Il mio ministero pastorale con le persone omosessuali
Riflessioni del pastore Philippe Auzenet del 13 febbraio 2010, liberamente tradotte da Dino
Sono passati quattro anni durante i quali quotidianamente porto aiuto a giovani cristiani che scoprono la loro omosessualità, e vivono un dramma, dato che non l’hanno scelta loro.
E per di più, devono nascondersi a causa del loro mondo interiore e vivere un martirio psichico. E che dire del cattivo trattamento di cui sono fatti oggetto dall’ambiente che li circonda, addirittura tra i cristiani!
Quando poi la Chiesa di Gesù Cristo dice loro che vivono nella maledizione e che li attende l’inferno, essi non ci capiscono più nulla e tutto questo li abbatte poiché molto spesso anch’essi non sono d’accordo con il loro orientamento sessuale.
Senza volerlo si sentono attratti dalle persone del loro stesso sesso, e non possono farci nulla. Noi dobbiamo dunque rivedere il nostro compito, noi cristiani, perché è attraverso l’amore e non attraverso la condanna che noi dovremo saper parlare ad essi.
E’ attraverso la pazienza e l’empatia.
Dire al proprio figlio “Tu sei un bugiardo, e sei come Satana che è il padre della menzogna, il fuoco del Cielo cadrà su di te se continui così” significa uccidere la sua fede: è un abuso spirituale.
Ma dirgli, stringendolo tra le braccia “Non va bene, hai mentito, ora ti mostrerò come dovrai comportarti la prossima volta, ti voglio bene” è molto più pedagogico e porta dei buoni frutti.
Nell’associazione Oser en Parler (Aver il Coraggio di Parlarne, al sito Internet http://www.oserenparler.eu), io propongo ai giovani omosessuali che credono in Dio un percorso di riflessione, di approfondimento, di comprensione che permetterà loro di fare meglio le loro scelte.
Ma la condizione basilare è quella di amarli come dei figli e delle figlie. Niente senza amore. E figuratevi che io li amo davvero e che sono loro a darmi tantissimo!
Spesso sono sensibili, aperti, pronti ad imparare da qualche persona competente che sappia parlar loro con saggezza!
Dire ad un omosessuale “Devi cambiare e diventare etero perchè hai addosso una maledizione” equivale a dire ad una persona che ha appena fatto un sogno erotico “Devi cambiare perchè hai addosso una maledizione, non sei altro che un impuro e gli impuri non entreranno nel Regno di Dio”.
Gesù è venuto a mostrarci una diversa forma di comprensione degli altri: l’amore incondizionato. Si ascolta, si comprende, si dà un aiuto efficace senza giudicare, e progressivamente si conduce al recupero dell’identità, dei pensieri e dei comportamenti.
Molti cristiani non l’hanno capito e fanno la guerra al peccatore invece di far la guerra al peccato. Lo sappiamo: “I cristiani spesso danno addosso agli altri cristiani che commettono peccati diversi dai loro, e li respingono”.
Se tuo figlio viene da te per dirti che è omosessuale, prendilo tra le tue braccia, amalo, e digli che continuerai ad amarlo e che l’aiuterai. Poi cammina con lui con amore, con pazienza e con bontà. Ma prima di tutto amalo.
E’ questo l’amore di Dio e non il fatto di dirgli che lui è sotto le folgori del diavolo e sotto la maledizione di Sodoma e Gomorra. La lettera uccide, ma lo spirito dà vita.
Amiamo i nostri amici omosessuali così come sono, amiamo i nostri amici etero che “mentono con la stessa facilità con cui respirano” così come sono, amiamo i nostri amici porno-dipendenti così come sono: allora Dio entrerà in azione e comincerà a ricostruirli attraverso la bontà che emana da noi.
Dio agirà per mezzo della Sua Parola poiché essa sarà data in un bagno d’amore.
Essa sarà recepita e diventerà attiva e feconda, nel momento in cui l’annunceremo in modo chiaro e senza compromessi.
Nel caso contrario noi ammazzeremo la fede degli altri servendoci della Parola di Dio! (vedere il racconto della tentazione di Gesù nel deserto, il diavolo manipola la Parola per ottenere il suicidio di Gesù).
C’è una grande visione, che è anche una sfida: aiutare i giovani cristiani che sentono il bisogno di affermare la loro omosessualità, ed offrir loro degli spazi di accoglienza e di condivisione. Essi rappresentano circa il 7% delle persone che vengono ad ascoltare il Vangelo.
Davanti a noi ci sono anni ed anni di lavoro, è una rivoluzione alla quale io chiamo tutti quanti! So che altri ci si sono dedicati prima di me, e li saluto, ma noi non siamo in numero sufficiente!
Gli amici, tre milioni di persone, ci stanno aspettando e noi non siamo che una manciata, e molto spesso non abbiamo il coraggio di parlare!
Siate tutti benedetti.
* Philippe Auzenet è un consigliere di ‘Oser en Parler’ e un pastore evangelico itinerante francese. Ha scritto il libro Parlons de l’homosexualité (Parliamo dell’omosessualità)
Testo originale: Mon ministère durant quatre années auprès des personnes homosexuelles