Felici, qui e ora. Le beatitudini per una persona queer
Riflessioni di Mario G., volontario del Progetto Gionata
Gesù è il Mosè perfetto. Lui sale sul monte, e dona al mondo il nuovo e dolce messaggio di Dio. Circondato dai discepoli e dalle folle, stanche e oppresse sia politicamente che religiosamente, Egli parla di felicità. Gesù vuole liberare tutti e tutte già ora dalle catene e dai macigni che rovinano la vita di ciascuno. Ma cosa possono significare le beatitudini per una persona queer*?
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei Cieli”
Le persone queer sono beate quando abbandonano inutili schemi e dottrine di chi si confonde nella superbia del suo cuore, costruisce castelli in aria e vi si chiude dentro come un re. Sono beate quando lasciano tutto ciò e trovano il nostro centro in Dio, che è con loro tutti i giorni, fino alla fine del mondo.
“Beati gli afflitti, perché saranno consolati”
Dio è con le persone queer nelle avversità. E’ con loro quando nascono in una famiglia omofoba e quando chi li circonda non rispetta la loro identità di genere. Dio soccorre chi è stanco e sfinito, risollevando chi soffre su ali d’aquila, ed è affianco a chi dona questo conforto. Chi le odia sta uccidendo il proprio cuore, la propria anima.
“Beati i miti, perché erediteranno la terra”
La beatitudine è delle persone queer, quando la loro mitezza è in grado di smascherare e scacciare l’odio e con il loro amore disarmano i loro avversari. La loro mitezza, che non è remissività ma amore per chi non ha ancora rinunciato alle illusorie certezze che lo bloccano, le rende esempio di Gesù, Colui che è pieno di grazia.
“Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati”
Dio è con le persone queer quando non possono vivere l’amore, non ricevono adeguate cure mediche o rischiano il licenziamento. Beate quando traggono da Dio la forza di sollevare la testa e reclamare la dignità che è stata loro ingiustamente tolta, la dignità inviolabile che ciascuno eredita direttamente da Dio.
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”
Il Signore è Dio di misericordia. Le persone queer riposano nel cuore di Dio quando riescono a superare il male che le circonda. Quando si rallegrano se chi prima li ha rifiutati riesce a togliersi i paraocchi che condizionavano il suo giudizio. La misericordia è la “traccia” che testimonia che siamo di Dio.
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”
La purezza non è una virtù infantile, o eterea e rarefatta. Il cuore, nel linguaggio biblico, è il nostro centro più profondo, la sede di tutto ciò che siamo. Noi siamo beati quando siamo fedeli a noi stessi e ai nostri sogni, e resistiamo a chiunque dica che noi non possiamo amare ed essere felici, e sconfiggiamo la morte del cuore.
“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”
La pace non è solo assenza di conflitti, ma la condizione che permette a ciascuna persona di realizzare pienamente se stessa e di vivere liberamente la sua vita. Gli attivisti e le persone, queer o no, che cercano di costruire ponti e s’impegnano nella politica per il bene di ciascuno, hanno lo Spirito di Dio nel cuore, lo Spirito che rende loro Suoi e Sue figlie.
“Beati i perseguitati a causa della giustizia, poiché di essi è il Regno dei cieli”
Tante persone queer muoiono. Non per cause naturali, per la fragilità della vita, ma uccise da chi pretende di conoscere tutto di Dio e di poter decidere come una persona possa essere felice. Sono martiri nascosti agli occhi delle Chiese, beati e beate come Gesù stesso perché hanno donato la loro vita perché altre persone possano vivere felici.
Saremo oggetto di scherno, diranno ogni sorta di male contro di Noi. Attaccati dai fondamentalisti e da chi, deluso, non comprende la fede di una persona queer. Cristo stesso fu coperto di menzogne dai pagani e dagli scribi, e rifiutato fino alla morte; ma Egli sconfisse il male con la sua sovrabbondanza di amore. Questi nuovi comandamenti non valgono solo per la fine della storia o per il “mondo che verrà”: per quanto il male di questo mondo non possa essere sconfitto definitivamente, Gesù ci invita a seguire la dolcezza delle beatitudini per essere felici anche qui e ora.
* Il termine Queer è un termine inglese dal significato di “eccentrico, strano”, usato come parola dispregiativa per riferirsi ai gay. Come nel caso del termine “nigger” per i neri, anche il termine “queer” è stato ripreso e positivizzato dagli attivisti che si battevano per i diritti dei gay e ne hanno fatto un termine usato per riferirsi a tutti coloro che non si vedono definiti dall’identità di genere etero.