La lotta di Ludovic Mohamed Zahed per un islam inclusivo con le persone LGBT
Intervista di Joan Charras Sancho a Ludovic Mohamed Zahed pubblicata sul sito L’accueil radical – Risorse per una chiesa inclusiva (Francia) il 15 aprile 2017, libera traduzione di Marco Galvagno
Ludovic Mohamed Zahed è un precursore in ogni cosa: primo musulmano gay ufficialmente dichiarato, primo gay musulmano ad aver fatto un matrimonio religioso con copertura mediatica, il primo ad aver fondato un’associazione di gay musulmani, ma la lista potrebbe essere ancora lunga. Ludovic è un ricercatore plurilaureato, ma anche un credente mussulmano impegnato che risponde positivamente alle proposte religiose che gli vengono fatte, nonostante gli ostacoli e le difficoltà per accoglierle radicalmente.
Ludovic sei conosciuto dai mass media francesi, ti chiamano l’imam gay come ti definisci e quali sono i tuoi ambiti di competenza?
Sono un imam, dottore in scienze sociali e umane (antropologia, psicologia) sono direttore di settore delle edizioni Calem e sono stato il fondatore e il portavoce dell’associazione omosessuali musulmani francesi HM2f.
Hai accettato d’intervenire durante la giornata di formazione al dialogo interreligioso e inclusivo della parrocchia di Saint Guillaume a Strasburgo, cosa desideravi portare e come l’hai vissuta?
Durante questa giornata di dialogo ho voluto ricordare il fatto che islam, in arabo, significa pace. È una forma grammaticale che fa riferimento a un processo in divenire basato sulla conoscenza di sé, degli altri e il rispetto pro attivo della diversità. Di conseguenza la conoscenza dell’islam, in particolare la rappresentazione che tentano di darne le nuove teologie islamiche può contribuire a combattere pacificamente l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia, la transfobia, incoraggiando ogni individuo a trovare in se stesso e nella religione l’interpretazione più giusta del messaggio divino per l’umanità. In questo la conoscenza della teologia islamica della liberazione, ed in particolare l’apporto degli attivisti o intellettuali glbt o femministi, può apportare a questa materia un plusvalore per la coscienza umana. In una parola, il Tawid islamico può permettere agli individui che appartengano a una minoranza sessuale o no, di vivere meglio e di accettarsi, l’islam non è un fattore di oppressione, bensì di emancipazione.
L’islam, al momento della sua venuta, fu una e vera propria rivoluzione incessantemente rinnovata, lo è ancora per noi oggi che lo descriviamo, perché bisogna utilizzare categorie tassonomiche anche se riduttive,come quela dei musulmani-e progressisti-e. La tradizione della itijihad noi la rivivifichiamo. Il profeta dell’islam a suo tempo non aveva già detto “In relazione ai profeti, miei predecessori io sono come una persona che ha costruito una casa bella e l ha abbellita. Solo il posto di un mattone è rimasto vuoto. I visitatori che contemplando la bellezza dell’edificio dicono: “Peccato perché non hanno messo quel mattone?. Ma quel mattone sono il sigillo dei profeti (Bukkarl e Muslim).
L’esempio dell’armonia divina nella sua creazione non viene forse racconta nel Corano? “O genti del libro giungete a una parola comune tra noi e voi: che adoriamo un solo Dio senza associargli nulla e che non ci costituiamo signori gli uni sugli altri al di fuori di Dio” Poi voltano le spalle e dicono “ Siate testimoni che noi siamo in pace” (Corano 3- 64). Ci sono ugualmente celebri versetti del Corano che invitano alla pace tra tutti i popoli “O umani noi vi abbiamo creato da un principio maschio e da un principio femminile e vi abbiamo ripartiti in popoli e tribù perché facciate conoscenza tra voi. In verità il più meritevole tra voi presso Dio è il più pio, Dio è omnisciente e informato. E anche “tra le genti del Libro c’è una comunità retta che durante la notte recita i versetti del Corano prosternandosi. Credono in Dio e al giorno del Giudizio Universale, ordinano le cose corrette, vietano le cose degne di biasimo e concorrono alle opere buone. Questi sono tra le persone buone. E qualunque bene facciano non sarà loro negato, poiché Dio conosce bene i pii” (Corano 3- 113- 115).
Inoltre c’è un versetto che collega ugualmente la conoscenza degli esseri umani (dunque le loro differenze) alla ragione stessa della creazione dell’umanità che da allora viene vista come migliore degli angeli, i quali tuttavia vengono definiti nel Corano come il sinodo sublime di Dio.
“Poi venne il giorno in cui il tuo Signore disse agli angeli “ Istallerò un tuo rappresentante (khalifa) sulla terra E gli angeli “ manderai qualcuno che farà regnare il male e provocherà spargimenti di sangue? Mentre noi cantiamo la tua gloria e celebriamo le tue lodi?”. Il Signore rispose loro “ Ciò che so oltrepassa la vostra comprensione. E insegnò ad Adamo tutti i nomi, poi lo presentò agli angeli dicendo loro “ Fatemi conoscere i nomi di tutti gli esseri per dimostrare che siete più meritevoli di Adamo e gli angeli replicarono “ Gloria a te, noi sappiamo solo quello che ci hai insegnato. In verità tu sei omnisciente e saggio”.
Dio disse allora “O Adamo insegna loro i nomi delle cose e dopo che Adamo li ebbe istruiti, Dio aggiunse. “Non vi avevo forse avvertiti che conosco i segreti del cielo e della terra così come i pensieri che divulgate e quelli che tenete per voi? E quando dicemmo agli angeli prostratevi davanti a Adamo lo fecero tutti tranne Satana che si rifiutò per orgoglio e fu così anche per gli infedeli. (Corano 2- 30- 34).
Un altro versetto ci insegna che la luce della conoscenza divina non è ne a oriente, né a occidente. Dio è la luce dei cieli e della terra e il simbolo della sua luce sarebbe un focolare dove si troverebbe una lampada custodita in un recipiente di cristallo che brilla come un astro splendente, la sua luce proverrebbe da un ulivo benedetto, che non è ne a oriente, ne a occidente, il suo olio spanderebbe il suo chiarore senza aver toccato nessuna scintilla, dando così luce su luce. Dio guida verso la sua luce quelli che vuole e propone parabole agli uomini, dato che la sua scienza non ha limiti.
Per me il Corano, qualunque cosa se ne pensi altrove, appare come un libro che invita alla pace tra i popoli (islam vuol dire pace in arabo, che ci incita a capire che le nostre diversità sono una ricchezza e che la conoscenza è fondamentalmente e intrinsecamente legata all’accettazione di queste differenze: alla fine il Corano ci dice che il migliore tra di noi è quello che sarà più disposto ad accettare il progetto che Dio ha per l’umanità.
Conosci il libro l’Acceuil Radical e sai che il tuo lavoro ha ispirato alcuni dei suoi autori? Cosa pensi del libro e della teologia vietata?
Sono stato particolarmente felice di trovare echi di questa accoglienza inclusiva nelle nostre comunità nel libro. Io predico un islam inclusivo, in opposizione all’islam esclusivo. È una parola che mette davanti il fatto che secondo noi per natura, una religione di pace e universale come l’islam, include nel suo seno l’insieme degli esseri umani senza distinzioni di razza, colore della pelle, sesso, genere, o orientamento sessuale.
Nonostante la tua malattia brulichi di idee, puoi presentarci i tuoi progetti attuali e futuri.
Il mio progetto prossimo è la pubblicazione per le edizioni Calem della mia tesi di dottorato in antropologia della religione, che tratta il modo in cui le persone, che sono discriminate in base da una rappresentazione fascista della religione, producano meraviglie in termini di identità ibride e spiritualità alternative, universali e inclusive.
Testo originale: Ludovic Mohamed Zahed : Pour un Islam inclusif!