I doni differenti delle persone LGBT nella chiesa
Testo del gesuita James Martin* tratto dal suo libro Building a Bridge, ed. HarperCollins (USA), giugno 2017, libera traduzione di Diana
Nella Prima Lettera ai Corinzi, San Paolo presenta un’immagine della Chiesa i cui membri contribuiscono tutti al suo funzionamento. Ognuno di noi porta doni differenti alla Chiesa, indipendentemente da chi siamo. Alcuni di noi potrebbero avere un talento nell’organizzare e potrebbero aiutare a preparare eventi. Altri potrebbero avere un talento per la musica ed aiutare nei canti liturgici.
Altri amano la teologia e la usano per spiegare agli altri la loro fede. Tutti noi formiamo il “Corpo di Cristo”, un’immagine tradizionale della chiesa. Notate anche come San Paolo focalizza le parti del corpo “meno onorevoli”. Talvolta le persone LGBT, tragicamente, vengono considerate in questo modo, ma, come dice Paolo, sono proprio queste persone che meritano un maggiore rispetto.
Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito. Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra.
Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. E se l’orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo. Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l’udito? Se fosse tutto udito, dove l’odorato? Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto. Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo. Non può l’occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi». Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie; e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza, mentre quelle decenti non ne hanno bisogno.
Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre. Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. (1 Corinzi 12, 12–27)
Punti su cui riflettere
- Che doni portate alla Chiesa? Potete ringraziare Dio per questi doni?
- Avete esercitato questi doni?
- Qualcuno vi ha mai impedito di esercitare questi doni? Potete esprimere a Dio come vi sentite a riguardo?
San Paolo dice che le “membra” del corpo (o Chiesa) meno rispettate, dovrebbero essere maggiormente onorate. Questo ha senso per voi? - Quali doni altrui nella Chiesa vi hanno aiutati ad avvicinarvi di più a Dio? In altre parole, chi vi ha aiutato nel vostro cammino?
- Per famiglia, amici e sostenitori delle persone LGBT: le persone LGBT hanno portato i loro doni nella vostra vita e nel vostro ministero? Come riconoscete questi doni? Il vostro ministro ha perso questi doni per pregiudizi? Cosa fareste per migliorare questi pregiudizi?
* James J. Martin, nato il 29 Dicembre 1960, è un sacerdote gesuita, scrittore e redattore della rivista dei gesuiti America ed ha all’attivo numerosi libri in cui affronta i temi posti dalla fede nella vita quotidiana. Vive negli Stati uniti in una Casa per Gesuiti nel cuore di Manhattan. Il 12 aprile 2017 Papa Francesco lo ha nominato consulente Vaticano del Segretariato per le Comunicazioni.