1990. Quando i vescovi cattolici USA si rifiutarono di parlare di “disordine oggettivo” per l’omosessulità
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 22 novembre 2016, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
A metà novembre 1990 i vescovi statunitensi promulgarono un documento di 185 pagine intitolato Human Sexuality: A Catholic Perspective for Education and Lifelong Learning (La sessualità umana: un punto di vista cattolico per un’educazione e un aggiornamento costanti), ideato per guidare l’educazione cattolica sulla sessualità.
Nell’Iowa un giornale di Davenport, il Catholic Messenger, pubblicò un articolo sul documento dal titolo Bishop asks: Are we credible on sex? (Un vescovo si chiede: siamo credibili quando parliamo di sesso?). L’articolo spiega: “Il passaggio c’è stato solo dopo un dibattito che ha evidenziato le domande sottostanti la credibilità della Chiesa su argomenti come la contraccezione artificiale, il giusto approccio pastorale verso le persone omosessuali e le lunghe controversie tra educatori e alcuni genitori cattolici sull’educazione sessuale nelle scuole”.
Sull’argomento dell’omosessualità il dibattito si è concentrato sull’uso del termine “disordine oggettivo”, un termine coniato solo di recente, nel 1986, nella Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, promulgato dal Vaticano. L’articolo continua: “ …Si è avuta una vivace discussione sull’omosessualità a causa di un emendamento proposto dall’arcivescovo di New York John O’Connor e dal vescovo di Savannah Raymond Lessard, che hanno chiesto di aggiungere alla proposizione 196 della Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede l’affermazione che l’orientamento omosessuale è “oggettivamente disordinato'”.
Non tutti i vescovi furono d’accordo con questa aggiunta: “Il vescovo ausiliario di Hartford, Peter Rosazza, ha obiettato che la frase del documento dottrinale della Congregazione ‘ha causato un danno indicibile alla comunità omosessuale’. Invece l’arcivescovo di San Francisco John Quinn è d’accordo, ma ha detto che il problema sorge perché ‘si fraintende la dichiarazione. Questa è un’affermazione filosofica sulle tendenze e i loro oggetti, non una dichiarazione sulle persone. Tutti abbiamo tendenze disordinate: la rabbia, l’avidità, i sette peccati capitali… ma, dal momento che ‘si legge’ l’affermazione vaticana sottintendendo che la persona con questa tendenza è disordinata, si è presentato un problema che ‘è difficile da superare’”.
Il resoconto continua dicendo che molti altri vescovi si unirono all’una o all’altra parte del dibattito ma, in definitiva, respinsero l’emendamento O’Connor-Lessard di includere nel documento la definizione “oggettivamente disordinato”. Invece, l’arcivescovo di Chicago Joseph Bernardin, l’arcivescovo Quinn e l’arcivescovo di Mobile Oscar Lipscomb proposero un’alternativa. L’articolo spiega il nuovo linguaggio, che venne poi approvato: “L’emendamento che è stato approvato afferma che ‘in sé, l’ orientamento omosessuale non è peccato perché non è liberamente scelto’. In una nota a pie’ di pagina si cita la dottrina della Congregazione che si riferisce a questa tendenza come ‘oggettivamente disordinata’, a cui segue una spiegazione del significato della frase del documento vaticano, abbozzata dall’arcivescovo Quinn”.
Il titolo dell’articolo Bishop asks: Are we credible on sex? si riferisce ad un altro dibattito: quello sul linguaggio del documento riguardo alla contraccezione. Il vescovo di Saginaw nel Michigan, Kenneth Untener, si interrogò su un passaggio che affermava che la logica dell’insegnamento sulla contraccezione è “stringente” e mise in discussione l’uso di questa parola “sapendo che, di fatto, questa logica non è affatto stringente: non lo è per la gente in generale e per molti vescovi. Quando parliamo così, qualcuno ci potrebbe paragonare ad una famiglia disfunzionale, incapace di discutere un problema che è sotto gli occhi di tutti”.
Untener ne fece un caso per il sensus fidelium, ovvero la dottrina della Chiesa che afferma che la sensibilità dei fedeli su un particolare insegnamento deve essere presa in considerazione dal Magistero. Disse inoltre di aver chiesto ai ventitré componenti del consiglio pastorale diocesano di dare la loro opinione, anonima, su come il documento Human Sexuality trattasse l’argomento della contraccezione artificiale. Il voto fu di 22 contrari e 1 a favore.
Untener spiegò ai vescovi: “Bisogna capire che non sono dissidenti. Sono contadini e abitanti delle città, uomini e donne, persone di mezza età e anche più anziane. Non so cosa succederebbe se faceste lo stesso nei vostri consigli pastorali… i vostri preti. Non so cosa succederebbe se lo faceste qui ed ora…”. Dopo aver parlato di contraccezione artificiale, si potrebbe applicare facilmente la stessa logica alle questioni LGBT. Due anni dopo il vescovo Untener la pensava allo stesso modo parlando al terzo Simposio Nazionale a Tematica Lesbica/Gay di Chicago, organizzato da New Ways Ministry.
Nel Sinodo vaticano sulla Famiglia del 2014/2015 abbiamo visto vescovi di tutto il mondo interrogarsi pubblicamente sull’uso del termine “disordine oggettivo”. Vale la pena ricordare che i vescovi statunitensi sono già riluttanti da molto tempo ad usare un simile linguaggio nei loro documenti. Non l’hanno fatto, ad esempio, nella lettera pastorale del 1997 Always Our Children, indirizzata ai genitori di gay e lesbiche, almeno finché, un anno dopo, per la sua seconda edizione, il Vaticano non ha deciso di aggiungerlo in una nota a pie’ di pagina. È quanto mai importante ricordare che l’incontro dei vescovi potrebbe, e dovrebbe, essere un’opportunità per il dialogo e il dibattito. Possiamo notare questo spirito in alcuni dei vescovi creati da papa Francesco, che nei loro incontri hanno fatto emergere domande stimolanti. L’esempio del vescovo Untener mostra che dovrebbero far parte di queste discussioni anche le opinioni dei laici, specialmente di quelli per i quali l’insegnamento della Chiesa ha maggiori conseguenze.
* “Questo mese nella storia LGBT cattolica” è una serie di articoli di Bondings 2.0 miranti a informare i lettori sulla ricca storia degli ultimi decenni – sia in positivo che in negativo – riguardante la battaglia per l’uguaglianza dei cattolici LGBT. Speriamo che essa mostri ai lettori quanto la Chiesa sia andata avanti ma anche, purtroppo, quali passi indietro abbia fatto e quanta strada abbiamo ancora da percorrere. Una volta al mese lo staff di Bondings 2.0 posterà un articolo riguardante, appunto, questi trentotto anni di storia. Setacceremo le edizioni dell’antenato di Bondings 2.0, Bondings, la newsletter di New Ways Ministry in formato cartaceo. Abbiamo iniziato a pubblicare Bondings nel 1978 e sfortunatamente, dal momento che i numeri sono solo cartacei, in molti casi non potremo reindirizzare il lettore alla fonte delle notizie.
Testo originale: When the U.S. Bishops Rejected the Language of “Objective Disorder”