100% Me. Il mio viaggio nell’accettazione dell’omosessualità
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Articolo pubblicato sul sito Smart Gay Life, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Nella sua comunità indiana tradizionalista, in Canada, Daniel Pillai non riusciva a sentirsi a suo agio: “Non riuscivano ad accettarmi per quello che ero, per quello che facevo. Non potevo passare inosservato”. Daniel racconta di avere passato l’infanzia “in un’atmosfera conservatrice”, circondato dalla sua comunità indiana; lì la sua personalità e il suo modo di comportarsi venivano considerati femminili dai membri della sua famiglia allargata, dove il suo amore per le attrici di Bollywood era considerato anormale. A scuola subiva spesso atti di bullismo e veniva chiamato con disprezzo “he/she” (lui/lei).
Identità e accettazione
“Feci mio molto di quel bullismo. Diventai timido e introverso” dice nella sua intervista con Smart Gay Life. È difficile oggi immaginare Daniel, un giornalista di intrattenimento con quasi mille iscritti al suo canale YouTube, come un “introverso”: in effetti, il viaggio per diventare la persona che è oggi, verso l’accettazione e l’affermazione di sé, è stato lungo.
Daniel ha creato un progetto fotografico che mira a esplorare il genere e la sessualità e a promuovere l’accettazione di sé e la positività. Il progetto He/She, che vede alcune fotografie di Daniel accompagnate da citazioni sull’amore per se stessi e l’affermazione di sé, è il suo modo di evidenziare la sua strada verso l’autoaccettazione e per dare un’ispirazione ad altri che devono affrontare lo stesso rifiuto e lo stesso bullismo del suo passato.
Diventare noi stessi, veramente
“Da giovanissimo non ho mai avuto una guida, qualcuno a cui guardare. Non avevo davanti a me nessun esempio positivo.” Il progetto He/She offre a Daniel un’opportunità unica per diventare un punto di riferimento per le generazioni più giovani: “Prima non avevo mai pensato alla possibilità di avere una tale responsabilità, ma quando sei un personaggio pubblico finisci per influenzare la vita degli altri. Ci ho messo un po’ a capire che potevo essere una figura a cui guardare come esempio”. Il progetto è fortemente impastato con le personali esperienze di Daniel e forse è per questo motivo che ha colpito tanto il pubblico: “Sono in continuo cambiamento, le mie esperienze mi formano giorno dopo giorno e volevo che il progetto riflettesse tutto questo”.
Se l’essere chiamato “he/she” durante l’infanzia ha sicuramente avuto il suo influsso sul progetto, Daniel fa subito notare come il bullismo sia molto peggiorato: “I ragazzini sanno essere crudeli. Una volta si poteva scappare a casa, ma oggi esiste il bullismo online, sui social media”. Facendo conoscere al mondo il progetto He/She Daniel spera che i giovani che si sentono emarginati possano iniziare il lungo e difficile viaggio verso l’amore di sé.
Il futuro del suo progetto
Inizialmente Daniel considerava il progetto He/She un’idea a breve termine: pensava di fare qualche foto, accoppiarle con una citazione e poi passare ad altro: “È stato per me una terapia personale, una guarigione. Era un progetto egoista, poi ho deciso di condividerlo”. Infatti il progetto ha rischiato di non essere divulgato affatto dopo la sparatoria di Orlando: “Dopo la sparatoria non ero più molto sicuro. Ero preoccupato perché, se avessi pubblicato il progetto, i miei cari ne avrebbero sofferto le conseguenze, mi avrebbe reso vulnerabile”.
Poi Daniel ha capito che la sua vulnerabilità e la sua disponibilità a offrirsi al pubblico erano parte integrante del viaggio: “Capii che ci voleva coraggio a essere vulnerabili”. La risposta è stata “sorprendente” e perlopiù positiva: “Molta gente mi ha contattato per dirmi che il progetto è stato importante per loro. Un ragazzo indiano mi ha detto di essere stato cacciato dalla sua famiglia e le mie fotografie lo hanno aiutato molto nell’elaborazione dei suoi sentimenti”.
Il viaggio verso l’affermazione
Quali saranno i prossimi passi del progetto He/She? Per ora Daniel ha reso disponibile il libro fotografico da scaricare in PDF sul suo sito ed un video sul suo canale YouTube ci porta dietro le quinte del suo lavoro: “Mi piacerebbe che questo progetto andasse al di là di me. Il libro costituisce un viaggio dal bullismo all’affermazione di sé e trasforma il termine “he/she” da insulto a parola positiva”. Ascoltando i suoi fans, Daniel ha capito che il progetto può ottenere molto di più: “Sono molto felice di sapere che il progetto è stato positivo per molta gente che non conosco personalmente”. Anche se non si sa quale sarà la prossima fase del progetto He/She, Daniel ha già avuto un’influenza positiva su centinaia di persone. Non vediamo l’ora di assistere ai prossimi sviluppi di questo viaggio verso l’amore e l’affermazione di sé.
Il progetto He/She può essere consultato su www.danielpillai.com
Testo originale: DANIEL PILLAI’S HE/SHE PROJECT