Il Vaticano, in sede ONU, ancora una volta non prende le distanze dall’omofobia. Perché?
Comunicato di Nuova Proposta di Roma del 23 marzo 2011
Noi di “Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali cristiani”, rimaniamo ancora una volta sgomenti nel leggere oggi l‘intervento di monsignor Saverio Tomasi, rappresentante della Santa Sede presso le Nazioni Unite, in occasione della sedicesima sessione dello Human Rights Council tenutasi ieri, 22 marzo 2011, sul tema dell’omofobia, in cui afferma che: “Gli Stati possono, e devono, regolare i comportamenti, inclusi vari comportamenti sessuali.
In tutto il mondo c’è consenso nelle società che alcuni tipi di comportamenti sessuali devono essere proibiti per legge. Pedofilia e incesto sono due esempi”.
E ancora: “Le persone sono attaccate per le proprie posizioni contrarie ai rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso.
Quando esprimono le proprie convinzioni morali o circa la natura umana, che possono anche essere espressione del proprio credo religioso, o manifestano opinioni su proclami scientifici, sono svilite e perseguitate. (…)
La verità è che questi attacchi sono violazioni dei diritti umani fondamentali e non possono essere giustificate per nessuna circostanza”.
Non possiamo rimanere che imbarazzati di fronte a queste parole espresse da un rappresentante autorevole di quella Chiesa di cui ci sentiamo tutti parte, come popolo di Dio in cammino.
A monsignor Tomasi dobbiamo in primis rico rdare, e purtroppo speravamo che non ce ne fosse più bisogno, che accomunare l’orientamento affettivo, incluso quello omoaffettivo, a comportamenti che esprimono perversioni, quali la pedofilia e l’incesto, è un abominio.
L’orientamento affettivo è parte integrante della personalità, e ne costituisce una componente inalienabile. Diverso è parlare di perversioni e di malattie.
Avvicinare queste due cose, fenomeno che troppo spesso si ritrova nei pronunciamenti di alcuni rappresentanti della Santa Sede, è fare violenza su tutte le persone che, ancora oggi faticosamente, cercano di realizzare un progetto di vita pieno, che includa l’affettività come terreno in cui esprimere il proprio potenziale di dono e di capacità di costruire insieme.
Non possiamo altresì non notare che nell’intervento di monsignor Tomasi ricorra in maniera ossessiva il termine “sexual”, come se si volesse confinare il tutto alla dimensione dell’a tto sessuale, tralasciando, invece, il molto più esplicativo termine “affettività” che caratterizza decisamente la personalità e la vita di ciascuno di noi: le persone oggetto di omofobia non lo sono perché mettono in atto dei comportamenti sessuali, ma semplicemente perché “sono omosessuali”.
A monsignor Tomasi, inoltre, non possiamo non ricordare come proprio l’espressione di quelle convinzioni, morali o religiose, contrarie all’omoaffettività, sia spesso arma letale che spinge all’uccisione o costringe al suicidio molte persone. Dobbiamo rammentare la recente morte di David Kato Kisule in Uganda, massacrato a martellate perché, sull’impeto di una propaganda omofoba messa in atto da alcuni rappresentanti evangelici, il suo volto, nome e indirizzo privato erano stati messi alla pubblica gogna in un popolare giornale locale.
Ma ricordiamo anche il fenomeno allarmante dei suicidi tra gli adolescenti gay negli Stati Uni ti, vittima del bullismo omofobico che non ha consentito loro di vedere una prospettiva nelle loro vite.
Chiediamo, infine, a monsignor Tomasi di citare esempi concreti della persecuzione di cui sarebbero oggetto persone che esprimano oggi posizioni contrarie all’omoaffettività e, soprattutto, se queste paventate persecuzioni siano in alcun modo paragonabili agli effetti disastrosi, sopra ricordati, dell’omofobia.
Con spirito di confronto e dialogo che da sempre caratterizza la nostra presenza e attività, rimaniamo a disposizione di monsignor Tomasi, e di ogni altra persona rappresentante l’Istituzione della Chiesa Cattolica, per un incontro di approfondimento sulla realtà omosessuale e sulla piaga dell’omofobia purtroppo sempre più dilagante.
Le donne e gli uomini di Nuova Proposta
Nuova Proposta, donne e uomini omosessuali cristiani
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