Rumi: poeta e mistico sufi ispirato dall’amore omosessuale
Articolo di Kittredge Cherry pubblicato sul blog Jesus in Love (USA) il 30 settembre 2013, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Rumi è un poeta persiano e mistico sufi del XIII secoli il cui amore per un altro uomo ha ispirato alcuni dei poemi più belli del mondo e ha portato alla creazione di un nuovo ordine religioso, i dervisci rotanti. Il suo compleanno è il 30 settembre. Rumi scrive della presenza del sacro nelle esperienze quotidiane con una sensuale bellezza e una profonda intuizione spirituale. la sua poesia è ammirata in tutto il mondo e, in America, è uno dei poeti più conosciuti. Uno dei suoi poemi più citati inizia così:
Se qualcuno ti chiedesse
com’è la perfetta soddisfazione
di tutti i tuoi desideri sessuali,
alza il viso, e di’, Così.
L’omoerotismo di Rumi è nascosto in piena vista. E’ noto che i suoi poemi sono stati ispirati dall’amore per un altro uomo, ma raramente se ne discutono le implicazioni queer. Non ci sono prove che Rumi e il suo amato Shams di Tabriz abbiano avuto una relazione sessuale, ma l’intensità del loro amore è innegabile.
Rumi è nato il 30 settembre 1207 in Afghanistan, allora parte dell’impero persiano. suo padre era uno studioso e mistico musulmano che, quando Rumi era bambino, scappò con la famiglia nell’Anatolia romana (odierna Turchia) per sfuggire all’invasione mongola. Il poeta visse qui la maggior parte della sua vita e la usò come parte del nome che si era scelto, che significava “romano”. Il suo nome completo è Jalal ad-Din Muhammad Balkhi-Rumi.
Suo padre morì quando Rumi aveva venticinque anni e gli lasciò in eredità il posto di insegnante in una madrassa (scuola islamica). Continuò a studiare la shariah (legge islamica) facendo conoscere le proprie fatwas (opinioni legali) e tenendo sermoni nelle moschee locali. Rumi praticò anche le basi del misticismo sufi in una comunità dei dervisci, asceti musulmani simili ai frati mendicanti cristiani.
Il 25 novembre 1244 Rumi incontrò l’uomo che avrebbe cambiato la sua vita: un derviscio errante di nome Shams di Tabriz (Shams-e-Tabrizi o Shams al-Din Muhammad), che veniva dalla città di Tabriz nell’odierno Azerbaijan iraniano. Si dice che egli avesse viaggiato per tutto il Medio Oriente chiedendo ad Allah di aiutarlo a trovare un amico che potesse “sopportare” la sua compagnia. La voce di una visione lo portò dove viveva Rumi.
Rumi, un rispettato studioso sulla trentina, stava tornando a casa da scuola cavalcando un mulo, quando fu avvicinato da un uomo più vecchio di lui in abiti cenciosi. Era Shams che afferrò le briglie e iniziò un dibattito teologico con lui. Alcuni dicono che Rumi ne fu così sopraffatto da svenire cadendo dal suo mulo.
Presto Rumi e Shams diventarono inseparabili. Passarono mesi insieme, persi in una sorta di comunione mistica ed estatica conosciuta come “sobhet” – parlando e guardandosi l’un l’altro così profondamente che, alla fine, non servivano più nemmeno le parole. Ignoravano ogni bisogno umano e anche gli studenti di Rumi, che diventarono gelosi. A causa di ciò nella comunità sorse un conflitto e Shams sparì improvvisamente – come improvvisamente era arrivato.
La solitudine di Rumi per la loro separazione lo portò a fare quello per cui è conosciuto ancor oggi: egli riversò la sua anima nella poesia e nelle mistiche danze rotanti dello spirito.
Alla fine Rumi scoprì che Shams se n’era andato a Damasco e scrisse delle lettere per pregarlo di ritornare. Le leggende raccontano il loro drammatico incontro. I due saggi caddero ai piedi l’uno dell’altro. In precedenza erano stati discepolo e maestro, ma adesso si amavano da eguali. Un racconto dice che “nessuno sapeva chi era l’amante e chi era l’amato”. Entrambi gli uomini sposarono delle donne, ma continuarono la loro intensa relazione, immersi in una comunione mistica. Di nuovo divampò la gelosia ed alcuni uomini complottarono per sbarazzarsi di Shams.
Una sera d’inverno, mentre era con Rumi, Shams sentì bussare alla porta sul retro e andò ad aprire. Scomparve e nessuno lo vide più. Alcuni pensano che fu ucciso.
Rumi ne fu profondamente addolorato. Cercò invano il suo amico e si perse in rotanti danze di compianto. Uno dei suoi poemi ci dà un’idea delle sue emozioni:
Danza quando sei squassato,
Danza, se ti sei strappato le bende di dosso.
Danza nel mezzo della battaglia.
Danza nel tuo sangue.
Danza, quando sei perfettamente libero.
Rumi danzò, pianse e scrisse poemi finché la pressione gli diede una nuova consapevolezza che gli fece scrivere: “La ferita è il luogo da cui entra la Luce”. La sua anima si fuse con il suo amato. Diventarono Uno: Rumi, Shams e Dio. Scrisse:
Perché dovrei cercarlo? Io stesso sono uguale a lui.
La sua essenza parla attraverso di me.
Ho cercato me stesso.
Dopo questo passo, da Rumi fluì una profonda poesia. Moltissimi scritti li attribuì a Shams. Il suo corpus classico è una vasta raccolta di poemi intitolata “Le opere di Shams di Tabriz”. Il governo turco rifiutò di sovvenzionare la traduzione dell’ultimo volume, che fu finalmente pubblicato nel 2006 con il titolo di The Forbidden Rumi: The Suppressed Poems of Rumi on Love, Heresy, and Intoxication. Era stato proibito sia per il suo contenuto omoerotico, sia perché promuoveva la “blasfemia” che, per fare esperienza di Dio, si doveva andare al di là della religione.
Rumi visse, ma soprattutto amò, ancora, dedicando poemi ad altri uomini da lui amati. Il suo secondo grande amore fu l’orafo Saladin Zarkub. Dopo la morte di Saladin, fu il suo segretario Husan Cheleb a diventarne, per il resto della sua vita, l’amato compagno. Rumi morì di malattia a sessantasei anni il 17 dicembre 1273. Subito dopo i suoi seguaci fondarono l’ordine Mevlevi, conosciuto come l’ordine dei dervisci rotanti, proprio a motivo danza che facevano per devozione a Dio.
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Questo post fa parte del GLBT Saints series di Kittredge Cherry e del suo Jesus in Love Blog dove sono presentati, nelle date più appropriate dell’anno, santi, martiri, mistici, eroi, divinità e figure religiose di speciale interesse per la comunità LGBT e i suoi sostenitori.
Testo originale: Rumi: Poet and Sufi mystic inspired by same-sex love