di fede, ma anche conoscenza di altri gruppi cristiani gay, frequentati dalla maggioranza dei partecipanti, così come conoscenza di realtà nazionali e di preti accoglienti e fortemente inclusivi; ma soprattutto questo ritiro è stato conoscenza di una realtà per me nuova e anomala: la realtà di una parrocchia fiorentina in cui le persone omosessuali e le coppie di persone omosessuali sono parte integrante del tessuto parrocchiale e considerate sale fecondo di quella realtà, da proteggere da ingiuste ingerenze. Venire a contatto con una tale “normalità anomala” è stato enormemente terapeutico e rasserenante;
2. il ritiro è stato un’occasione di confronto: sono rimasto piacevolmente soddisfatto dalle attività effettuate all’interno dei mini-gruppi di lavoro, con i questionari a cui rispondere e su cui confrontarsi. La comunanza o discordanza di vissuti ed esperienza sono state veramente arricchenti;
3. il ritiro deve secondo me crescere nella sua dimensione di concezione come “Progetto nazionale”: non vorrei che questo incontro rimanesse un mero ritiro spirituale, in cui, finita la curiosità per le nuove conoscenze, si ottenga né più né meno rispetto ai gruppi cristiani locali che molti di noi già frequentano.
Il gruppo può e deve essere guidato da finalità ambiziose: che sia il coordinamento a livello nazionale di iniziative locali di successo, che siano progetti di diffusione della cultura dell’inclusione nella società, che sia l’organizzazione di attività concrete attraverso cui farci conoscere alle autorità ecclesiastiche o alla società… è tutto da stabilire, ma mi piacerebbe nel prossimo incontro dare maggior rilievo a quel momento in cui occorreva scegliere la nostra bozza di statuto che è poi la nostra identità, momento a cui non è stata data la rilevanza che meritava. Senza un’identità questo ritiro e quelli a venire continueranno ad essere occasioni bellissime di condivisione, ma nulla più.
Ringrazio quanti si sono prodigati per la buona riuscita del ritiro: tutti ragazzi che con tatto e umiltà sorprendente si sono spesi per farci vivere un week end di pace.
Grazie anche a Suor Fabrizia e ai ragazzi del Kairos che ci hanno accolto. Grazie.