In Polonia suor Jeannine lancia un messaggio di uguaglianza per le persone LGBT
Articolo di Francis DeBernardo pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti), il 17 gennaio 2017, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
Mentre negli Stati Uniti molte persone si stavano dilettando con il tacchino e i suoi contorni lo scorso Giorno del Ringraziamento, la co-fondatrice di New Ways Ministry, suor Jeannine Gramick,stava invece festeggiando con pierogi (ravioli), golabki (foglie di cavolo stufate), kapusta (crauti) e babka (pane). Lungi dal non apprezzarla, onorava la tradizione e le sue radici celebrando in Polonia il Giorno del Ringraziamento.
Era stata invitata per una settimana ad alcune conferenze sui problemi dei cattolici LGBT, sponsorizzate da “Campaign Against Homophobia” organizzazione leader per l’uguaglianza delle persone LGBT e dai principali gruppi cristiani, “Faith and Rainbow” e “Tolerado”. La sorella ha fatto tre presentazioni pubbliche, rilasciato ben quattordici interviste a radio, TV e giornalisti, un ritiro per cristiani LGBT e ha parlato personalmente con un numero indefinito di polacchi, incluso il Segretariato Generale per l’organizzazione delle comunita delle suore del paese.
Viaggiando per le tre principali città polacche – Varsavia, Cracovia e Danzica – suor Jeannine ha lanciato il messaggio su cui sta insistendo da quarantacinque anni: Dio ama incondizionatamente le persone LGBT ed è compito della Chiesa rendere reale questo amore lavorando per la giustizia e l’uguaglianza.
Nella terra di origine di Giovanni Paolo II, i giornalisti naturalmente le hanno chiesto la sua opinione su entrambi i papi precedenti e su quello attuale. All’inizio quando fu eletto, ha detto, era entusiasta di Giovanni Paolo II. Si sentiva molto orgogliosa a causa del suo stesso retaggio polacco, ma questo entusiasmo si sgonfiò presto. Mentre chiedeva la giustizia nel mondo laico, si opponeva in modo adamantino a ogni discussione sull’ingiustizia presente all’interno della Chiesa. Di più non era d’accordo con la visione della sessualità del papa polacco, come la concepiva nei suoi discorsi sulla “Teologia del Corpo”.
“Penso che abbia sottolineato l’argomento giusto. Ha posto l’accento sul cuore, non sulla testa. Parlava spesso di dialogo e di conoscenza delle persone LGBT, anche se sosteneva che non avrebbe cambiato l’insegnamento della Chiesa (o la sua etica sessuale). Credo che prima sia più importante parlare con le persone così da poter poi aprire il nostro cuore. Il cambiamento (dell’etica sessuale) ci sarà dopo quello del cuore”.
In un’intervista con Kobieta.wp.pl, suor Jeannine ha raccontato cosa l’ha spinta ad occuparsi di questo ministero. Iniziò nel 1971, quando incontrò un ragazzo gay che aveva lasciato la Chiesa cattolica. Dopo molte discussioni con lui e i suoi amici, capì che i cattolici avevano bisogno di essere educati sulle vite delle persone LGBT. Spiega:
“Volevo dar voce a chi, nella Chiesa, non ne aveva. Credo che le persone LGBT, proprio come qualsiasi fedele, debbano avere diritto al loro posto in questa istituzione…
“Sono sempre stata interessata da quelli che la società trascura. Se si legge la Bibbia, si sa che Gesù è venuto a difendere gli emarginati. Un altro argomento, per me, è la coscienza. A volte essa ci guida a discostarci dalla gerarchia ecclesiastica… la sola cosa che ci dovrebbe interessare è amare ed aiutare gli altri”.
Alla domanda di Queer.pl sulle sue impressioni dei problemi LGBT in Polonia, suor Jeannine ha risposto:
“Sono molto sorpresa, positivamente, da quello che ho visto e delle esperienze che ho fatto qui in Polonia. C’è molto dibattito sulle persone LGBT. Tra i cattolici, preti compresi, ho visto molta accettazione. Stanno iniziando a capire che è un problema importante che riguarda i diritti umani”.
Ha notato che, negli Stati Uniti come in molti altri paesi, i cattolici laici appoggiano molto di più le persone LGBT rispetto alla gerarchia. Sente che “la gerarchia ecclesiastica è responsabile dell’amministrazione della comunità, ma dovrebbe sentire anche la responsabilità di ascoltare la gente”.
La “Campaign Against Homophobia” e la “Faith and Rainbow”, le due organizzazioni che hanno sponsorizzato il tour polacco di suor Jeannine, lo scorso settembre hanno lanciato una campagna di riconciliazione a livello mondiale. “Let’s Exchange a Sign of Peace” ha affisso tabelloni in tutta la Polonia, con disegnate due mani che si stringono: una regge un rosario, e l’altra porta al polso un braccialetto arcobaleno. Mentre i vescovi polacchi sminuiscono questo tipo di iniziative, i cittadini hanno risposto in modo abbastanza positivo; infatti la campagna è stata appoggiata da molte personalità e pubblicazioni cattoliche di spicco.
La serie di conferenze di suor Jeannine si sono basate sull’enorme lavori di queste organizzazioni e dei loro simpatizzanti — sforzi che lei pensa porteranno molte benedizioni. Quando le è stato chiesto della situazione attuale e del futuro degli Stati Uniti, ha risposto che, con la nuova amministrazione presidenziale, potrebbe essere più difficile far riuscire la missione ma, come i suoi amici in Polonia, lei sarà pronta a continuare il suo lavoro. Al Weekend.gazeta.pl, ha dichiarato:
“Questo lavoro proseguirà, perché i cuori e le menti dei sostenitori della comunità LGBT sono cambiati. Questi cuori e queste menti sono aperti. Non faremo passi indietro. Sarà molto difficile, ma possiamo farcela. Dobbiamo farcela”.
Testo originale: Sr. Jeannine Spreads Message of LGBT Equality in Poland