Svelatevi! Perché come giovane mussulmano gay combatto per i miei diritti
Testimonianza di Anas Chariai pubblicato su La Stampa del 7 febbraio 2017, p.12
Sono Anas Chariai, uno dei tanti figli della seconda generazione, nato da genitori analfabeti, ma cresciuto secondo i precetti dell’Islam. Il mio agnosticismo si è costruito gradualmente, assieme alla piena consapevolezza della mia omosessualità, che è avvenuta con tranquillità. Come tutti, anche io credevo di essere l’unico. Una minoranza nella minoranza.
È grazie al blog «Lgbtqi – Il grande colibrì» che conobbi Abdellah Taia, il primo scrittore arabo apertamente omosessuale. Mi ritrovai a difenderlo dagli attacchi omofobi, e nel farlo mi esposi al mondo e in quella nudità trovai la mia vera natura, quella dell’attivista. Si parla tanto e male di Islam, ma non si parla mai di noi seconde generazioni laiche Lgbtqi.
Un piccolo esercito latente, che non ha voce o non viene ascoltato. Che vuole partecipare al dibattito culturale, così come avviene in Francia, su Islam, laicità e diritti civili. Esistiamo. «Svelatevi» costa caro, svelarsi pesa. Ma se non ora, quando? È quindi giunto il momento di gridare per essere. È giunto il momento di esporsi e di firmarsi con il proprio nome, certo del fatto che sarà solo il primo di tanti altri.