Cosa significa essere bisessuale e cristiano?
Riflessioni di Miriam Samuelson-Roberts* pubblicate su Queer Grace – Encyclopedia per Cristiani LGBTQ (USA), liberamente tradotte da Silvia Lanzi
Cos’è la bisessualità? Molti definiscono la bisessualità come un orientamento sessuale romantico, emotivo, e/o un’attrazione sessuale verso persone di più di un sesso o genere. Gli individui che si definiscono bisessuali hanno un ampio spettro di esperienze relative a questo tipo di attrazione.
Dal momento che la bisessualità è un orientamento, essa abbraccia sentimenti ed identità, e non solo i comportamenti sessuali. L’orientamento sessuale di una persona non cambia a seconda del genere di chi sta frequentando: ad esempio, una donna bisessuale che frequenta un’altra donna, non “diventa” gay o lesbica, ma rimane bisessuale.
Molte persone che si sentono attratte da entrambi i sessi, o generi, usano il termine bisessuale per descriversi, includendo, ma non limitandosi, a pansessuale, queer, omnisessuale, e fluido. Tutti questi termini hanno in comune l’attrazione per più di un genere. Rispettare e ascoltare la definizione che ognuno da del proprio orientamento sessuale è il primo passo per aiutarli a sentirsi sicuri e ben accetti.
Cosa significa essere bisessuale e cristiano? Essere bisessuale e cristiano significa che la persona in questione è, come tutte le persone di ogni identità di genere e orientamento sessuale, un figlio di Dio da Lui amato.
Essere bisessuale in una comunità può confondere, specialmente se questa non va oltre la dualità gay/lesbica ed etero. Per esempio, si accolgono volentieri riferimenti al “matrimonio gay”, ma questo cancella l’esperienza delle persone bisessuali. Di più, le diverse comunità di fede hanno a disposizione risorse educative diverse sulla bisessualità e quindi ne hanno gradi di conoscenza differenti. Se sembra che le comunità, o i singoli fedeli, siano sorpresi o confusi davanti ad una persona bisessuale, questo non significa che essi non possano comprendere la bisessualità e i modi in cui i bisessuali sono una parte integrante del Corpo di Cristo. L’esperienza di essere bisessuali e cristiani varia grandemente, ed ogni cristiano bisessuale definirà in modo diverso il proprio orientamento e la propria identità.
Essere bisessuale significa che non si può essere monogami? Un’idea sbagliata, e comune, è che i bisessuali, intesi come gruppo, non siano capaci di monogamia. Il reverendo Janet Edwards ha scritto del suo coming out come donna bisessuale, fatto quando aveva intorno ai quarantacinque anni e di un altro ministro di culto che, dal momento che si era dichiarata bisessuale pensava che, implicitamente, si fosse dichiarata anche non-monogama. La Edwards ha detto che per lei è stato un momento dirompente – aveva capito che gli altri interpretavano la sua bisessualità come una dichiarazione sul proprio comportamento sessuale, mentre in realtà era una dichiarazione circa la sua identità.
Uno studio della durata di dieci anni, fatto del Religious Institute’s Resource on Bisexuality, su donne che si dichiaravano bisessuali, mostrava che l’89% aveva una relazione monogama a lungo termine. Rispetto alla monogamia, le persone bisessuali, sono esattamene come quelle non-bisessuali. E’ importante ricordare che la bisessualità riguarda l’identità e non una serie di comportamenti sessuali precostituiti.
Quali risorse bibliche posso usare per pensare al mio essere bisessuale e cristiano? Un passo importante nel leggere la Bibbia e tutto ciò che le ruota intorno è usare l’ermeneutica,c he diventa la lente interpretativa attraverso cui si legge il libro sacro. Nessuno si accosta alle Scritture come una tabula rasa – tutti siamo formati dalle nostre esperienze, dall’educazione ricevuta e da altri fattori. La conoscenza del contesto è il primo passo per leggere responsabilmente la Bibbia.
Un modo di andare a fondo con un testo è seguire i principi della critica storica, che guarda ai testi biblici nel loro contesto storico e nel loro sviluppo nel tempo. La critica storica cerca di capire un testo alla luce di quello che l’autore avrebbe voluto dire originariamente e da dove tale testo ha origine, quali sono i suoi motivi letterari, come è stato conosciuto e i cambiamenti ad esso apportati nel corso della storia.
Un’altro utile modo di vedere, in particolare per le persone che leggono la Bibbia e sono interessati ad argomenti LGBTQ, è la critica biblica queer. Radicata nei concetti della teoria queer, essa cerca di interpretare i testi biblici in un modo che disgreghi l’esegesi tradizionale e dia una prospettiva nuova e meno rigida.
Un testo particolarmente rilevante per i cristiani bisessuali e per chi cerca di capire la bisessualità attraverso la lente della fede è Galati 3:28: “Non c’è più giudeo né greco, non c’è più ne schiavo né libero, non c’è più né uomo né donna, perché voi tutti siete uno in Cristo”. Molte persone in un contesto di fede pro-LGBT potrebbero aggiungere all’elenco “né etero, né queer”, implicando così che siamo qualcosa di più delle nostre differenze in ambito di identità sessuale e orientamento.
Il testo si può anche interpretare come un’abolizione della binarietà in generale, e l’affermazione dell’attrazione non-binaria romantica, emotiva e/o del tipo di sessualità con cui spesso si identificano i bisessuali. Molti cristiani lo interpretano anche come l’affermazione di chi si definisce transessuale.
Cosa possono fare le Chiese per essere più accoglienti con chi si identifica come bisessuale? Ci sono molte cose che i leader ecclesiastici, le congregazioni, gli amici e le comunità possono fare per rendere le chiese più accoglienti per quelli che si identificano come bisessuali. Ecco alcuni suggerimenti:
Create e coltivate un mondo che vada al di là della binarietà. I vangeli sono pieni di storie in cui Gesù rifiuta le prescrizioni e i modi di pensare del suo tempo. Interpretando come comunità un testo di fede, cercate definizioni non-binarie e andate al di là del pensiero “o/o”. Promuovere una cultura a suo agio con le cose nel loro complesso e la non-binarietà crea uno spazio sicuro per chi ha un’orientamento né etero né gay.
Siate attenti alla terminologia usata. Frasi come “persone gay e lesbiche”, “omosessuali” e “matrimonio gay” se usate in riferimento a tutti gli individui LGBT, possono contribuire all’invisibilità e alla cancellazione dei bisessuali. Mentre nelle comunità queer può variare il modo preferito di esprimersi, l’acronimo LGBTQ è più inclusivo dei termini appena citati ed è preferibile parlare di “matrimonio di persone dello stesso sesso” o di “matrimonio di persone dello stesso genere”.
Educatevi ad ascoltare le esperienze degli altri. Usate le risorse pro-LGBT per imparare qualcosa in più sulla bisessualità e, una volta fatto, sarete pronti all’ascolto dell’esperienza che altri hanno del loro orientamento sessuale. L’educazione non dà tutte le risposte, ma dà comunque un contesto da cui partire per capire cosa significhi essere bisessuali e creare così, nella propria congregazione, uno spazio di apertura e conoscenza.
Abbiate cura e sostenete le persone bisessuali. L’educazione alla bisessualità include l’educazione sui problemi che, percentualmente, affliggono chi è bisessuale. Come accompagnatori pastorali o laici, siate sicuri che la vostra lista di riferimento contenga materiale LGBTQ-friendly, e lavorate per sviluppare la comprensione dei complicati sentimenti coinvolti in ogni coming out. Uno studio del 2013 del Pew Research ha mostrato che solo il 25% di chi si identifica come bisessuale ha fatto coming out con le persone più importanti della propria vita. Conoscere questa realtà e prepararsi ad aiutare le persone che si svelano è importante per creare delle congregazioni sicure per tutte le persone LGBTQ.
Nelle vostre cerimonie religiose date particolarmente risalto alle diverse identità di genere e ai diversi orientamenti sessuali. Includete litanie, sermoni, musica, e altri elementi che sottolineino l’accoglienza di tutti i tipi di identità e di orientamento sessuale. Potrebbe essere una litania che celebri la bontà e la dignità di ogni persona, o un inno scritto espressamente per far sentire le voci LGBTQ.
*Miriam Samuelson-Roberts è una diplomata del 2015 della Yale Divinity School. Vive a Minneapolis, e si sta preparando all’ordinazione nell’Evangelical Lutheran Church americana.
Testo originale: What does it mean to be bisexual and Christian?