In principio Dio separò i cieli e la terra (Genesi 1:1)
Riflessioni bibliche di Pierre Wyss* pubblicate sul mensile protestante Évangile et Liberté (Francia) nel settembre 2016, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
In questo primo racconto biblico della creazione in sette fasi il verbo “creare”, “bara” in ebraico, rientra nel campo semantico di “fare – costruire – elaborare”. C’è bisogno di ricordare che la traduzione da una lingua a un’altra non si riduce a un’equivalenza matematica tra i concetti della lingua di partenza e quelli della lingua d’arrivo? Se questo va ricordato per quanto riguarda le nostre lingue contemporanee di origine indoeuropea, bisogna assolutamente prenderne coscienza allorché il testo originale è vecchio di più di duemila anni e appartiene a un altro gruppo linguistico, nel nostro caso quello semitico.
Il verbo “bara” è un buon esempio di questa problematica. Oltre ai concetti prima citati di “creare – fare – elaborare”, il campo semantico di “bara” ha, in maniera forse sorprendente, la connotazione antitetica di “taglio – separazione”. A questo proposito A. Abécassis, pensatore ebreo contemporaneo, dà a “bara” il senso essenziale di “separare”.
Il senso positivo del separare
Il nostro spirito moderno concepisce aprioristicamente in maniera positiva tutto ciò che ha a che fare con il “fare – costruire – elaborare” e in maniera negativa ciò che riguarda il “separare”, che evoca le varie forme di rottura, con il dolore che portano con sé, e questo è tanto più vero nel campo religioso: pensiamo all’etimologia greca del “diabolos”, che significa “separatore”!
Così questo verbo “bara”, che rende alleate la creazione e la separazione, apre il lettore di Genesi 1 a una comprensione più sottile e stimolante del testo: “In principio Dio creò i cieli e la terra”. Rimanendo nella sola accezione del “fare”, per dirla in maniera sicuramente un po’ triviale, è come dire che il Creatore non ha fatto altro che incastrare due pezzi di Lego, uno blu su uno marrone! Invece, se leggo “In principio Dio separò i cieli e la terra”, il primo versetto della Bibbia diventa l’annuncio programmatico di tutto quello che seguirà. La separazione dei cieli e della terra significa l’emergere o la messa in luce di due entità irriducibili l’una all’altra: trascendenza e immanenza, divino e umano. Il redattore di questo poema non poteva certamente pensarlo al suo tempo, ma il lettore contemporaneo potrebbe benissimo aggiungere l’esempio della polarità “+ -” insita nella struttura intima della materia.
La separazione permette la relazione
Così, con sette parole ebraiche, tra cui “bara”, in questo primo versetto della Genesi il redattore ha posto il principio della polarità e della non-confusione, conditio sine qua non della vita. Dopo, nelle sette strofe che seguono, ci saranno lo sviluppo e il richiamo costante di questo principio iniziale.
La separazione degli elementi della creazione costituisce il fil rouge di tutto il testo. Nella successione degli atti creatori altri verbi prendono il posto di “bara”, che compare ancora al momento della creazione della vita animale. Curiosamente però, quando si tratta della creazione dell’uomo-donna, “bara” appare tre volte nello stesso versetto, il che dà l’impressione che il redattore dovesse sentire di camminare su un ghiaccio sottile nel parlare della prossimità tra il Creatore e l’umano, prossimità di fronte alla quale diventava più che mai necessario brandire il “bara” per rendere invalicabile lo spazio tra il divino e l’umano, per quanto tenue possa essere. L’idea religiosa, non di rado cristiana, del “Dio in noi” è completamente estranea al pensiero di Genesi 1.
Dulcis in fundo, l’ultima parola del testo è di nuovo “bara”! “Ecco il parto dei cieli e della terra nelle loro creazioni – separazioni”. All’opposto dell’idea diffusa della creazione come assemblaggio di elementi diversi, Genesi 1 concepisce l’azione creatrice divina come un vasto processo di distinzioni successive degli elementi, un grande setaccio nel tohu-bohu primordiale. La netta distinzione delle entità della creazione, agli antipodi della loro confusione, costituisce la creazione dello spazio necessario perché avvenga la relazione, motore della vita.
* Pierre Wyss è nato nel 1949. Dopo gli studi alla Facoltà di Teologia di Neuchâtel è pastore nei cantoni di Neuchâtel e del Giura. Biblista di vocazione, anima un gruppo di studio dell’ebraico biblico che lavora sui testi della Bibbia ebraica.