Le luci e le ombre nella Chiesa Cattolica sull’accoglienza delle persone LGBT
Articolo di Michael J. O’Loughlin pubblicato sul sito del settimanale cattolico America (Stati Uniti) il 18 maggio 2017, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Lo scorso mese il vescovo di Lexington, nel Kentucky, si è rivolto alle centinaia di cattolici LGBT e loro sostenitori nel corso del convegno nazionale di New Ways Ministry a Chicago con queste parole: “La vostra presenza costante nella Chiesa costituisce un’ispirazione per me e per molti altri”. Il vescovo John Stowe, O.F.M.Conv., ha riferito ad America (rivista cattolica USA) di avere accettato l’invito perché desiderava entrare in dialogo con questi cattolici che non sempre si sentono accolti dalla Chiesa: “Papa Francesco parla della cultura dell’incontro, che richiede di saper ascoltare. Nei cattolici gay e nelle cattoliche lesbiche della mia diocesi vedo un autentico desiderio di vivere la loro fede e di viverla all’interno di una Chiesa che non sempre li accetta e che li etichetta come persone disordinate”.
Monsignor Stowe non è certamente il primo vescovo a prendere la parola di fronte a un’assemblea di cattolici gay e cattoliche lesbiche, ma il suo punto di vista è emblematico dei recenti cambiamenti nel rapporto tra la Chiesa e la comunità LGBT. Il sostegno alle cause LGBT, incluso il matrimonio, negli ultimi anni ha visto un’impennata tra il laicato cattolico. Come affermano molti attivisti LGBT, questo in parte è dovuto alla sempre crescente visibilità di gay e lesbiche in America. Sempre più persone hanno famigliari e amici LGBT e sono quindi più inclini a sostenere le loro cause. “Ma chi sono io per giudicare?” è una delle frasi che meglio definiscono papa Francesco, lodato da molti cattolici per questa affermazione. A questo messaggio di inclusività sono seguite azioni concrete, come l’incontro con un uomo transgender in Vaticano e con una coppia gay durante la visita negli Stati Uniti del 2015.
Brian Brown invece, capo della National Organization for Marriage (Organizzazione Nazionale per il Matrimonio), ha detto ad America che chi vede nelle parole e negli atti del Papa un’edulcorazione del magistero cattolico sul matrimonio e la sessualità “interpreta in maniera fondamentalmente errata” il suo pensiero, citando come prova le sue aspre parole contro la teoria del gender, ovvero l’idea che le identità maschile e femminile non siano biologicamente determinate. Brown fa notare come i cattolici che frequentano settimanalmente la messa sono meno propensi ad approvare il matrimonio omosessuale rispetto a chi vi assiste meno frequentemente, tuttavia riconosce che la Chiesa dovrebbe fare di più e meglio per educare i cattolici nel magistero: “La gente ha bisogno di sapere non soltanto ciò che la Chiesa insegna, ma anche perché lo insegna. Nel magistero possiamo trovare un pozzo profondissimo di bellezza e verità antropologiche, filosofiche e teologiche e credo che non abbiamo fatto abbastanza per trasmetterlo alle generazioni più giovani”.
I vescovi statunitensi, nel rivolgersi ai cattolici e alle cattoliche LGBT e alle loro famiglie, hanno evidenziato aspetti diversi del magistero. Il cardinale Joseph Tobin, vescovo di Newark, ha detto a un gruppo cattolico LGBT che sarebbe stato “davvero il benvenuto” al pellegrinaggio nella cattedrale della sua città; il cardinale Blase Cupich, vescovo di Chicago, delegato al Sinodo sulla famiglia, raccontò nel 2015 dei suoi incontri con i cattolici omosessuali e del desiderio di capire il loro punto di vista; disse anche che chi intratteneva una relazione omosessuale poteva basarsi sulla sua coscienza nel decidere se ricevere la Comunione. Nello stesso periodo l’arcivescovo di Philadelphia Charles Chaput, anch’egli delegato al Sinodo, affermava che i gay e le lesbiche che non seguono l’insegnamento cattolico sulla castità non sono autorizzate a ricevere la Comunione.
Arthur Fitzmaurice, un cattolico di Atlanta che si batte per l’accettazione delle persone LGBT nella Chiesa attraverso conferenze e seminari, afferma che negli ultimi dieci anni “ci sono stati molti alti e bassi” in questo campo: “I laici cattolici generalmente accettano le coppie omosessuali e vogliono che la Chiesa sia uno spazio sicuro per loro, ma ci sono delle sacche di oppositori nelle zone dove le persone [LGBT] si sentono isolate”. Nonostante i cambiamenti a livello di cattolico medio, gli attivisti LGBT affermano che non sempre la Chiesa è accogliente. L’insegnamento secondo cui gli atti omosessuali sono “intrinsecamente disordinati” non è cambiato e solo lo scorso dicembre il Vaticano ha confermato la proibizione a diventare sacerdote a chi presenta “tendenze omosessuali profondamente radicate”. Altri fanno notare i regolamenti che proibiscono a gay e lesbiche di assumere ruoli chiave nelle parrocchie e i licenziamenti di impiegati apertamente LGBT nelle scuole e in altri istituti cattolici.
Margie Winters venne licenziata nel 2015 dal suo posto di coordinatrice dell’educazione religiosa in una scuola cattolica nei dintorni di Philadelphia dopo che un genitore si era lamentato del suo matrimonio con una donna. Winters ha dichiarato ad America che i licenziamenti simili al suo portano alcune persone ad allontanarsi dalla Chiesa, che viene privata della loro creatività, della loro energia e della loro fede: “Dovremmo occuparci del Vangelo, dovremmo occuparci dell’inclusione delle persone, vale a dire di ciò che ha fatto Gesù”.
Solamente tre mesi dopo il licenziamento, Margie Winters e sua moglie erano in mezzo alla folla che salutava papa Francesco durante una cerimonia nel giardino della Casa Bianca, un evento da lei descritto come “un privilegio incredibile”. Winters continua ad essere attiva nella sua parrocchia e spera che altri cattolici e cattoliche LGBT si sentano accolti nella Chiesa come lo è lei: “Come per ogni istituzione così grande e con una storia tanto lunga, ogni tipo di apertura è ben accetta, ma non mi aspetto che la Chiesa cambi da un giorno all’altro. Penso che papa Francesco, come altri che sono sulla sua lunghezza d’onda, stia cercando di cambiare tono e approccio pastorale verso le persone LGBT, ma la strada è ancora lunga”.
Testo originale: U.S. church wrestles with changing attitudes, pastoral practice toward L.G.B.T. Catholics