Basta vittime è tempo di conversione! Dal culto contro l’omofobia della chiesa battista di Grosseto
Riflessioni della pastora Elizabeth Green, chiesa battista di Grosseto, 15 maggio 2011
La veglia contro l’omofobia e a favore delle vittime dell’ omofobia questo anno chiama ad una conversione.
Non tanto della persone al di fuori delle chiese che potrebbero chiamarsi, per così dire Cornelio, ma soprattutto delle chiese stesse e dei loro membri, che potrebbero chiamarsi, per dirne uno, Pietro.
Nel testo scelto per le veglie (Atti 10) si passa da un rifiuto netto da parte di Pietro ad un tentennante aprirsi al finora proibito fino a una dichiarazione categorica e vincolante “Nessun uomo (nel senso di essere umano) deve essere ritenuto impuro e contaminato”. Come è arrivato Pietro ad un vero e proprio cambio di rotta?
Tre cose concorrono, una visione e una voce celesti, la guida dello Spirito, l’incontro con l’altro. Alla prima Pietro risponde citando la visione tradizionale delle scritture (quasi lo sentiamo sfilare il testi del levitico, Sodoma e Gomorra e magari anche Romani 1 se solo lo avesse conosciuto).
Nel suo rifiuto (“No assolutamente, Signore”) è difficile non sentire le interminabili discussioni nelle chiese a proposito dell’”accoglienza” delle persone omosessuali.
Ma Dio non molla, quando si presentano alla sua porta i contaminati di ieri e lgbt di oggi, Pietro confortato dallo Spirito accede alla loro richiesta “va’ con loro, senza fartene scrupolo”.
Tuttavia è solo dopo averli accolti, ospitati, fatto un pezzo di strada insieme a loro che Pietro è in grado di elaborare l’accaduto: “Dio mi ha mostrato che nessuno e nessuna deve essere ritenuto impuro e contaminato”.
Così il brano mostra la conversione alla quale le chiese e ognuno e ognuna di noi sono chiamate. In modo che non ci siano più vittime di’omofobia come Millicent Gaika – vittima dello “stupro correttivo” che in Sudafrica perversa contro le ragazze e donne lesbiche – scelta dalla chiesa di Grosseto per rappresentare tutte le vittime dell’omofobia.
In modo che possiamo fare nostro lo stesso percorso di Desmond Tutu e allargare il nostro impegno contro il razzismo per opporci ad ogni forma di discriminazione in base al genere o all’orientamento sessuale.
In modo che non solo nella giornata contro l’omofobia ma ogni giorno accendiamo una candela figura della “luce discreta di Cristo” “che non umilia né giudica” ma ci guida come Pietro nella nostra “ricerca sincera di fraternità pace e giustizia”.
Così non folle ma un nutrito gruppo di credenti in Cristo insieme ad altre persone in una chiesa evangelica per la prima volta, hanno vegliato il 15 maggio nella chiesa evangelica battista di Grosseto contro l’omofobia in modo che non metta più vittime.