Negli Stati Uniti sempre più parrocchie accolgono pubblicamente i cattolici LGBT
Articolo* di Robert Shine pubblicato su Bondings 2.0, blog dell’associazione cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 29 luglio 2017, libera traduzione di Silvia Lanzi
Vent’anni fa, New Ways Ministry pubblicava la prima lista di “parrocchie gay-friendly”, di comunità cattoliche che avevano iniziato ad accogliere gay e lesbiche. La lista si componeva di 33 parrocchie in 14 stati USA e nel District of Columbia ed includeva anche sette college con comunità di studenti cattolici gay-friendly. In totale oggi le parrocchie sono più di 200, e l’altra lista, quella delle “università cristiane e dei college gay-friendly” ne conta più di duecento.
Il defunto padre Robert Nugent, co-fondatore di New Ways Ministry, aveva iniziato la lista sulla base dei contatti che aveva con sacerdoti e unità pastorali che cercavano di raggiungere i cattolici LGBT. In molte di queste parrocchie c’erano stati incontri dello stesso padre Nugent e di suor Jeannine Gramick, anche lei fondatrice di New Ways Ministry.
Padre Nugent, che per molti anni aveva lavorato nelle parrocchie, voleva renderle posti dove gay e lesbiche cattolici si sentissero i benvenuti e potessero partecipare alla vita della comunità. Aggiornare la lista era un modo per mostrare ai cattolici che il movimento di accoglienza dei cattolici LGBT stava crescendo. C’erano altri motivi per cominciare questa lista: faceva sapere alle varie parrocchie di non essere sole nei loro sforzi. In più, così potevano tenersi in contatto e aiutarsi nella loro opera. E, per finire, serviva ai cattolici LGBT per trovare una comunità dov’erano i benvenuti.
Recentemente la lista ha avuto un paio di “spintarelle” quando padre James Martin l’ha pubblicata, sulla sua pagina Facebook, chiedendo ai suoi lettori di suggerirne altre che conoscevano, ed il giornale cattolico The National Catholic Reporter l’ha pubblicizzata sul suo blog “Field Hospital”, che si occupa di vita parrocchiale. Padre Nugent ha messo insieme questa lista grazie al passaparola. Vent’anni più tardi, è nello stesso modo che New Ways Ministry viene a sapere di nuove parrocchie gay-friendly.
Nell’articolo del National Catholic Reporter, il direttore esecutivo di New Ways Ministry Francis DeBernardo ha spiegato come viene a sapere delle aggiunte: “È la gente che ce lo dice”. DeBernardo continua spiegando la composizione della lista: “Per farne parte, le parrocchie devono accogliere pubblicamente i gay cattolici, dandone notizia nei loro bollettini o con un progetto aperto a loro e ai loro famigliari”. “Sappiamo che la nostra lista non è esaustiva’ dice DeBernardo. Ci sono molte altre parrocchie in cui i gay cattolici se sentono a casa. Ma il nostro criterio di inclusione è l’accoglienza pubblica. “Deve essere più di qualcosa che, seppur tacitamente, sanno tutti’“. Sa che, anche se la lista non è completamente affidabile, è molto vicina ad esserlo:
DeBernardo non può garantire che la lista sia accurata al 100%. Ma dice che lo è quasi. A volte, può darsi che un sacerdote, un catechista o un responsabile della pastorale debbano lasciare la parrocchia e quella chiesa, di conseguenza, diventa meno accogliente. “Ma capita raramente” dice DeBernardo. “Una volta detto, è difficile rimangiarsi la parola”.
DeBernardo pensa che il recente aumento di parrocchie gay-friendly sia il risultato dell’influenza di papa Francesco: “Ho visto che molte parrocchie diventano più coraggiose. Le persone mi raccontano di sentirsi più libere in tal sens”. ” anche il papa ha dato un esempio ragguardevole. Essere una parrocchia cattolica gay-friendly adesso non sembra più una contraddizione”.
Quando per la prima volta New Ways Ministry pubblicò la lista nell’estate del 1997 sul bollettino cartaceo Bondings, essa era accompagnata da un articolo della The Maryland Gazette sulla parrocchia di St. Bernadette di Severn, nel Maryland, che aveva inaugurato una pastorale per i gay. Nei propositi del gruppo, erano citate le parole del fondatore: “Ci vediamo come una comunità accogliente e contro la discriminazione”.
Queste le parole di Ann McDonald, una delle responsabili della pastorale. “Non pensiamo di fare nulla di radicale”, aggiungeva “La Chiesa cattolica ha fatto forti dichiarazioni contro di loro’ affermava, ‘Si tratta di persone che abbiamo ostracizzato”
Vent’anni dopo, il gruppo di St. Bernadette è vivo e vegeto e, come i molti altri gruppi della lista, sta ancora accogliendo persone LGBT, alla faccia dell’ostracizzazione. Fateci sapere se conoscete una parrocchia gay-friendly, fornendone il nome, la città, lo stato e il sito web.
Cliccate qui invece per leggere degli articoli riguardanti la pastorale con le persone LGBT.
Testo originale: CATHOLIC LGBT HISTORY: Gay-Friendly Catholic Parishes List Is Published