Le suore dalla parte delle persone LGBT
Riflessioni di suor Jeannine Gramick* pubblicate sul sito Global Sisters Report** del National Catholic Reporter, il 2 gennaio 2018, libera traduzione di innocenzo
“La storia è scritta dal punto di vista di coloro che conservano i loro documenti“, ha dichiarato Mark Bowman, fondatore e direttore dei Religious Archives Network LGBT (LGBT-RAN). Davanti a 300 persone che lavorano per l’accettazione delle persone LGBT nelle loro chiese cristiane ha aperto la conferenza “Rolling the Stone Away“, per ricordare la storia del movimento LGBT e per guardare ai suoi bisogni futuri. Nella riunione di St. Louis (Stati Uniti), 50 fondatori, promotori e iniziatori del movimento cristiano LGBT hanno condiviso le loro storie per preservare un prezioso pezzo di storia. Le sedie a rotelle parcheggiate su un lato della sala hanno detto molto sull’età di questi pionieri.
La conferenza è stata davvero un’esperienza unica per me. Avevo collaborato occasionalmente con altre chiese cristiane, ma la maggior parte dei miei quattro decenni del mio ministero con le persone LGBT è stata spesa in ambienti cattolici. Avevo letto di altre persone che lavoravano nelle diverse chiese per spingerle avanti su questi temi, ma ne avevano incontrate personalmente pochissimi. Ma è stata un’osservazione del Rev. Nancy Wilson, l’ex moderatore della Metropolitan Community Church, che mi ha colpita e mi ha suscitato una seria riflessione. Quando ho incontrato Nancy, mi ha salutato con entusiasmo, dicendo: “Anni fa, quando ho letto del tuo impegno, sapevo che le suore erano dalla nostra parte!“. Da allora ho pensato alle parole di Nancy e credo che avesse ragione.
Il mio ministero LGBT non è certamente “mio“. Appartiene “alle mie consorelle“. I miei capi di congregazione avevano visione, immaginazione e lungimiranza. Erano lettori, pensatori e donne d’azione che attingevano a bisogni che erano stati trascurati troppo a lungo dalla nostra chiesa cattolica. Dagli anni ’70, tre successivi dirigenti provinciali dell’ordine delle School Sisters of Notre Dame mi assegnarono un ministero pastorale per le persone omosessuali. (A quel tempo, non c’era discussione o consapevolezza delle questioni transgender nella comunità cattolica).
Erano donne forti che non si tiravano indietro di fronte alle numerose sollecitazioni dei laici cattolici e di alcuni vescovi e cardinali. A quei tempi, i cattolici non accettavano le persone omosessuali come oggi. Il Vaticano ha presentato, nel tempo, tre richieste di indagini interne su questo impegno pastorale, ma tutti i provinciali e le tre Superiori generali del mio ordine hanno continuato a sostenere questo nuovo ministero. Come disse Nancy, “Le suore erano dalla nostra parte!”
Prima dell’elezione di Papa Francesco, le superiori dell’ordine delle suore dell’ordine di Loretto ricevettero dal Vaticano ben nove ingiunzioni che chiedevano il mio allontanamento dalla vita religiosa se avessi continuato in questo ministero. Mi sembra che le responsabili delle Loretto abbiano anticipato il consiglio dato da papa Francesco all’Unione internazionale dei Superiori generali, quando ha consigliato loro di rispondere educatamente a qualsiasi lettera vaticana e, poi, di proseguire con i loro ministeri. Le responsabili delle Loretto hanno fatto proprio questo.
Durante questi anni, alcuni leader di altre congregazioni proposero persino una strategia creativa se la pressione del Vaticano sulle suore di Loretto fosse aumentata: una serie di comunità di vita consacrata avrebbero potuto accogliermi facendomi andare da una congregazione all’altra! Come disse Nancy, “Le suore erano dalla nostra parte!“. La crisi con il Vaticano fu una benedizione mascherata perché divenne un trampolino di lancio per educare alcuni membri della gerarchia. Decine di donne responsabili dei nostri ordini hanno scritto al Vaticano sulla necessità di sostenere ed espandere il ministero con le persone LGBT. La Leadership Conference of Women Religious (La conferenza delle responsabili delle suore cattoliche USA, LCWR) ha incoraggiato i propri membri a dialogare con i vescovi locali sulla questione dell’omosessualità.
“Mi sono ritrovata a vivere il dolore e l’alienazione“, ha detto Mary Ann a quell’incontro. “Nel mio cuore, ho visto facce di uomini e donne che conosco, il cui orientamento sessuale è omosessuale che vivono con compassione, desiderosi giustamente di un ritorno di compassione e di giustizia da parte di una chiesa che amano. Donne la cui passione per l’interezza nella relazione è vissuta in un profondo impegno con la loro partner dello stesso sesso per tutta la vita. Ho sentito profondamente nel mio stesso essere, la loro lotta per trovare una casa nella nostra chiesa … Intorno al tavolo degli incontri, ero costretta a parlare per loro conto, per raccontare la storia della bellezza delle loro relazioni e per offrire un’alternativa all’etica della sessualità “.
Nel suo discorso con cui, nel 2003, Mary Ann Zollman lasciò come presidente della LCWR condivise questa storia in cui descrisse i suoi sentimenti, usando l’immagine di due alberi. “Sentivo le mie radici muoversi verso di loro e loro si appoggiavano verso di me, mentre insieme non volevamo altro che dare forma a uno spazio domestico per quelli che sono altro “. “Sentivo risuonare con i loro sentimenti perché erano simili al dolore dei senzatetto che sentivo essendo una donna nella chiesa”. Non a caso, il suo discorso è stato vagliato durante le recenti indagini del Vaticano sulla Conferenza delle responsabili delle suore cattoliche statunitensi (LCWR). Rispondere alle preoccupazioni del Vaticano richiedeva molto tempo ed energie, ma ne valeva la pena perché è stato un altro modo in cui le suore stavano inscenando qualcosa di nuovo alle autorità ecclesiastiche. Se Nancy lo avesse saputo avrebbe detto: “Le suore sono dalla nostra parte!”
Ma la prima organizzazione cattolica a sostenere le persone omosessuali è stata la National Coalition of American Nuns (Coalizione Nazionale delle suore Americane). Il consiglio di questo piccolo gruppo di suore ha pubblicamente chiesto i diritti civili per le persone omosessuali già nel 1974. L’organizzazione ha anche sostenuto pubblicamente il diritto delle coppie omosessuali di sposarsi e si è espressa contro il bullismo verso le persone LGBT. Ancora una volta, “Le suore erano dalla nostra parte!“. Dalla fine degli anni ’90, le suore hanno fatto pastorale con le persone transgender, guarendo gli spiriti e salvando tante vite umane. Membri di diverse congregazioni tra cui i Missionari Eucaristici di San Domenico, i Domenicani di Racine, le Suore Domenicane della Pace e le Suore di San Giuseppe di Carondelet hanno accompagnato le persone transgender e le loro famiglie in questo sacro viaggio. Attraverso un ministero di presenza e accompagnamento, le suore hanno accolto le persone transgender nelle loro vite e in cambio sono state accolte. Il messaggio fondamentale delle sorelle è che Dio li ama per quello che sono.
Il sostegno delle sorelle non è stato solo a livello privato. L’anno scorso, un insegnante cattolica a San Francisco ha rivelato di essere una persona transgender e ha avuto il sostegno pubblico delle Suore Sorelle della Misericordia che gestivano la sua scuola superiore. Poco dopo le suore di S. Agnese a Fond du Lac, nel Wisconsin, hanno organizzarono una veglia di preghiera pubblica dopo la terribile sparatoria avvenuta in un night club per persone LGBT ad Orlando. Sei mesi dopo, le Suore della Congregazione di Maria del Carmelo in India hanno offerto una casa per una scuola per le persone transgender allontanate dalla famiglia, per aiutarle a superare il trauma psicologico che hanno vissuto. Sì, “Le suore erano dalla nostra parte!”
Tante religiose, in questi anni, hanno ricordato la bontà degli studenti LGBT o delle persone messe ai margini. Le suore hanno aperto le loro case madri e i loro luoghi di ritiro spirituale ai programmi LGBT. Molte hanno firmato petizioni, dimostrazioni o lettere di reclamo scritte ogni qual volta le persone LGBT sono state licenziate dalle istituzioni cattoliche. Alcune hanno marciato per solidarietà nelle sfilate dell’orgoglio gay. Le suore che hanno fatto parte della lotta per i diritti delle persone LGBT nel passato oggi sono i loro alleati. Questa conferenza mi ha reso consapevole che le suore danno alle persone LGBT molta speranza per il futuro.
Conto sul fatto che i nomi e i ministeri di tutte queste consorelle siano conservati negli archivi delle congregazioni religiose femminili. Che sarò una perdita per la storia della chiesa cattolica e per la causa della giustizia se questi documenti non saranno conservati o non saranno ritenuti troppo delicati perché sanno custoditi. Le parole di apertura di Mark Bowman alla conferenza suonano come un ritornello nelle mie orecchie: “La storia è scritta dal punto di vista di coloro che conservano i loro documenti”.
* Jeannine Gramick è una suora dell’ordine di Loretto ed è stata coinvolta in un ministero pastorale per cattolici gay e lesbiche dal 1971. Ha co-fondato il New Ways Ministry ed è stata coordinatrice esecutiva della National Coalition of American Nuns dal 2003.
** Il Global Sisters Report è una fonte d’informazione indipendente e senza scopo di lucro di notizie ed informazioni sulle suore cattoliche e le questioni critiche che devono affrontare le persone che accompagnano, la rete di giornalisti racconta le loro vite e le loro opere e le suore offrono il loro punto di vista. E’ un progetto dell’editrice del settimanale cattolico National Catholic Reporter.
Testo originale: LGBT people: ‘Sisters are on our side!’