Ignorate chi giudica voi e i vostri figli LGBT
Testo tratto dal libro di Susan Cottrell*, “Mom, I’m Gay”. Loving Your LGBTQ Child without Sacrificing Your Faith (“Mamma sono gay”. Come potete amare vostro figlio Lgbtq senza sacrificare la vostra fede), paragrafo 32, editore Westminster John Knox, edizione riveduta, Maggio 2016, libera traduzione di Diana
“Io mi trovo meglio sapendo che la maggior parte dei miei “amici” non condivide il mio punto di vista e si è allontanato da noi perché Emily è lesbica e non se ne vergogna. Ma se Emily non avesse fatto coming out? Sarei ancora qui con questi amici, giudicandoli come noi veniamo giudicati? Ora posso dire che le sono grato di questa opportunità di trovarmi dall’altro lato“. (Robin)
Noi tutti cerchiamo l’approvazione di chi ci sta intorno, piacere alla gente rappresenta un salvavita. Come avremmo superato l’infanzia senza imparare ad ottenere l’approvazione dai genitori, dagli insegnanti e dai coetanei? Ma, col passare del tempo, piacere alla gente diventa una maledizione. Cercare di proteggere la nostra reputazione ci fa fare cose che altrimenti non faremmo. Alla fine se non cercassimo di trovare un equilibrio tra l’approvazione dei nostri simili ed il benessere dei nostri figli, danneggeremmo profondamente i nostri figli.
Certamente insegniamo ai nostri figli a non farsi influenzare dalla pressione degli altri. “Se tutti si buttassero giù dal ponte, lo faresti anche tu?” gli diciamo. E chi ci chiede “Se il tuo gruppo di amici dicesse che l’omosessualità è sbagliata, lo diresti anche tu?”. Noi sappiamo che l’intenso desiderio dei nostri figli per quei jeans alla moda deriva dalla pressione degli altri. Ovviamente! Ma quello che non è così ovvio è che il nostro bisogno di salvare la faccia, davanti ai nostri amici, deriva a noi da quella stessa pressione. Superare la pressione dei nostri simili richiede grande coraggio da parte nostra, come da parte dei nostri figli.
Una mamma mi ha confidato: “Io continuo a vivere con rimpianto i miei fallimenti come genitore e la rabbia è la mia costante compagna, perché non riesco a cambiare abbastanza in fretta. Io sono affranta perché la Chiesa che è la mia forza trainante tratta mio figlio gay come un cittadino di seconda classe”.
La pressione della Chiesa avanza come una locomotrice a vapore, inconsapevole delle persone LGBTQ che incontra e schiaccia nel suo cammino, mentre sparge fumi nocivi sull’intera comunità. I genitori hanno bisogno di un grande coraggio per sopportare tutto ciò.
Il nostro compito come Chiesa è amarci ed incoraggiarci l’un l’altro, invece controlliamo il comportamento degli altri, per paura. Non comprendiamo che lottare ed elaborare la nostra situazione nella relazione con Dio è una parte inaspettata del cammino. È come se riuscissimo a conoscere meglio Dio e noi stessi.
Non lasciate che la chiesa guidi il vostro cammino dicendovi cosa va bene e cosa no. I Cristiani in modo particolare sono spinti a compiacere tutti, dalle autorità ai compagni di fede. Dio potrebbe averti accordato questo periodo di crisi per permetterti di liberarti dal bisogno di compiacere gli altri. Di certo Dio non ha permesso questa situazione per aiutarti a cercare un’ulteriore approvazione dagli altri.
Invece lasciate che Dio sollevi il vostro mento e spezzi il vostro bisogno di compiacere (e liberi anche vostro figlio da questo bisogno). Lasciate che Dio compia questo profondo lavoro in voi e in tutta la vostra famiglia. Focalizzatevi solo su Dio. Scoprirete pace, libertà e gioia, come non avreste mai immaginato.
Noi tendiamo a dare la nostra opinione con troppa facilità, che ci venga chiesta o meno. Immaginiamo semplicemente come ci sentiremmo in quella situazione, unendola al tempo stesso con la nostra migliore comprensione e offriamola liberamente. Sono stato colpevole negli anni e ho chiesto perdono per i miei consigli sconsiderati.
Non dimenticherò mai la storia che ho letto di una donna che aveva saputo di avere un cancro progressivo con una prognosi di pochi mesi da vivere. Si scoraggiò. Una sua amica le disse: “Se fossi in te, farei un sacco di cose coi miei figli e raccoglierei le foto in un album, perché si ricordino di me”. La donna la guardò e le disse: “Davvero? È questo che faresti? Come sai che cosa faresti?”.
Il tuo gruppo di studio biblico, i tuoi migliori amici, la tua famiglia estesa ti possono dare dei consigli, ma se non sono in una situazione simile alla tua i loro consigli sono privi di significato. I vostri figli sono più importanti dell’approvazione dei vostri amici. Un consiglio può essere indispensabile, ma può anche essere paralizzante.
Mettete da parte le opinioni degli altri e focalizzatevi sulle necessità dei vostri figli. Se non possiamo dire nei nostri cuori che i nostri figli sono più importanti dell’opinione degli altri, è ora di rivedere le nostre priorità. Insegniamo ai nostri figli a sopportare le aspettative degli altri; ma è tempo di fare lo stesso.
IL LAVORO DI FREEDHEARTS
Pensate alle cose che siete riluttanti a dire ai vostri amici. In quali modi non siete stati alla vostra altezza per paura di quello che potevano pensare. Come vi siete tarpati le ali? Identificate ed esprimete questa perdita. Permettetevi di provare dolore.
* Susan Cottrell è un’insegnante cristiana che ha avuto numerose esperienze di studio della Bibbia e nel discepolato. FreedHearts è il suo blog ed anche una rete per genitori cristiani con figli LGBT, ed ha raccolto le convinzioni maturate attraverso queste esperienze nel suo libro “Mom, I’m Gay” – Loving Your LGBTQ Child Without Sacrificing Your Faith (Mamma, sono gay. Come potete amare vostro figlio LGBTQ senza sacrificare la vostra fede). Lei e suo marito sono sposati da più di 30 anni, hanno cinque figli, due delle quali sono lesbiche. Vivono a Austin in Texas (USA).