Cosa pensate delle processioni di riparazione per il Gay Pride? Parliamone
Riflessioni di Enrico su Gabriel Forum, la comunità di discussione per cristiani LGBT
Passata quella delle sentinelle (in piedi o sedute poco importa), la moda di quest’anno sono le “processioni di riparazioni al Gay Pride“. Dai ammettiamolo: la prima sensazione che abbiamo quando vediamo queste iniziative è di fastidio, seguito poi da un giustificatorio “sono dei bigottoni ridicoli“. E parlo delle reazioni che abbiamo noi credenti. Lasciamo perdere quelle degli atei.
Ma proviamo ad andare oltre queste reazioni a pelle. Proviamo ad andare oltre le talari, cotte, tricorni e immagini sacre un po’ kitsch e forse anche un po trash (non meno kitsch e trash di molti abbigliamenti del gay pride).
Qualcuno dirà: erano quattro gatti. Vero. Ma anche alle veglie di preghiera contro l’omofobia non è che fossimo molti di più. Leggiamo però le motivazioni della loro iniziativa:
«Lo scorso 24 giugno anche a Milano è sfilato il cosiddetto “orgoglio omosessuale” e noi cattolici non possiamo rimanere indifferenti anche se oggi molti lo considerano un diritto e non ci vedono nulla di male».
Fin qui, nulla di strano.
«In realtà – prosegue – siamo di fronte all’ostentazione e alla nobilitazione di atti e comportamenti che costituiscono un grave peccato che umilia e degrada la creatura più bella di Dio, cioè l’uomo, negando la bellezza dei sessi e cancellando la famiglia come comunione di differenze, immagine della Trinità, cioè dell’Amore vero. Per questo, nel giorno dei santi Pietro e Paolo, ci uniamo in preghiera e offriamo le nostre sofferenze unendole a quelle di Cristo, incarnato, morto e risorto per strapparci dal peccato e dalla morte».
Bhe, qui ci sarebbe molto da discutere: chi nega la bellezza dei sessi? chi vuole cancellare la famiglia? In che modo l’Amore vero della Trinità sarebbe riflesso solo nella “Famiglia Tradizionale” e perché non potrebbe esserlo in una “normale famiglia omosessuale“? Ringraziamo per il richiamo al sacrificio di Cristo, che ogni tanto è bene per tutti ricordare.
«Per amore di tutte le anime che a causa della cultura veicolata da questo evento, il “gay pride”, rischiano di perdersi e per tutte quelle che quotidianamente vengono ingannate e confuse, scendiamo nelle strade e invochiamo per loro e per tutti la salvezza di Dio»
Ecco, questo è il punto che mi fa riflettere: loro pregano per noi, per la nostra salvezza.
D’accordo, anche qui ci sono molte contraddizioni. la prima è che partono dal concetto che essere omosessuali sia un male a prescindere.
La seconda, secondo me ben più grave, è questa: loro pregano per le persone che si sono allontanate da Cristo. Ma quello di cui non si rendono conto, è il fatto che proprio per via di atteggiamenti come i loro, molte persone cresciute, almeno nell’infanzia, in un ambito cristiano, si sono poi allontanate dalla chiesa e dalla Fede, sentendosi disprezzati, rifiutati e offesi da altri cristiani, per via della propria omosessaualità.
Di questo ne abbiamo esperienza noi stessi in prima persona, o in amici che conosciamo. L’odio verso la chiesa, o addirittura verso Dio, è spesso più forte nelle persone che in qualche modo hanno fatto un’esperienza di fede.
Questa secondo me è la colpa più grave: il fatto che alcuni cristiani, con la pretesa di testimoniare la Verità, con i loro atteggiamenti oltranzisti non facciano altro che allontanare da Dio le persone, anziché avvicinarle. Questa cosa “grida vendetta”.
Inutile poi offendersi o lamentarsi per gli atteggiamenti anticlericali e anticristiani che vediamo nelle sfilate del pride. Certo, fanno male, sono offensive, ma dovrebbero essere un forte interrogativo per tutti: perché queste persone sono così lontane da Dio?
Un’altra critica che si può fare a queste processioni è che probabilmente molte persone non partecipano per pregare, ma più che altro per manifestare il loro fastidio e la loro intolleranza verso gli omosessuali, mascherandosi dietro le immagini sacre. Va anche detto che ogni persona ha la propria vita, e magari qualcuno di essi in passato ha avuto brutte esperienze (di qualsiasi tipo) con persone omosessuali, da cui ecco il loro disprezzo (in parte almeno comprensibile, se non giustificabile).
Resta però il fatto che queste persone, almeno nelle intenzioni, abbiano pregato per noi.
So che molti di voi non saranno d’accordo. Ma credo che noi, come cristiani, non dovremmo mai sottovalutare la forza della preghiera. Penso che i “loro” rosari un po’ naif, davanti a Dio abbiano lo stesso valore delle “nostre” veglie (per le vittime dell’omofobia).
Penso che come cristiani, è nostro dovere non disprezzare questi nostri fratelli, pur criticandone l’atteggiamento. Sarebbe bello se si cominciasse, da parte di tutti, una strada per il dialogo, per trovare i punti di incontro che sono alla base del nostro Credere, per imparare a parlarci come fratelli, non come avversari o – peggio – nemici.
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