Insieme sulla strada di Emmaus per accogliere l’omosessualità nella vita cristiana
Riflessioni di Brigitte Le Sourn pubblicate sul sito della diocesi cattolica di Nantes (Francia) il 3 gennaio 2017, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il gruppo diocesano S’accueillir (Accogliersi), creato da monsignor James nel 2015 (ndr nella diocesi cattolica di Nantes in Francia), ha organizzato una marcia spirituale domenica 9 ottobre 2016, aperta a tutti i cristiani, in quanto accogliersi significa riceversi reciprocamente e camminare insieme, con le nostre differenze. Erano presenti più di una trentina di persone, dall’età molto varia (dai 22… agli 80 anni) e dai vari percorsi di vita: persone omosessuali, genitori di figli omosessuali, ex coniugi il cui marito o la cui moglie hanno accettato o scoperto la propria omosessualità dopo il matrimonio, e qualche amico venuto a condividere la marcia con noi.
La preghiera, la condivisione, l’ascolto delle testimonianze, la riflessione sui punti di attualità della dottrina della Chiesa e il desiderio di papa Francesco di accogliere incondizionatamente e misericordiosamente le persone omosessuali hanno ritmato la nostra marcia. Ecco apparire un nuovo porsi, un contesto di discernimento pastorale segnato dall’amore e dalla misericordia, che tende sempre alla comprensione, al perdono, all’accompagnamento, all’attesa e soprattutto all’integrazione (cfr. La gioia dell’amore di papa Francesco e i documenti del Consiglio Famiglia e Società della Chiesa Cattolica di Francia).
Le testimonianze delle sofferenze attraversate o da attraversare, di pace trovata o da trovare, di un orientamento sessuale non scelto ma da accettare, le realtà complesse e plurali, i germi della speranza di essere pienamente accolti sono stati tutti raccolti nella celebrazione eucaristica presieduta da monsignor James, una presenza confortante per chi ha potuto sentirsi sua figlia, suo figlio, giudicati o rifiutati dalla Chiesa. Il vescovo ha saputo farsi prossimo.
“Nulla nella mia vita personale mi aveva mai sensibilizzato a questa tematica, ma ora mi accorgo quanto questa missione mi abbia riportato in seno a quella Chiesa dalla quale mi ero allontanato. Ho accettato questa missione per combattere dei pregiudizi ancora troppo pesanti e troppo escludenti. Ho accettato questa missione per farmi prossimo di chi non è ancora riconosciuto per quello che è, così com’è, in tutte le dimensioni della sua vita, compresa la dimensione sessuale differente dalla norma.
Mi ponevo al centro di un atteggiamento di apertura e di carità voluto dal Papa e dal vescovo della nostra diocesi. Poco a poco, attraverso gli incontri con queste persone diverse da me, i momenti condivisi, le relazioni d’amicizia, sono stato invitato a decentrarmi. Non si tratta più di allargare il mio circolo di amore e di umanità ma di accogliere l’altro, quello strano, lo straniero, come un cammino di vita, un cammino di fede… cammini inattesi. Dio non manca certo di immaginazione e di astuzia per acchiapparci nei meandri delle nostre esistenze.
“L’altro, lo straniero, non è solamente colui che dobbiamo amare. È colui attraverso il quale passa Dio. È l’amore che ci viene a salvare.” (Olivier Bourion)
Testo originale: Chemin d’Emmaüs: S’Accueillir – Homosexualité et vie chrétienne