300 leader evangelici si schierano a favore delle persone LGBT
Articolo di Marta D’Auria pubblicato sul sito del settimanale evangelico Riforma il 1 settembre 2017
Sul controverso terreno delle questioni etiche ormai ci si confronta a suon di documenti. Ieri oltre 300 responsabili di chiese cristiane, tra cui decine di chiese americane pro-gay, hanno firmato la dichiarazione dal titolo «Cristiani Uniti», nella quale si afferma che «ogni essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio e che la grande diversità espressa nell’umanità attraverso il nostro ampio spettro di sessualità e identità di genere è un perfetto riflesso della grandezza del lavoro creativo di Dio».
La dichiarazione è stata elaborata in risposta alla «Dichiarazione di Nashville», manifesto firmato da più di 150 leader evangelici che riafferma l’insegnamento cristiano conservatore secondo cui qualsiasi altra unione al di fuori del matrimonio eterosessuale è peccaminosa e che «è peccato approvare l’immoralità omosessuale o il transgenderismo e che tale approvazione costituisce un allontanamento dalla fedeltà e dalla testimonianza cristiana».
Il documento, pubblicato martedì scorso, è stato elaborato nel corso della Conferenza annuale della Commissione Etica e Libertà Religiosa della Southern Baptist Convention (Sbc) che si è svolta a Nashville. Tra i firmatari: Steve Gaines, presidente della Southern Baptist Convention; Russell Moore, presidente della Commissione Etica e Libertà religiosa della Sbc; Albert Mohler, preside del Southern Baptist Theological Seminary, e Tony Perkins, presidente del Family Research Council.
La dichiarazione «Cristiani Uniti» promuove invece un messaggio di inclusione in nome della fede cristiana. In essa si legge: «In ogni generazione ci sono coloro che oppongono resistenza alla guida dello Spirito in vari modi, aggrappandosi ai dogmi e alle tradizioni che lo Spirito ci chiama a ripensare e riformare. Nel corso della nostra storia, coloro che si sono lasciati guidare dal lavoro santificatore dello Spirito Santo si sono spesso trovati inizialmente esclusi, emarginati e demonizzati da alcuni che si trovavano all’interno delle istituzioni cristiane ufficiali. Nel XXI secolo noi crediamo che la Chiesa si trova ancora una volta sulla soglia di una nuova riforma, in cui lo Spirito Santo ci invita a tornare alle Scritture e alle nostre tradizioni per riesaminare i nostri insegnamenti sulla sessualità umana e sull’identità di genere».
La dichiarazione, che si sviluppa in dieci «articoli», in conclusione afferma: «Contestiamo che Cristo rifiuti dal suo abbraccio amoroso alcuna persona a causa della sua sessualità o identità di genere. Contestiamo anche che l’omosessualità, la bisessualità, la sessualità queer, l’identità trans, l’asessualità o qualsiasi altra identità queer siano peccaminose, distorte, o al di fuori del progetto creato da Dio».
Jayne Ozanne, membro del Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra e tra i firmatari, in un’intervista rilasciata a Christian Today, ha detto: «Penso che sia molto significativo il fatto che entro poche ore dalla pubblicazione della Dichiarazione di Nashville, «Cristiani Uniti» abbia raggiunto il doppio delle firme da parte di leader della chiesa che sottoscrivono un documento molto più amorevole e inclusivo che abbraccia la comunità LGBTI. Sfido le persone a leggere entrambe le dichiarazioni, a vedere quale rifletta la larghezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Dio per tutta la creazione, e a considerare quale sia più profetica e coraggiosa in un mondo sempre più alimentato dalla paura e dall’odio».