Il nome di Dio è misericordia, per questo ogni forma di amore vale la pena
Sintesi dell’intervento tenuto dalla teologa e biblista Maria Soave Buscemi* alla Veglia per superare l’omofobia e ogni discriminazione nella parrocchia Regina Pacis (Reggio Emilia, 14 maggio 2017), trascrizione tratta dal blog di don Paolo Cugini
Guardavo il cero pasquale, le candele che sono sempre così perfette. Sembrano sempre così belle. Nell’anno liturgico il cero pasquale si consuma. Possiamo guardarlo questo cero e si consuma. Siamo all’inizio, siamo al tempo di Pasqua. È grande, maestoso. È la luce dell’annuncio più importante della nostra vita: Gesù è risorto. La morte non ha più potere. Gesù è risorto. Le parole che ascoltiamo ci possono ferire oppure ci possono rendere gravidi di speranza, di fede. È uno dei luoghi dove l’amore si fa carne. Paolo ci dice: Benedite e non maledite. Questa sera siamo in questa chiesa, respiro di una parrocchia per testimoniare la fede fragile e piccola che ci rende forti nella debolezza: Gesù è risorto.
Lo facciamo da parrocchiani. Abbiamo ascoltato il profeta Isaia. La parola che accompagnava le comunità cristiane: parrocchia. Era il luogo dove venivano accolto tutte quelle persone a cui il potere romano e l’arroganza del tempio non assicuravano i pieni diritti. Tutte le persone senza diritti né civili né religiosi, erano chiamate parrocchiane. La parrocchia era il luogo che li accoglieva. Allarga lo spazio, sposta i paletti affinché ci sia sempre posto per tutti per tutte e per tutto senza nessuno escluso. Allarga lo spazio della tua tenda. Questa è Parrocchia. Gesù sulla croce ha aperto le braccia per accogliere tutti. Nessuno è escluso. Affinché tutti possano partecipare della resurrezione: questa è parrocchia. In questo tempo di cero pasquale che illumina ancora perché è tempo di Pasqua, la lettera ai romani ci dice una parola che è respiro fondamentale. San Tommaso ci diceva che è il principio.
Papa Francesco ce lo ricorda sulla sua pratica. Tra di noi c’è un principio che è il nome di Dio: misericordia. Vuole dire amare dal basso, fin dai piccoli. Amare chinandosi, amare svuotandosi. Amare per far posto. Misericordia. Vi chiedo di guardare alla vita di ciascuno per far tornare al cuore quel giorno in cui Gesù mi ha amato. Amore che è grazia. Cercatelo nella vita: vi è successo? Perché questa grazia che ci ha toccati ci fa stare umanamente veramente al mondo. È con questi occhi che guardiamo gli altri: il giorno della misericordia. Per questo papa Francesco l’ha scelto come motto del suo papato. Per misericordia siamo figli e figli dell’amore gratuito che nulla chiede. Non amiamo per essere amati, ma siamo amati gratis. Per questo nella nostra pochezza amiamo.
Mentre pregavo per questo momento di preghiera dicevo che devo raccontare una cosa. Sono missionaria laica da quasi 30 anni. In Brasile ho avuto in regalo la missione. Ho servito una diocesi per 20 anni. Un uomo, Macir, si è ammalato di AIDS ed era presbitero della diocesi. Si è talmente rattristato che nessun farmaco ha fatto effetto. Ci siamo trovati insieme e ci siamo chiesti: cosa facciamo? Abbiamo detto: lo curiamo noi. Tutte le comunità hanno fatto a turno giorno e notte per prendersi cura. Anche il vescovo era con noi.
Una sera prima di morire mi ha detto: “Dio ci ama tutti? Ama anche gli uomini che amano altri uomini e le donne che amano donne?”. A me è venuto in mente una poesia di Fernando Pessoa: “tudo vale a pena porque nossa alma nao è pequena”. Ogni forma di amore vale la pena perché la nostra anima non è piccola. C’è un respiro di anima che è tutto tessuto di corpo. È questa anima che siamo chiamati ad accogliere. Il nome di Dio è misericordia e per questo ogni forma di amore vale la pena e per questo benediciamo sempre, perché il suo nome è misericordia.
* Maria Soave Buscemi da vent’anni è missionaria laica fidei donum in Brasile, dove opera come educatrice e coordina la dimensione di studi di genere e di ermeneutiche femministe del Centro studi biblici (Cebi). Autrice di libri di lettura popolare della Bibbia, scrive per riviste biblico-teologiche latinoamericane come Ribla e per il mensile italiano Combonifem. È spesso invitata in Italia per animare sessioni di lettura popolare della Bibbia.